Bitonto, il mitico Gino Ancona tra battaglie e azioni clamorose
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sabato 6 ottobre 2012
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di Vincenzo Drago
Restauratore con un passato nel teatro, è sempre in prima linea quando si tratta di proteggere il bene comune, anche a costo di azioni clamorose. «Niente di particolare, per me è la quotidianità», spiega invece il barbuto libertario, riferendosi alla sua ultima "prodezza": la pulizia di Porta Baresana, l'ingresso monumentale di Bitonto annerito da un incendio lo scorso luglio. Al Comune si profila una spesa di 19mila euro per ripristinare il chiarore di quelle pietre antiche, ma i soldi vengono a sorpresa risparmiati. Due settimane dopo infatti Gino si presenta sotto la Porta e in 10 minuti cancella l'effetto delle fiamme, senza spendere un euro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un'operazione simile era avvenuta pochi giorni prima accanto all'ottocentesco teatro Traetta, deturpato da una scritta d'amore di troppo: altri duemila euro sono rimasti nelle casse del Comune grazie all'intervento di Gino. Un anarchismo fatto dunque di azioni concrete e non di utopie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Essere anarchici è mettere ordine nella complessità della vita e correggerla giorno per giorno: la rivoluzione non si realizza dall'oggi dal domani e non puo' essere violenta», chiosa l'artigiano mentre il primo vento d'autunno scuote la sua lunga chioma bianca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«L'anarchismo non è un'ideologia, ma un metodo per favorire gradualmente l'emancipazione dell'uomo da ogni potere - prosegue Ancona - e si muove contro ogni logica di schematizzazione dell'esistenza. C'è bisogno di coordinare i vari mestieri e renderli il più indipendenti possibili, visto che il potere sfrutta l'impossibilità della gente a costruirsi un futuro. È necessario dunque essere rivoltosi non solo nel tempo libero, ma 24 ore su 24, senza isolarsi dal mondo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E tra i tanti episodi che lo hanno visto protagonista, non si può non ricordare la famosa protesta dell'inverno 2004 contro i parcheggi interrati in piazza Moro, sempre nella sua Bitonto. «Si trattava di opere faraoniche ed inutili- spiega - ma nessun giornale mi dette retta fino a quando non mi accampai in piazza, iniziando uno sciopero della fame durato 43 giorni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Le forze dell'ordine tentarono di arrestarmi durante un comizio di Nichi Vendola, ma i cittadini insorsero. Rischiai addirittura il trattamento sanitario obbligatorio», racconta Ancona, in seguito assolto per la sua opera di controinformazione solitaria. Diversi furono i parcheggi che non videro la luce o finiti di recente nelle beghe legali che hanno coinvolto il gruppo imprenditoriale De Gennaro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oggi Gino è segretario del Coordinamento per la difesa del patrimonio culturale e contro le devastazioni, nonchè membro di spicco di Arti e mestieri, sindacato che promuove l'autogestione nel lavoro. In molti a Bitonto lo vorrebbero sindaco ma lui, fedele al filosofo Proudhon, non ci pensa nemmeno. «Non sostituirò mai un potere con un altro».
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I commenti
- Arcangelo - L'impegno profuso da Gino è lodevole ma il personaggio viene sopravalutato. Molti bitontini lo considerano un fenomeno folkloristico.
- Assasin - Beh, se molti bitontini lo considerano un fenomeno folkloristico, direi che lo stanno sottovalutando, piuttosto