Fare la linguaccia su facebook: un simbolo alla ricerca del ''mi piace''
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mercoledì 24 ottobre 2012
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di Federica Addabbo
«Sì, ormai è una vera gara», racconta Sara di 13 anni. Un po' di trucco, capelli sciolti e fluenti, sguardo ammiccante e lingua da fuori. Così pubblica la sua foto ed ecco che riesce in pochi minuti ad avere 10 “mi piace” dei suoi compagni e poi anche 500 notifiche nell'arco di poche ore. Magari crea proprio un album di foto e lo intitola con i nomi più accattivanti (di cui non si conosce spesso il significato) per attirare l'attenzione dei ragazzi coetanei.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Così ha fatto Paola di 13 anni, dopo aver invitato a casa un'amica. Si è chiusa in camera con lei per realizzare autoscatti (mentre erano truccate, in posa, vestite apposta) da pubblicare in tempo reale sul social network. Un tempo si giocava a “fare le signore”, truccarsi e acconciare i capelli come le madri, ma rimaneva un ludo confinato nelle pareti di casa o del cortile. Oggi, “giocare alle signore” in rete consente a chiunque di accedere alle immagini, talvolta di divertirsi a commentare con malizia, a danno solo delle piccole lolite, che si mettono “in vetrina”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Protagonista indiscussa è sempre la linguaccia, presentata in tutti i modi. Ma cosa si vuole esprimere con questo gesto? Il bambino la mostrava per scherno e dispetto, lo scienziato Albert Einstein per dimostrare il suo anticonformismo durante un assalto della stampa, i Rolling Stones la adottarono come proprio simbolo in segno di trasgressione. Ma i ragazzi perchè non perdono mai l'occasione di esibirla, perchè propria la lingua?
C'è chi risponde, come Francesca, «per apparire simpatica». Altri, come Luca, afferma candidamente: «Lo faccio senza un perchè».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Probabilmente è solo una moda che trae energia dall'emulazione. Il "fenomeno" va comunque inserito nel contesto più ampio della trasgressione e dell'esibizione di cui sopra, così come spiega lo psicoterapeuta Saverio Costantino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ormai - dice l'esperto - ci troviamo in un contesto di una piazza virtuale: trasgredire davanti a due amici non è lo stesso che trasgredire dinnanzi a 500 amici su Facebook. Viviamo in una società in cui l'ostentazione e il mostrare sono un imperativo categorico a cui non si sfugge facilmente. Noi- conclude l'esperto - pubblichiamo le foto che crediamo rappresentino il "nostro meglio", quelle che ci ritraggono in determinate pose, gesti, contesti. Lo facciamo, inconsapevolmente, per essere apprezzati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
O meglio, per ottenere più "mi piace" possibili.
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Scritto da
Federica Addabbo
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