Liuti, tiorbe e clavicembali: il mondo riscoperto della musica antica
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sabato 7 giugno 2014
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di Micaela Ricci
Perché ha scelto la musica antica?
Dopo anni passati a suonare la chitarra classica avevo bisogno di stimoli nuovi per ricominciare a studiare e per arricchire il mio percorso artistico. Poi mi ha sempre affascinato la musica antica perché ha una sonorità diversa e più ricercata. Ho iniziato con il liuto, l’antenato della chitarra, uno strumento medioevale polifonico riutilizzato nell’epoca barocca che accompagnava altri strumenti monodici, come il violino. E poi ho continuato con la più “moderna” tiorba (nata nel 1570) e con la chitarra barocca. Durante i concerti ai quali partecipo suono con musicisti che utilizzano altri strumenti antichi come il clavicembalo, viola da gamba e flauto dolce.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come fa a procurarti questi strumenti?
Sono prodotti artigianali costruiti da esperti liutai che conoscono l’arte della fabbricazione di strumenti antichi. Si tratta di copie degli originali dell’epoca che sono presenti nei vari musei del mondo. La mia torba e la mia chitarra barocca ad esempio sono le riproduzioni fedeli di strumenti barocchi presenti nei musei spagnoli, come Granada. Queste copie costano tantissimo: una chitarra barocca arriva a toccare il prezzo di quattromila euro, una torba seimila.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siete molti a conoscere e suonare la musica antica?
In realtà siamo in pochi, anche perché la richiesta di concerti di tal tipo è esigua. In Puglia saremo una trentina, ma in realtà solo tre o quattro sono riusciti ad emergere. Certo, ora si stanno diffondendo dei festival internazionali di musica barocca, come quello in Bolivia o in Croazia e mi capita più spesso di essere chiamato come tiorbista in cori, orchestre e gruppi da camera, sia nazionali che internazionali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E Bari come risponde a questo tipo di concerti?
Nel capoluogo c’è un certo interesse, ma che arriva sempre da parte di musicisti o diplomati del Conservatorio, insomma dagli addetti ai lavori. Anche se la Polifonica barese “Biagio Grimaldi” sta cercando di rilanciare i musicisti pugliesi barocchi che suonavano presso la Scuola Napoletana. Speriamo bene, anche perché non è facile proporre musica classica in generale in Italia e soprattutto nel Sud. Ci sono Paesi, come la Svizzera, in cui si investe nella musica classica sin dall’infanzia, mentre qui da noi questo tipo di cultura è esclusa da radio e tv ed è relegata a genere di nicchia e destinata alle “élites”. Da noi insomma manca l’educazione musicale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il video di un concerto di musica antica:
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Micaela Ricci
Micaela Ricci