Giocare ai videogames in compagnia, come negli anni 80: a Bari apre una "sala lan"
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giovedì 22 novembre 2018
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di Giuseppe Dulcamare
Oggi però qualcosa sta cambiando: in tutto il mondo stanno nascendo le cosiddette "sale lan", ovvero locali pubblici dove è possibile cimentarsi con i moderni videogiochi ma in compagnia, proprio come si faceva un tempo. Anche a Bari ne è sorta una: si chiama "Esports gamer's room" e ha aperto tre mesi fa in viale Unità d'Italia.
«Questo posto – ci spiega l’ideatore, il 23enne Vito Pupillo - è pensato non solo per la sua funzione ludica ma anche come punto di aggregazione. Chi viene qui vuole stare a contatto con altri giocatori per divertirsi di più. Così capita di vedere "tamarri" mischiarsi con i "nerd" e adulti competere con minorenni. Di ragazze ne vengono poche, anche se c'è un gruppo che frequenta assiduamente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al suo interno ci sono 14 postazioni, tutte fornite dei videogiochi più in voga, che permettono anche di dar vita a sfide tra gli avventori. «Faccio un salto ogni giorno - spiega il 23enne Antonio, habitué del locale -. E’ bellissimo duellare "faccia a faccia" con un avversario per poi magari prenderlo in giro dopo averlo battuto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ed è anche per questo motivo che il titolare sta dando vita ad alcuni tornei con premi in palio. Del resto i "must" del momento ci sono tutti: Fifa e Pes tra i "titoli" sportivi, un gioco di ruolo di successo come Spiderman, il multiplayer online di League of legends e soprattutto Fortnite, "sparatutto" che spopola anche tra rapper, attori e calciatori famosi come Ibrahimovic.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Vito però sta notando una certa diffidenza verso la “sala lan” barese. «In Italia - evidenzia il proprietario - non ci si è accorti delle grandi potenzialità di questa idea. Nel resto del mondo misurarsi con i videogiochi è diventato uno sport e ci sono campionati che attirano grandi investimenti. Ma qui il tutto è ancora visto come una "malattia" che dà dipendenza: creare una "cultura" a riguardo è veramente complicato».
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Scritto da
Giuseppe Dulcamare
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