Mostre, sfilate, fiori, gare e concerti: quando Maggio era il mese dei baresi
Letto: 14211 volte
giovedì 7 maggio 2020
Letto: 14211 volte
di Mattia Petrosino
A idearlo fu il politico Nicola Lippolis (figlio di Felice, fondatore dell’hotel Adria e creatore del gelato al forno): diventò il primo presidente del comitato, a cui seguì Enzo Cappabianca a sua volta sostituito nel 1955 da Francesco Saverio Lonero che rimase fino al 68.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La prima edizione fu inaugurata con un bellissimo manifesto – ricorda l’esperto di tradizioni baresi Gigi De Santis –. Si trattava di una rosa scarlatta appoggiata su una conchiglia con sfondo blu, realizzata dal celebre illustratore Gino Boccasile». La scelta della rosa non fu casuale, essendo il fiore che sboccia proprio a maggio. In quei giorni veniva poi utilizzata per decorare le finestre e colorare la città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perchè per le strade di Bari era una festa continua. Musica innanzitutto. Tra le vie marciavano bande che proponevano le cosiddette “maggiolate” (componimenti di carattere popolare) al suono du tammerìidde (tamburello) e de la castaggnòle (nacchera).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le bande militari invece si davano appuntamento la domenica per un festival internazionale che coinvolgeva gruppi provenienti da ogni parte del mondo. «C’erano le bande d’Egitto, le scozzesi con le gonnelle al vento, quelle dei marines e le tedesche – ci racconta nostalgicamente il 67enne barese Pasquale –. Ricordo che sfilavano con le loro uniformi sulla pista atletica dello Stadio della Vittoria».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma c’era pure spazio per la musica “alta”. Addirittura al Petruzzelli alla fine degli anni Cinquanta si tennero due concerti della celebre Filarmonica di Vienna, diretta per l’occasione dal grande Herbert Von Karajan. Il Piccinni invece ospitava attori di prosa del calibro di Gino Cervi, Lilla Brignone e Memo Benassi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Rilevante anche la Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea, che fu allestita in varie sedi, tra cui la Pinacoteca Provinciale e il Castello Svevo. In alcune edizioni vennero esposte più di 500 opere create da oltre 200 artisti provenienti da tutta Italia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il primo classificato (scelto da un giuria che nel 1954 contò della presenza di Renato Guttuso) vinceva un simbolico “Ramoscello d’oro” assieme a un premio del valore di 100mila lire stanziato dall’Università. Con l’entrata in scena del critico d’arte Pietro Marino, nel 1962 la Mostra venne poi trasformata in “Biennale Nazionale d’Arte Contemporanea”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E non mancava naturalmente lo sport. A partire dal famoso Gran Premio Automobilistico (già organizzato dal 1947), che si tenne sino al 1956. «Ricordo di aver ammirato correre Fangio, Ascari, Villoresi – rammenta il 73enne barese Paolo –: piloti che hanno fatto la storia della Formula 1. Il percorso partiva da via Napoli, passava dal lungomare della Fiera del Levante e proseguiva fino a San Cataldo per poi tornare indietro e concludersi davanti all’ingresso monumentale della Fiera».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Nel 1964 invece – sottolinea De Santis – il Circolo Tennis fece tenere a Bari il primo turno eliminatorio della Coppa Davis tra Italia e Repubblica Araba Unita. La squadra azzurra schierò Nicola Pietrangeli e Sergio Tacchini e vinse 4 a 1».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il clou della festa era però rappresentato dal “Corso dei Fiori”, evento che concludeva il Maggio barese. «Si trattava di una gara in cui a sfilare erano sculture ricoperte di fiori trainate da trattori – ricorda Pasquale –. Al di sopra dei carri vi erano poi delle donzelle che lanciavano petali agli spettatori». «Si partiva da corso Vittorio Emanuele per terminare sul lungomare Nazario Sauro, nei pressi della Provincia – incalza Paolo -. Era un momento super atteso, forse il più bello di tutta la manifestazione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il “Maggio” rappresentò quindi un vero e proprio spettacolo all’aria aperta, realizzato nel mese più mite e gradevole dell’anno. Un trionfo tutto barese che ebbe però fine nel 1968.
«Il clima politico stava cambiando – sottolinea De Santis –: iniziarono a esplodere forti tensioni sociali e conflitti nel mondo del lavoro. Ma già da un paio d’anni prima ci si lamentava per i soldi che diminuivano sempre più. Tutto questo non permise di continuare a mettere in moto la macchina dell’organizzazione. E maggio, da quel momento, non fu più lo stesso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video alcune scene del Maggio barese (edizione 1954):
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Mattia Petrosino
Mattia Petrosino
I commenti
- arkydesign - "Maggio di Bari", era questa la denominazione della manifestazione...o ricordo male?