di Annamaria Lacalamita

Le marionette, la storia della ''barese'' Ivana e del suo teatro mobile
BARI – E’ uno spettacolo antico ma che è stato sempre considerato “minore”, adatto magari più ai bambini che agli adulti. E con il tempo la sua arte è andata via via scomparendo. Quanti di voi hanno infatti mai assistito a uno spettacolo di marionette? Quei pupazzi alti circa 80 centimetri, collegati a delle bacchette o croci di legno attraverso dei fili che permettono al marionettista di manovrarle dall’alto, creando scene, storie e situazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eppure anche a Bari c’è chi non vuole darsi per vinto e continua a portare avanti un’arte delicata e fiabesca. Lei si chiama Ivana Bubnova, ha 50 anni e viene da Praga, città dove le marionette sono ancora considerate come un qualcosa da preservare e dove resistono scuole e maestri marionettisti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ivana abita nel capoluogo pugliese da trent’anni, quando molto giovane si trasferì con tutta la sua famiglia. In Repubblica Ceca lei viveva accanto a un teatro di marionette ed è lì che imparò a realizzarle e maneggiarle. Così nel 1995, dopo dieci anni che viveva a Bari, decise di provarci: cominciò a costruire i pupazzi e si mise a portare in giro il suo spettacolo, sotto il nome di teatro Arcabalena.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

“In giro” perché il suo è un teatro mobile: Ivana si sposta con un generatore di corrente per le luci, le sue 50 coloratissime marionette e il suo teatrino con su scritto Arcabalena (vedi foto galleria).

E’ lei stessa a inventare le fiabe, che parlano della lotta tra bene e male e dove comunque il lieto fine è sempre assicurato. I protagonisti sono principi, principesse, giullari ed eroi che lottano contro draghi malvagi e streghe. «Per una fiaba vengono utilizzate anche 13 marionette - ci spiega Ivana - ma contemporaneamente in scena ne vanno solo due o tre. Le manovro io, anche se negli ultimi anni sono aiutata dalle due mie figlie, a cui ho trasmesso questa passione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La Bubnova costruisce con le sue mani i pupazzi. «Le marionette sono fatte in gomma piuma perché è un materiale leggero e risulta così più facile manovrarle – spiega  -. Non rispettano le proporzioni umane in quanto hanno la testa più grande rispetto al corpo. E non è semplice maneggiarle, serve abilità nel muovere le dita e il polso e ci vuole esercizio, impegno, passione e senso ritmico perché gli spettacoli sono accompagnati dalla musica e bisogna essere bravi a far parlare i pupazzi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lei con il suo teatro mobile si sposta ovunque la chiamino, non solo in Puglia ma in tutta l’Italia, in scuole, teatri e piazze.  «Anche se qui le marionette non sono molto diffuse, agli spettacoli c’è sempre parecchia gente - ci dice orgogliosa Ivana -. Certo, si tratta soprattutto dei più piccoli, che spesso diventano protagonisti perché scelgono loro il finale della storia. Ma in realtà le marionette piacciono anche agli adulti: in questo modo ritornano un po’ bambini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui la pagina facebook di Arcabalena.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel video, lo spettacolo "Il principino Gelsomino" realizzato da Arcabalena:



© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Ivana Bubnova e le sue marionette
Le marionette
Le marionette
Le marionette
Le marionette
Le marionette



Scritto da

Lascia un commento


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)