Bari, Marnarid e Caputo: tra caramelle e confetti viaggio nei due storici negozi di dolci
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martedì 19 maggio 2020
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di Mattia Petrosino - foto Sonia Carrassi
Il nostro giro inizia dal centro storico, dove all’ombra della Cattedrale, in piazza dell’Odegitria, si staglia l’insegna luminosa dell’icona barese Marnarid.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta entrati, siamo catapultati nel mondo dei dolciumi. A sinistra ecco il bancone dietro cui trovano posto gommose, caramelle, merendine, cioccolatini e confetti. A destra una serie di vecchi scaffali ospitano i liquori, tra cui il tipico amaro d’erbe “du Marnarid”. Dal soffitto poi “piovono” buste di cannoli, cestini di pasta frolla, amaretti, coni e varie decorazioni per le feste.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad accoglierci sono Vito, Pasquale e Luigi Sifanno, che assieme agli altri due fratelli Franco e Gennaro portano avanti l’attività da anni. Fu il loro padre Domenico, detto “Menguccio” (morto nel 2018 all’età di 90 anni), a rilevare il negozio dalla famiglia Bitetto nel 1972, dandogli l’attuale nome.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La bottega un tempo si chiamava Bitetto, ovvero il cognome del fondatore Donato – spiega il 65enne Vito –. Inizialmente questa era una vera e propria fabbrica di dolci e confetti e fu qui che mio padre, a 7 anni, cominciò a lavoricchiare apprendendo il mestiere, per essere assunto in seguito come dipendente. Negli anni 70 poi i Bitetto decisero di vendere il locale lasciandolo alla mia famiglia. Noi però decidemmo di omaggiare i fondatori cambiando il nome in “Marnarid” (piccolo marinaio), ovvero l’epiteto con cui veniva chiamato il figlio di Donato, all’epoca imbarcato sulle navi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Mentre parliamo, entra una signora che chiede un pacchetto di caramelle all’orzo. «Sono un prodotto che vendiamo da un secolo – racconta Vito –: continua ad avere successo, specie tra le donne più in là con l’età. Sono convinte che fungano da rimedio per il mal di gola e preferiscono prendere un antidoto naturale, preparato con orzo e zucchero di canna, piuttosto che un farmaco».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché sono proprio gli anziani e i bambini i maggiori acquirenti e consumatori delle leccornie dei Sifanno. Le nuove generazioni optano però per le coloratissime gommose, nate negli anni Settanta in Inghilterra. Hanno varie forme come orsetti, rotelle, stelle e cuoricini. «Sono caramelle più recenti – sottolinea Luigi –. I ragazzini ne vanno pazzi perché sono morbide e soprattutto molto dolci».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci sono però anche prodotti che non si vendono più. «Mi viene la nostalgia a pensare quando il negozio era pieno di “fruttini siciliani” o “siciliane” – rammenta Pasquale –. Erano delle palline bianche di zucchero al gusto di frutti quali limone, arancia, mandarino e fragola. Una caramella un tempo diffusissima ma che ormai nessuno fa più».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Salutiamo la famiglia Sifanno e ci spostiamo nel quartiere Madonnella, in via De Giosa. Qui l’angolo con via Celentano è occupato dalle cinque vetrine gialle della bottega “Caputo”, inaugurata 67 anni fa. Ad accoglierci è una foto della vecchia sede, aperta dal 1953 al 1996 in via Carulli 66, nei pressi di piazza Balenzano.
«A fondarla fu mia nonna Isabella Biallo – racconta la 60enne Mariaenza, attuale proprietaria –. All’inizio decise di aprire una drogheria, che si trasformò però negli anni 70 in negozio di dolciumi. Il locale ha sempre avuto il nome del figlio di Isabella: Costanzo Caputo, ovvero mio padre. Oggi 88enne, ha portato avanti l’esercizio commerciale fino a poco tempo fa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non appena varcata la soglia, veniamo subito attratti da un lungo bancone pieno zeppo di caramelle, cioccolatini, confetti e lecca lecca. Un vero tripudio di coloratissimo zucchero. Mariaenza ci illustra quindi i suoi cavalli di battaglia.
«Si va dalle “Rossana” della Perugina (un “must” prodotto dal 1926) – spiega la padrona di casa –, alle “Club” della Sperlari, ideate negli anni Settanta. Ma vendutissime sono ancora le “Nougatine”, caramelle ricoperte di cioccolato prodotte in Piemonte dal 1905 e le gustose “Toffee” al latte, provenienti dal Regno Unito, preferite dai clienti più anziani».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un po’ ovunque ci sono poi i marshmallow, super morbidi e originari degli Stati Uniti. Sulla destra invece, nel reparto festa, è il trionfo delle gommose, tra le quali trovano spazio anche le classiche rotelle alla liquirizia nere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I dolci che però ci attirano di più sono prodotti in Puglia. Si tratta dei “tenerelli” di Andria: colorati confetti alla mandorla, al liquore, alla frutta e al peperoncino. Noi, prima di andare via, ne prendiamo furtivamente uno. E per un attimo ritorniamo bambini.
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Mattia Petrosino
Mattia Petrosino
Foto di
Sonia Carrassi
Sonia Carrassi
I commenti
- arkydesign - ricordo ancora la Sica, con logo simil Perugina, in Via Sparano in angolo Piccinni(?), grande marchio locale purtroppo finito nel nulla.
- Stefano - Spero che non me ne vogliate, ma state pubblicando cose che hanno fatto parte della mia vita Barese. Conoscevo molto bene i capostipiti del negozio di " Marnarid ", Parlo degli anni 55-70 perchè i miei genitori avevano una attività di Bomboniere in pieno centro a Bari (direi che forse fu il primo negozio specializzato in tali articoli ad aprire a Bari.) Ovviamente per confezionare le bomboniere occorrevano anche i confetti ed i miei genitori, spesso, quando altri fornitori erano in ritardo con le consegne mi chiedevano di correre a Bari Vecchia, da Marnarid a ritirare gli scatoloni contenenti confetti ed altro materiale ordinati telefonicamente. L'allora titolare di Marnarid aveva un ottimo rapporto commerciale con i miei genitori. Ovviamente da ragazzino inforcavo il triciclo con il pianale idoneo al trasporto delle merci e correvo a Bari Vecchia a ritirare gli odinativi dei miei genitori. Bei tempi quando i commercianti Baresi si conoscevano tutti fra loro e sussisteva spirito di collaborazione commerciale. Grazie