Bari, la misteriosa chiesa di via Garruba: chiusa da anni non si sa a chi appartenga
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lunedì 13 marzo 2017
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di Francesca Canonico e Domenico Andrea Schiuma
Il piccolo tempio cristiano è situato a pochi passi dall'imponente complesso dell'ex Manifattura Tabacchi e ai margini di un'area colma di affascinanti edifici di inizio 900 bisognosi di restauro. È incastonato in un palazzo a due piani dal quale ha evidentemente ereditato lo stile architettonico, "mimetizzandosi" così perfettamente agli occhi dei passanti meno attenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La sua facciata rettangolare è divisa in due parti. Quella inferiore è caratterizzata da una serie di fasce orizzontali bianche e grigie che circondano l'austero ingresso e proseguono ai lati, abbellendo così anche gli stabili adiacenti. Quella superiore, di colore bianco sporco, oltre ad accogliere un rosone tra due finestre bifore, presenta al centro la scritta in stampatello Divo Hieronymo Dicatum: è la traduzione latina di "Dedicato a San Geronimo (o Girolamo)".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sul muro alla destra del portone spicca un cartello dorato con la scritta "Nostra signora di Fatima". È da questa indicazione che parte la nostra ricerca sulla storia della chiesa: un percorso che si rivelerà pieno di inaspettati punti interrogativi. Contattiamo infatti l'associazione Madonna di Fatima, con sede a Venezia, che però risponde di non essere collegata in alcun modo all'oggetto della nostra inchiesta: non hanno nemmeno una sede nel Sud Italia. Ma allora perché quella targa risulta affissa all’esterno dell’edificio?
A questa domanda potrebbero risponderci le suore che sembrano abitare il palazzo accanto: una targhetta sul citofono indica infatti la presenza di religiose, ma proviamo a suonare e non ci risponde nessuno. Decidiamo a questo punto di rivolgerci alla parrocchia di Santa Cecilia, nella vicina via Dante. Qui facciamo due chiacchiere con il sacerdote don Vincenzo Auciello che ci fornisce alcuni indizi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La struttura religiosa - spiega l'ecclesiastico - assieme al palazzo in cui è inserita, apparteneva ai Silvestri, famiglia che tra i componenti annoverava anche un prete. Probabilmente è stata attiva fino alla fine degli anni 70. Alcuni residenti di questa zona ricordano che venne chiusa dopo il funerale dell'ultima discendente dei Silvestri. Durante la cerimonia si parlava di una sua possibile vendita ai Domenicani o alla Basilica di San Nicola, ma da quel che ricordo alla fine passò nelle mani della domestica dell'ultima proprietaria, una certa Rosanna Del Gaudio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E per quanto riguarda le suore che abitano nel complesso? «Le monache non ci sono più a San Geronimo, da quando sono entrato in servizio, ovvero 13 anni fa – ci risponde Auciello -. Di questo sono sicuro: rammento benissimo che andarono via appena un mese dopo l'inizio del mio incarico a Santa Cecilia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altro mistero insomma. Incoraggiati però dalle dritte del parroco torniamo di fronte alla curiosa cappella. La fortuna sembra assisterci: nell'edificio alla sua sinistra notiamo dei muratori all'opera e uno di loro ci mostra una porta laterale del piano terra che condurrebbe, a suo dire, direttamente nel luogo sacro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A dirigere i lavori poi c'è una signora di nome Rosanna, ma l'illusione di venire a capo della questione dura poco. La donna infatti chiarisce di non essere la proprietaria: si tratta solo di omonimia. «Onestamente non so a chi sia intestata la chiesa - sottolinea la signora -. So solo che è inagibile e avrebbe bisogno di pesanti interventi di manutenzione. Quanto alla sua nascita, credo risalga al lontano 1923».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È il colpo di grazia alla nostra indagine: la chiesa di San Geronimo, almeno per ora, resta un grosso enigma immerso nel multietnico rione Libertà.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Francesca Canonico
Francesca Canonico
Scritto da
Domenico Andrea Schiuma
Domenico Andrea Schiuma
I commenti
- ORONZO - VORREMMO CONOSCERE IL PROPRIETARIO DELLA CHIESETTA SAN GERONIMO DEL RIONE LIBERTA' IN BARI.
- Lucio D'Abbicco - Cercando informazioni sulla chiesa di via Garruba, mi sono imbattuto nel vostro interessante articolo. Mia zia, ora novantatreenne, conosceva i proprietari di quella Chiesa: secondo i suoi ricordi, la proprietà era della famiglia Girone ma, essendo l'ultima erede una donna, il cognome Silvestri è probabilmente quello del marito. Questa coppia avrebbe avuto due figli: mia zia ricorda bene il maschio, Nicola, sacerdote che ha celebrato nella chiesa di famiglia ed è morto ultranovantenne; la sorella era una suora laica. Ricorda pure una sorta di perpetua che badava alla chiesa e assisteva l'anziano sacerdote.