Bari, spopola lo yoga all'aperto: «Ma attenti a teppistelli e guardoni»
Letto: 21869 volte
lunedì 17 luglio 2017
Letto: 21869 volte
di Antonio Bizzarro
Il primo gruppetto di habituè lo troviamo sul prato di Parco Perotti, sul lato est, dove l'ombra si allunga più tardi. Sono sei ragazzi agli "ordini" di Valentina Gasparro, istruttrice di Hatha yoga, il tipo più diffuso in Occidente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Inizialmente abbiamo fatto una prova nel parco Don Tonino Bello, a Poggiofranco – ci dice Valentina -. Ma è stata un'esperienza deludente: alcuni bulletti hanno cominciato a deriderci e uno di loro ha lanciato una pigna sulla schiena di una nostra ragazza, per poi far esplodere un petardo nelle vicinanze. Dopo questo episodio abbiamo deciso di spostarci qui, dove per ora abbiamo trovato il giusto silenzio, anche se è triste pensare che nelle aree verdi pubbliche queste attività siano ancora così "difficili" da accettare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per l'occasione ci uniamo alla lezione che sta per prendere il via. Muniti di tappetini i praticanti assumono diverse posizioni suggerite dall’insegnante, le cosiddette "asana": si tratta di una serie di posture che secondo la filosofia orientale produrrebbero notevoli benefici psicofisici. Rivolti verso il sole che ormai lambisce l'orizzonte, partiamo con quella più classica, rimanendo cioè seduti con le gambe incrociate e le braccia larghe poggiate sulle ginocchia. Gradualmente cambiamo asana allungando le braccia verso l'alto e affrontiamo movimenti sempre più impegnativi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra questi vi è la Adho mukha svanasana, la posizione del cane che guarda in giù: in effetti si realizza mettendosi "a quattro zampe", reggendosi cioè su mani e piedi fino a formare col corpo una specie di triangolo. Si tratta di un esercizio che fortifica gli arti e la schiena. Particolare è anche la Bhujangasana, la postura del cobra, con cui ci si distende proni sulla pancia e si alza il busto facendo leva sulle mani: in parole povere ci si protrae verso l'alto proprio come fa il temibile serpente, il tutto per combattere i dolori della colonna vertebrale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Finita la pratica salutiamo i giovani di Valentina e ci avviamo verso la spiaggia di Pane e Pomodoro. Qui incontriamo un manipolo di signore alle prese con il pilates, un insieme di esercizi motori eleborato all’inizio del 900 sulla base di antiche discipline orientali. «È un modo salutare, sportivo e dinamico di vivere il mare», evidenzia sorridente la maestra Silvana. Le sue allieve la pensano allo stesso modo. «Fare yoga in un luogo come questo ti "coinvolge" i sensi», afferma per esempio Rossella.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Su un pontile della spiaggia, a una manciata di metri dalle onde che si infrangono sulla battigia, avvistiamo un altro piccolo raduno di praticanti. Sono sorvegliati dalla 34enne Antonella De Palo e dal suo fedele cane Banzi. «Il gruppo si chiama "Yoga senza fissa dimora" - ci dice l'insegnante - e in estate si ritrova in questo angolo di pace».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche lei ha ben presente i problemi che possono sorgere uscendo dai soliti posti al chiuso. «Bisogna sempre stare attenti a evitare i disturbatori che rovinano la concentrazione - sottolinea Antonella - ragazzini che possono schernirci, ma anche adulti che ci guardano in modo malizioso per via delle pose "accattivanti" richieste da alcune attività».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Salutiamo l’insegnante e ci spostiamo ora verso sud, sulla spiaggia di Torre Quetta. Anche quest'area è un punto di riferimento per gli "irriducibili" della meditazione "outdoor": c'è chi si dispone sulla pedana di cemento bagnata dall'acqua e chi sfrutta lo spazio antistante il campo da basket.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Scambiamo due chiacchiere con Davide Ghiottone, pioniere dello yoga all'aperto a Bari. «Ho cominciato a farlo nel 1989 e da allora non mi sono più fermato - racconta l'esperto -. Ogni località era buona per "evadere" dal chiuso: la Foresta Umbra, la Foresta Mercadante e persino il "boschetto delle fate". Vengo a Torre e Quetta anche d'inverno, la mattina presto: è il modo migliore per entrare in simbiosi con la natura, il sole, il mare, la luce e tutto ciò che respira».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Davide riesce a trovare anche un lato positivo nella invadente curiosità dei passanti. «Capita che alcuni ti guardino con strafottenza pensando che tu stia per fare qualche numero da circo - ammette -. C'è da dire però che in tanti si sono avvicinati al nostro mondo proprio osservandoci per caso in luoghi pubblici».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci congediamo da Davide e rientriamo verso il centro cittadino. Su una palazzina del lungomare, in piazza Diaz, notiamo "#eastwest", l'enorme murales realizzato dall'artista di strada Maupal che raffigura San Nicola in una posizione a noi ora familiare: quella del cobra. Ma nonostante l’invito del suo Patrono, forse Bari non è ancora pronta per accogliere queste “strane” pratiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Antonio Bizzarro
Antonio Bizzarro