La città sepolta: sotto il centro di Bari si nasconde un enorme cimitero di 2500 anni fa
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venerdì 15 giugno 2018
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di Federica Calabrese
La storia è questa. Nel VI secolo a.C. Bari faceva parte della Magna Grecia e si stava sempre più espandendo e popolando: a un certo punto fu chiaro ai cittadini che sarebbe servito un posto dove seppellire i propri defunti. Fu scelta quindi un territorio lontano dall’area dove si svolgeva la vita quotidiana, fuori dalle mura del centro storico (all’epoca già esistenti).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La necropoli nacque quindi in quella parte di città che fino a qualche tempo fa veniva denominata piazza Cavour, ovvero la zona che oggi, ospitando alberi e statue, funge da spartitraffico tra i due sensi del corso omonimo. All’inizio si estendeva tra le attuali via Piccinni e via Calefati, ma con il passare del tempo si allargò fino a piazza Moro (a sud-ovest) e piazza Massari (a nord-ovest).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il primo riferimento a questa enorme zona di sepoltura lo ritroviamo nei diari di viaggio di Parrino, un erudito del Settecento, che riferisce come nel 1612 in occasione dell'apertura di una nuova porta nelle mura, all'altezza dell'attuale Piazza del Ferrarese, fu scoperto un grande tumulo del IV secolo a.C.. Conservava le ossa di un inumato con ancora indosso un abbigliamento militare e con delle medaglie recanti la figura di una nave sulla quale si ergeva un cupido alato (il cosiddetto “Barione”, primo simbolo della città).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma è nel XX secolo, con l’espansione del centro urbano, che vengono alla luce i più importanti reperti. Nel 1900 durante degli scavi effettuati in corso Vittorio Emanuele sono diseppellite numerose tombe del IV secolo a.C. contenenti pezzi unici quali due crateri fliacici a figure rosse con scene mitologiche, oggi conservate nel Museo di Santa Scolastica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Durante le indagini del 1906 in via Intendenza emergono invece 27 oggetti (vasi, piatti, lucerne, ampolle), mentre dai lavori per la posa di una condotta in via Principe Amedeo, all'altezza del civico 48, sono evidenziate altre due sepolture. A partire dagli anni 30 vengono poi ritrovati a soli tre metri sotto il suolo, nell'area dell'attuale Piazza Massari, numerosi sarcofagi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Arriviamo infine agli anni 70, quando tra abbattimenti e nuove costruzioni, vengono documentati anche fotograficamente alcuni rinvenimenti. Tra questi un tumulo del V secolo a.C. disotterrato all'inizio di corso Italia, contenente un ricco corredo composto da cinque vasi tardocorinzi e un cratere a colonnette a figure nere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sembra anche che una tomba sia stata scovata nell’attuale piazza Aldo Moro per essere poi murata e “conservata” all’interno della fontana che domina il largo davanti alla stazione.
Infine tra il 1972 e il 1978 videro la luce ben dieci tombe all'altezza di Santa Scolastica (all’epoca fuori dalle mura del centro storico), con corredi ricchi e variegati: anfore apule, mortai, patere, dolii di impasto, brocchette, cuspidi di lance in ferro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma le vaste aree di sepoltura non si limitavano al centro. Diramazioni del cimitero principale sono state infatti scoperte nel rione Madonnella: una tra via Abbrescia e via Celentano e l’altra in via Tanzi. Così come nella zona del quartiere San Pasquale compresa tra via Capruzzi, via Lattanzio, via Amendola, via Castromediano e vico Capurso, furono trovati ulteriori sarcofagi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di tutti questi rinvenimenti oggi ci è rimasta qualche foto e pochissimi reperti: tutto è stato nuovamente seppellito per far posto a moderne costruzioni, alti palazzi e binari della ferrovia. Ma i baresi è bene che lo sappiano: sotto la città si nascondono migliaia di morti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Fonte: "Archeologia di una città: Bari dalle origini al X secolo" di Giuseppe Andreassi e Francesca Radina (1988)
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