di Vincenzo Drago

Dizione, a Bari non si parla così male: «Abbiamo le consonanti forti»
BARI- Sembrerà pure poco raffinato, ma il modo di parlare barese è molto più vicino alla lingua italiana di quanto si possa pensare. A svelarlo è Andrea Cramarossa, attore, doppiatore e insegnante di dizione nel capoluogo pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali sono le qualità del barese?

Il nostro dialetto, o comunque il “nostro italiano”, cioè quello che risente dell'accento barese, ha un punto forte. Si tratta delle consonanti: le pronunciamo in maniera vigorosa, tanto da riuscire a far risuonare in maniera chiara la parola che stiamo dicendo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E invece cosa dovremmo correggere?

Abbiamo sicuramente una "a" sporca, quasi sempre contaminata da altri suoni. È raro sentirla pronunciare correttamente. Poi ci sono i troncamenti: troppe volte terminiamo una parola in anticipo, risparmiandoci l'ultima sillaba o comunque le lettere finali. Ma questo è un difetto comune a molti dialetti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma la pronuncia corretta può variare da orecchio a orecchio?

No, esiste un modello standard al quale chi studia dizione cerca di uniformarsi. È vero però che i suoni che percepiamo vengono elaborati diversamente da ogni persona. Capita ad esempio che qualcuno dei miei studenti fatichi tantissimo nel raggiungere la giusta intonazione. Nei casi peggiori ci sono voluti mesi per pronunciare nel modo giusto anche una sola parola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali sono le regioni d'Italia più "adatte" a parlare in dizione?

Sicuramente i toscani, e in particolare i fiorentini, sono i più avvantaggiati, abitando nella culla della lingua italiana. Seguono i romani, ovviamente "ripuliti" delle varie influenze dialettali. I più sfavoriti sono sicuramente i napoletani, caratterizzati da una musicalità enorme: praticamente è come se stessero perennemente cantando. Un problema che interessa anche calabresi, siciliani e sardi. E comunque  nel Settentrione ci si vanta spesso di avere un'ottima dizione: nulla di più sbagliato. Per esempio i milanesi cadono sempre sulle vocali, usando quelle chiuse quando sarebbero indicate quelle aperte, e viceversa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E il resto dei pugliesi come stanno messi?

Il vantaggio delle consonanti forti è condiviso un po’ ovunque, tranne che nel Salento, dove l'aspetto della musicalità, comunque meno evidente rispetto alla Campania, è importante. Poi dipende dalla città presa in considerazione, anzi a volte capita che vi siano modi di parlare leggermente diversi da quartiere a quartiere. In provincia di Bari un “caso” è quello di Molfetta, con le sue "e" ed "o" troppo chiuse.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A prescindere dalla provenienza regionale, qual è la categoria professionale con la migliore dizione?

Al primo posto metterei i doppiatori, visto che il loro lavoro è incentrato proprio su questo campo. Poi di solito vengono a ruota giornalisti televisivi e speaker radiofonici, ma in questo senso le emittenti sono molto meno rigide rispetto agli scorsi decenni: ormai, è il caso di dirlo, si sente di tutto. Penso anche che alcuni politici abbiano affinato la loro inflessione. Ricordo la buona parlata di Andreotti e Forlani ma, ad orecchio, penso che anche Letta e la Boldrini ci abbiano lavorato su.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E invece i personaggi pugliesi dello spettacolo che hanno meglio "mascherato" le loro origini?

I primi che mi vengono in mente sono Michele Placido e Renzo Arbore, che però conserva piccole sfumature napoletane, essendo lui di Foggia. Non faccio i nomi di chi dovrebbe correggersi ma, credetemi, ce ne sono parecchi, soprattutto nell’ambito musicale. Comunque nello spettacolo, anche nel teatro, il linguaggio "cotto e mangiato" (quindi non in perfetta dizione) è stato sdoganato, diventando quasi una nota di merito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Consigli per chi volesse esercitarsi da solo?

La dizione non può essere studiata da autodidatta, c'è bisogno dell'interazione con un insegnante che spieghi la posizione delle labbra e le varie articolazioni della bocca. È come se si volesse imparare la pronuncia di una lingua straniera: se desideri parlare bene l'inglese è più utile andare a Londra e ascoltare gli abitanti del posto che studiare in Italia. Il corso di dizione, in questo casi, è la nostra Londra.


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