di Mimma Guagnano

I life coach: «Aiutiamo a ritrovare l'autostima per arrivare al successo»
BARI - «Noi non diamo consigli né soluzioni. Facciamo semplicemente le domande giuste e il cliente, attraverso le sue risposte, capisce dove si nasconde il problema». E’ questo il modus operandi di un “life coach”, una nuova figura professionale a cui ci si rivolge (individualmente o in gruppo) per raggiungere un obiettivo nella propria vita, che sia lavorativo, sentimentale o relazionale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Attraverso una serie di incontri, gli “allenatori della vita” promettono di abbattere gli ostacoli psicologici che si frappongono al successo personale. Ultimamente sui life coach si stanno scrivendo libri e girando film (vedi “Le leggi del desiderio” di Silvio Muccino): abbiamo quindi parlato con una di loro, la 45enne barese Sabrina Di Bari, per capire meglio in che cosa consiste questo lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima di tutto: come si diventa life coach?
 
In Italia esistono varie scuole, anche se orientarsi fra centinaia di corsi non è facile, si rischia di incappare in fregature. Il più accreditato è il programma di corsi offerto dalla Icf (International Coaching Federation) Italia, tenuto da coach professionisti. In questo caso una volta completato il programma di coaching della scuola, sei idoneo per ottenere la certificazione e lavorare. Anche se i nuovi life coach devono essere seguiti inizialmente da professionisti esperti per completare la propria formazione: di fatto devono avere loro stessi un coach.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Chi si rivolge a voi e per risolvere quale tipo di problema?

Le richieste sono svariate. Ad esempio lavoriamo molto con donne che hanno problematiche con i figli: ci chiedono come fare a capirli, a trovare il modo giusto per comunicare con loro. Spesso vengono da noi omosessuali che vivono in maniera drammatica la loro situazione poiché magari sono costretti a nasconderla in famiglia o alla società. Noi li autiamo a trovare il coraggio di rivelarsi. O ancora persone che si sentono inadeguate con la famiglia o il lavoro e cercano magari la forza di riuscire a separarsi dal partner o di cambiare completamente una situazione lavorativa. Ma anche uomini o donne che sono estremamente inibite nel parlare in pubblico o che non riescono a prendere un aereo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E voi come li aiutate?

Il life coach è colui che “tira la carrozza”, che ti trascina, che ti fa ritrovare l’autostima necessaria per arrivare al successo. Il life coach si occupa di obiettivi ben precisi che il cliente vuole raggiungere e seguendo un percorso preciso fatto di formazione ed esercizi, sviluppa un vero e proprio allenamento che accresce la volontà del cliente di raggiungere un risultato. Ma attenzione: io non do consigli né do soluzioni. Faccio le domande giuste, dirette e specifiche e il cliente attraverso le sue risposte capisce dove si nasconde il problema. Ad esempio dopo avergli fatto raccontare di esperienze o persone negative nella sua vita, gli si chiede: “di chi è la colpa?”. E man mano che gli argomenti vengono snocciolati, si affrontano, fino a sgretolarsi, così che il cliente imponga a se stesso una soluzione ricercandola in altre risposte a domande come “che consiglio daresti a un amico nella stessa situazione?”. Fino ad arrivare alla conclusione delle sessioni dove il cliente tira le somme insieme al coach, che lo fa riflettere sempre con vari interrogativi tra cui: “di cosa avevi più paura?”, “che cosa è cambiato in te?”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Secondo la sua esperienza cos’è che “blocca” le persone?

Quasi sempre l’aspetto da “aggiustare” è il trascorso del rapporto genitoriale che provoca conseguenze e blocchi nell’età adulta. Il segreto comunque sta nel capire e scovare il proprio “talento”. Talento non è solo il cantare bene o il saper dipingere, ma anche ad esempio il riuscire ad ascoltare, a socializzare. Quando le proprie qualità vengono tirate fuori e riconosciute, cresce la propria autostima e si riesce ad evolversi. Se invece ci si lascia prendere dalle insicurezze, dai dubbi, senza comprendere le proprie capacità, si cade nell’infelicità. 


