La ''quercia elegante'' fa i suoi figli, una lettone li cura nella Chiesa Russa
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lunedì 17 febbraio 2014
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di Eva Signorile
A guardare il verde chiaro o le bordure rossastre delle foglie appena spuntate e gli esili gambi su cui si reggono, le neonate piantine di quercia fanno tenerezza e quasi sembrano perdersi in un vaso che sembra davvero troppo grande per loro. Sono quattro vasetti, due dei quali hanno ancora la ghianda madre in evidenza e solo un piccolo germoglio che si sta affacciando al mondo, con le foglie ancora accartocciate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I quattro esemplari sono giunti in questo pacifico rifugio grazie a Natalia Semjionova, eterea biondina dell'Est, che nutre un profondo amore per la natura e la nostra terra. «Ho conosciuto la quercia elegante grazie al mio amico Oreste Caroppo», racconta Natalia, che ha raccolto le ghiande in un giorno di dicembre. «Ho preso il treno e sono andata dalla quercia - racconta- ho camminato per diversi minuti nella campagna prima di raggiungere questo albero speciale. Una volta lì, ci sono rimasta per oltre due ore, in cerca delle ghiande, spostando le foglie e la terra. Ci ho messo tutto questo tempo perché a dicembre non facile trovare le ghiande».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Natalia interra subito le ghiande e pochi giorni fa arriva la piacevole sorpresa: una di loro è germogliata, presto seguita da altre tre. Ora i quattro piccoli "bébé" di "Quercus X Caroppoi" (questo è il nome scientifico della pianta) si godono i primi raggi di sole protetti dalle maioliche verdi dei tetti della Chiesa Russa e dalle attenzioni di Natalia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le piccole piantine stanno riscuotendo successo e gli ospiti russi dei locali della chiesa si dicono orgogliosi di ospitarle nel loro giardino, augurandosi di vederle crescere fino a poterle piantare nelle aiuole del giardino. «Per noi è un onore avere le piccole querce qui - ci dice in russo Nadia Harlamova, amica lettone di Natalia, che dirige il coro di cui anche Natalia fa parte -. Ogni giorno Natalia porta fuori le piantine e poi le riporta in stanza quando fa buio». «Ho paura che il freddo della notte possa far male alle piccole querce», spiega Natalia.
Le piantine “baresi” non sono comunque destinate a rimanere sole. Oreste Caroppo in collaborazione con l'orto botanico dell'Università del Salento, ha avviato un programma di propagazione di questi alberi. Chi vuole può portarsele a casa, facendone richiesta. «Sono nate moltissime piante di quercia elegante, ma finora non abbiamo potuto accontentare tutti: abbiamo avuto richieste superiori alle piante prodotte», afferma soddisfatto l'ingegnere salentino che ha dato il nome all'esemplare da lui scoperto a Carpignano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una primavera carica di speranze sembra quindi attendere la quercia elegante. Quanto a Natalia, continuerà ad assistere le sue piantine, divisa tra Bari e Lecce, dove frequenta la facoltà di Beni culturali, nella speranza un giorno di potersi prendere cura delle cripte bizantine del Salento, così come oggi fa con le querce eleganti di Carpignano Salentino.
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