Bari, una piccola campagna tra i palazzi cittadini: è l'orto Effetto terra
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martedì 21 luglio 2015
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di Nicola Imperiale e Marina Lanzone
Questa è la sede di “Effetto Terra”, associazione no-profit che come Ortocircuito, si occupa a Bari di agricoltura urbana. Loro sono qui dal novembre del 2011, da quando il Comune gli ha concesso un grande appezzamento di terreno da arare e coltivare. Un luogo che con amore i quaranta soci di Effetto Terra hanno curato e aperto ad altre associazioni, a bambini delle scuole elementari e a persone affette da disagi psichici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui la parola d’ordine è “agricivismo”: usare cioè l’attività agricola per migliorare la vita civica creando gruppi di aggregazione e sostegno intergenerazionali e interetnici. E in effetti sono numerosi gli eventi che vedono come protagonisti gli abitanti del quartiere e alcune associazioni amiche. L’ultimo appuntamento si è tenuto il 23 giugno, giorno della vigilia di San Giovanni e ha visto la partecipazione di alcuni ragazzi di "Mama africa" che hanno suonato le percussioni, della comunità brasiliana Ana Estrela e dell’orto barese Sana Verdura, del rione Japigia.
‹‹Il 24 luglio invece per la seconda edizione della Festa del Buon Vicinato inviteremo tutte le persone del quartiere, chiedendo di portare qualcosa di pronto da mangiare, una sedia e qualche candela, così per stare insieme››, ci dice la vicepresidente Francesca Covelli. Tra le altre iniziative, l’orto crossing. ‹‹Mettiamo delle piantine in piccoli barattoli di pelati e li lasciamo in giro per la città - ci dice sempre Francesca - Chi li trova può portarle a casa, lasciarle in un altro posto o piantarle in un luogo pubblico e accudirle, a seconda della destinazione della pianta riportata sulla targhetta da noi applicata. Sono chiaramente contenute sul barattolo tutte le informazioni necessarie per prendersene cura››.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci guardiamo intorno. Notiamo decine di alberi da frutto, alcuni piuttosto rari, come il giuggiolo e l’azzeruolo. ‹‹Abbiamo 50 specie diverse››, sottolinea il vicepresidente. Più in là ci sono i primi orti, con verdura di stagione quali zucchine e caroselli. Di fronte una grande spirale fatta di pietre con sopra delle piantine aromatiche. Sotto gli ulivi secolari, si trova qualche panchina e un’area di sosta, il tutto realizzato con materiale di recupero, soprattutto vecchie casse in legno tornate a nuova vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I soci, coadiuvati da Francesca e dal presidente Carolina Borghi, partecipano attivamente alla coltivazione e preservazione dell’area, scambiandosi consigli e ricette “bio” che avranno come ingredienti principali i frutti del campo. Il tutto viene portato avanti grazie a piccole donazioni e alle quote associative. La carenza di denaro però non corrisponde alla mancanza di progetti e iniziative. ‹‹C’è l’idea di costruire un cinema contadino all’aperto, dove verranno proiettati documentari e film tutti incentrati sulla natura››, sottolinea Francesca si vorrebbe anche allargare la collaborazione con le scuole per trasformare questo posto in un vero parco agricolo didattico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel frattempo sono ospiti di Effetto Terra gli studenti del vicino istituto tecnico Gorjoux, impegnati in laboratori sul riciclo dei materiali e i ragazzi della comunità Chiccolino di Bari, centro di accoglienza per i minori sottoposti a provvedimenti giudiziari penali, che qui vengono a lavorare il legno: una panchina in fondo al campo è opera loro. Così come sono molte le scuole elementari che organizzano nel campo di via Lorenzo d’Agostino delle uscite didattiche: ogni bambino si ritrova a seminare, piantare, innaffiare e raccogliere i frutti, a seconda della stagione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E poi ci sono gli ospiti “speciali”: i ragazzi della cooperativa Spazi Nuovi, giovani con problemi mentali. ‹‹Gli operatori li portano qui da oltre due anni – afferma Francesca - . Non fanno molto, anche se la spirale delle piantine aromatiche e i disegni appesi ai rami degli alberi li hanno realizzati loro. Ma qui si sentono liberi e raggiungono quella tranquillità che per una volta non è data dai farmaci, ma dal contatto diretto con la natura››.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Nicola Imperiale
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Marina Lanzone
Marina Lanzone