Quanto chiedete ai vostri clienti?  

Non c’è una tariffa standard. Dipende da quanto  sei famoso o da quanta gavetta hai fatto o da quanto tempo lavori. I life coach possono chiedere da poche decine di euro a seduta, fino anche a parecchie centinaia. Ovviamente un “novellino” non può pretendere lo stesso compenso di un “master”. E comunque non possiamo fare più di dieci o dodici sedute perché si lavora solo sull’obiettivo e una volta raggiunto il cliente va via.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Life coach, counselor, motivatore…abbondano le nuove figure professionali che promettono di aiutare chi fatica a raggiungere i propri obiettivi. Ma non basterebbe un “normale” psicologo in questi casi?

Sia il counselor che il coach non curano né si occupano di alcuna patologia, quello è compito dello psicoterapeuta, che scava nel passato del paziente per curarne le problematiche anche con l’uso di farmaci. Se un cliente che ha la depressione mi chiede di superare un ostacolo o di “mettere a fuoco” un problema, io posso aiutarlo, ma non posso guarirgli la depressione. Il coach può essere solo di supporto al lavoro che spetta allo psicoterapeuta. Se mi accorgo che in un cliente prevale una patologia sono obbligata a demandare il compito al medico, altrimenti sarei da denuncia.  Il counselor è simile al life coach solo che lavora molto sulle “emozioni” per capire che cosa provoca il disagio che il cliente sta vivendo. Diciamo che mentre il counselor cerca di agire sui blocchi emotivi derivanti dal passato del cliente, il life coach lavora sul potenziale che la persona ha e gli fornisce gli strumenti per fargli raggiungere il suo obiettivo futuro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come il “motivatore” insomma…

Sì ma questa è un po’ un’”americanata”. Il motivatore “pompa” letteralmente le persone, le convince che possono spaccare il mondo e fa venir fuori la “positività” utilizzando una serie di tecniche da palco. Ma lo “spettatore” non avendo lavorato su se stesso, quando torna a casa, confrontandosi con la realtà, rischia di perdere quell’energia positiva inculcata e alla fine sta peggio di prima. Certo, può essere un’occasione per impegnarsi in un cambiamento, ma non si può sperare di salire “la scala per il successo” tenendo le mani in tasca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E invece il life coach cos’ha di diverso?

Il life coach ha dalla sua una serie di competenze acquisite con studi e pratica. E’ una cosa seria. Pensate che sia il coach che il counselor sono obbligati a fare psicoterapia e lavorare su sè stessi prima di affrontare il lavoro coi clienti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per concludere: riassuma in tre parole la chiave per il successo.

Il mio maestro, Max Formisano, ha inventato un acronimo: AIC, che sta per “Autodisciplina, Impegno e Costanza”. Racchiude in sé tutta l’essenza del lavoro del life coach. Però detta tra noi Aic ha anche un secondo significato: “Alza il culo”. Perché si può cambiare solo se ci si impegna a farlo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Scritto da

Lascia un commento
  • Mariaclaudia - La maieutica socratica:antica, ma sempre efficace! Si presta benissimo ai nuovi progetti di orientamento scolastico. Il problema centrale dei giovani, infatti, è avere prima consepevolezza di sé e poi anche fiducia nelle proprie capacità, per effettuare scelte professionali e per non farsi devastare dai errori, vissuti come fallimenti personali.
  • Antonio - Ho personalmente partecipato ad un corso di Max Formisano ed è stata un esperienza che mi ha migliorato, lo consiglio a tutti
  • ada - Fantastico lavoro: aiutare gli altri (anche se molto impegnativo) ... per quanto conosco Sabrina credo le calzi a pennello


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)