In un fumetto la Taranto degli anni 50, «senza Ilva e inquinamento»
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martedì 27 gennaio 2015
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di Katia Moro
I tre autori, tutti tarantini, sono Gianfranco Vitti, 39 anni, ideatore e disegnatore e docente presso l’associazione culturale “Labo Fumetto”, Fabrizio Liuzzi, 35 anni, sceneggiatore e presidente della medesima associazione e infine Gabriele Benefico, 35 anni, artista visivo e colorista attualmente residente a Berlino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In “Delitto d’autunno” la città dei due mari è misteriosamente percorsa dal brivido del giallo: il protagonista, l’investigatore privato franco-tarantino Andrè Dupin , ex militare, squattrinato e un po’ imbranato, si ritrova per caso nella Taranto degli anni 50 impelagato in un vortice di inganni e delitti. Grazie all’indispensabile supporto dalla coprotagonista e fidata assistente Agata, riesce a risolvere quella che solo apparentemente sembra essere un’ordinaria storia di infedeltà coniugale ma che al contrario nasconde intrighi di più ampia portata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Con il sequel, “Un torrido inganno”, l’attenzione si sposta dalla città all’assolata provincia. Nella canicola agostana la campagna di Leporano risveglia l’annoiato detective bloccato da un’auto in panne. Bisogna ritrovare il figlio rapito della famiglia Pizzolla e in un susseguirsi di colpi di scena si scopre la verità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La scelta di ambientare questa saga noir nel capoluogo ionico del dopoguerra è stata una mia idea – ci rivela Gianfranco -. Risponde alla precisa volontà di rendere omaggio ai miei genitori e ai racconti che mi hanno sempre fatto della Taranto Vecchia in cui loro sono cresciuti e hanno vissuto. Un borgo antico fatto di vicoli stretti e piccole case dove i rapporti erano più stretti e umani, ma che ora è fatto di palazzine pericolanti e fatiscenti abbandonate all’assoluto degrado urbano. Era una Taranto in cui si faceva tranquillamente il bagno a mare perché non c’era l’incubo dell’inquinamento – continua - e dove i problemi economici e ambientali legati allo stabilimento siderurgico dell’Ilva non esistevano ancora».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche la scelta di creare un protagonista di madre tarantina e padre francese rivela la volontà di tributare un secondo omaggio: quello al fumetto francese. Appassionato della cultura fumettistica franco-belga dove le graphic novel sono molto più apprezzate che in Italia, Gianfranco si è ispirato al “Tintin” di Georges Remi e alla sua linea chiara e stile pulito privo di chiaroscuro ma anche al bonelliano Dylan Dog.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«In realtà già la scelta del nome del protagonista è un omaggio alla tradizione del giallo di cui l’iniziatore fu Edgar Allan Poe con il suo Auguste Dupin – aggiunge Fabrizio -. Il nostro detective è il classico investigatore privato anni 50 che si ispira nell’aspetto fisico all’attore Humphrey Bogart. Ma ci siamo voluti distaccare dall’iconografia classica dell’investigatore infallibile e super efficiente sul modello di Sherlock Holmes affiancato dalla classica spalla sprovveduta come Watson. Abbiamo creato al contrario un protagonista sciatto e stralunato che rappresenta solo il braccio, mentre la vera mente risolutrice è l’ostinata e impeccabile assistente Agata. Una donna libera e emancipata assolutamente inusuale per gli anni 50, soprattutto nel sud Italia, che ha conquistato il pubblico femminile e non solo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le due edizioni si ispirano volutamente al cinema noir degli anni 40 e 50 rivestendo la nostalgica rappresentazione di una Taranto che non c’è più con un fitto alone di mistero. Ma le immagini non sono affatto cupe e al contrario si respira una vena comica che rimanda al grande modello del giallo italiano: l’inossidabile Montalbano di Camilleri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La voluta ispirazione al cinema noir ci ha indotto alla scelta del bianco e nero che ben si adatta a un giallo – conclude Gabriele - . Il mio lavoro è stato quindi quello di occuparmi della scala dei grigi e delle mezze tinte. Ma ora abbiamo in progetto di ripubblicare il fumetto on line a colori, anche perché in Francia il colore è molto apprezzato e noi vorremmo cercare di raggiungere anche il pubblico d’oltralpe dopo aver conquistato quello nazionale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Squadra che vince non si cambia e il collaudato trio tarantino si prepara dunque a nuove sfide e dopo essersi autoprodotto con la seconda edizione, punta alla realizzazione di una terza, questa volta ambientata durante la famigerata nevicata che ricoprì di bianco il capoluogo ionico nel 1957.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video il booktrailer della graphic novel "Delitto d'autunno":
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Scritto da
Katia Moro
Katia Moro