Documenti, foto e cimeli: è il tesoro del barese Nico, nato e cresciuto nella Chiesa Russa
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giovedì 6 febbraio 2020
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di Salvatore Schirone - foto Antonio Caradonna
Siamo andati a trovarlo proprio in questo "museo": una stanza ricavata all’interno della chiesa che sarà inaugurata domani, 7 febbraio 2020. Si tratta di un piccolo ambiente che conserva però innumerevoli tesori. Centinaia di foto e cartoline originali, oltre a 500 articoli, lettere autografe, video, targhe, riproduzioni a stampa, medaglie, timbri, cimeli e suppellettili che abbracciano oltre un secolo di storia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Stradiotti, ex agente di polizia municipale, conosciuto nel quartiere semplicemente come “Nico”, ha cominciato a raccogliere questo materiale da quando aveva otto anni. «Sono nato nella Chiesa Russa - ci racconta - mio padre, impiegato comunale, ha lavorato qui come custode dal 1956 al 1983. Abitavamo in un sottoscala: un cucinino, due camere da letto e un bagno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cresciuto a pane e incenso, Nico ha respirato e amato ogni particolare del misterioso edificio. Con un interesse maniacale, che non lo ha mai abbandonato, si è informato su fatti, persone ed eventi, senza lasciarsi mai scappare anche la più piccola traccia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Troviamo ad esempio l’uomo seduto a un vecchio tavolo. Ma attenzione, il mobile è un gioiello: fa parte degli arredi disegnati minuziosamente da Alaksej Victrovic Schusev in persona, l'architetto che progettò e realizzò l'intero complesso sacro, come mostrano alcuni suoi disegni da poco riscoperti negli archivi di Mosca (e in possesso di Stradiotti). Tra l’altro qui si trovano anche due sedie originali (mirabilmente intagliate) che sono in attesa di un completo restauro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulla parete campeggia invece una rara stampa che raffigura la chiesa appena completata. È una delle otto uniche riproduzioni, una delle quali fu donata a Vadlimir Putin in visita a Bari nel 2007. In quell’occasione il presidente russo visionò l’archivio di Nico e ne restò colpito. Fu da quel giorno che per lui arrivarono i primi riconoscimenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tante le altre chicche esposte in apposite teche, troviamo una piccola raccolta di medaglie e monete commemorative, un curioso catenaccio a forma di aquila bicipite superstite di un vecchio cancello e alcuni timbri per sigilli in ceralacca che, cosa ignorata fino ad oggi, testimoniano la passata presenza di un consolato russo all’interno dell’edificio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Innumerevoli sono poi le fotografie d’epoca, che raccontano tutte le tappe della vita del tempio. Dall'acquisto del terreno in via Carbonara nel 1911, lì dove sorgeva l'antica villa Scorcia. Alla costruzione, in concomitanza della posa della prima pietra, di una chiesetta provvisoria che sorgeva nell'attuale giardinetto Chiara Lubich. E via via istantanee che testimoniano tutte le singole fasi dell’edificazione e anche dei successivi lavori di ristrutturazione, come quelli della cupola intervenuti negli anni 1966-1969.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E infine il pezzo forte. Sul suo computer Nico ci mostra il video inedito dell'incendio del 7 aprile del 1973, di cui vi abbiamo parlato in un precedente articolo.
Sono 32 secondi girati da un autore sconosciuto, presumibilmente dal balcone di un appartamento di viale della Repubblica. Immagini mai viste fino ad ora: documentano le fiamme enormi che avvolgono il tetto sud dell’ospizio dei pellegrini, minacciando di espandersi in tutto il resto della chiesa. Dai raccoglitori sbucano anche foto che rivelano un’enorme colonna di fumo nera che sbuffa dal tetto, estendosi in cielo sotto lo sguardo attonito dei passanti.
Per fortuna però quel giorno la Chiesa Russa si salvò, assieme all’abitazione di Nico e ai tanti documenti oggi conservati e accuditi in questa “stanza dei tesori” nascosta nel cuore del quartiere Carrassi.
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (montaggio di Gianni de Bartolo): l'incendio della Chiesa Russa del 7 aprile 1973:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Salvatore Schirone
Salvatore Schirone
Foto di
Antonio Caradonna
Antonio Caradonna
I commenti
- vincenzo d'acquaviva - Sono stato in quel collegio dalla prima alle quarta elementare. Dal 1953 al 1957. Sono nato a Mola di Bari nel 1947. Mi farebbe piacere contattare il Sig. Nico Stradiotti. A tal proposito sto mettendo a punto una pubblicazione per ricordare quel periodo della mia vita trascorsa nell'Istituto Michele Diana, insieme ad altri venti molesi, in quel periodo. Grazie per la cortese attenzione e collaborazione.
- luigi - sempre puntuale e preciso. Grazie Salvatore
- ROMEO - IO INVECE CI SONO STATO X 4 ANNI DAL 62 AL 66 . L'ISTITUTO ERA MANTENUTO DALLE SUORE E MI RICORDO ANCORA I LORO NOMI UNA ERA MINGHERLINA E PICCOLA E AVEVA SEMPRE GLI OCCHI CHE GLI LACRIMAVANO !!!!!!!!!! SI CHIAMAVA SUOR FILIPPINA POI UNA ROBUSTA ADDETTA ALLA CUCINA CHE ORA NON MI SOVVIENE IL NOME !!!!!!!!!!!! E POI UNA DI UNA CATTIVERIA UNICA VISTO CHE PURTROPPO AVENDO APPENA 4 ANNI FACEVO LA PIPI' A LETTO E X PUNIZIONE MI FACEVANO DORMIRE SU DELLE TAVOLE SENZA PIGIAMA E UN VECCHIO CAPPOTTO ADDOSSO A MO' DI COPERTA . QUANDO VENIVANO GLI ASSISTENTI SOCIALI AL MIO LETTO VENIVA RIMESSO IL MATERASSO . RICORDO IL NOME DEL PRETE CHE VENIVA TUTTE LE MATTINE A DIRE LA MESSA E NOI ERAVAMO OBBLIGATI A SENTIRLA, E SI DICEVA IN LATINO . IL PRETE SI CHIAMAVA DON CARLO E AVEVO COME PROFESSORE UNO CHE USAVA SEMPRE DARE DELLE BACCHETTATE FORTI SULLE MANI ALLA MINIMA OCCASIONE , MENTRE LE SUORE UNAVANO UNA MAZZA X DARCELE IN TESTA , NON VOGLIO PIU' CONTINUARE ALTRIMENTI CI STO MALE
- Vittorio - Molto interessante come smpre