Adria, Palace, Moderno, Oriente, delle Nazioni: la storia dei 5 hotel più antichi di Bari
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martedì 25 febbraio 2020
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di Mattia Petrosino e Marianna Colasanto - foto Sonia Carrassi
Se alcuni hotel nel tempo hanno cambiato destinazione d’uso (vedi il caso del 7 Mari o dell’Ambasciatori, le cui stanze sono state convertite in appartamenti e uffici), altri continuano da decenni a dare un ricovero a clienti provenienti da tutto il mondo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In città del resto ce ne sono addirittura 5 fondati più di 60 anni fa: l’Adria, l’Oriente, l’albergo delle Nazioni, il Moderno e il Palace. Siamo andati a visitarli (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il nostro viaggio inizia da via Zuppetta, una stradina situata “sotto” il ponte di corso Cavour e famosa per avere ospitato fino al 1962 “l’ambiguo” condominio della Socia. Qui si trova il più antico hotel della città: l’Adria, attivo dal lontano 1922. Si tratta di un albergo a 3 stelle con 38 camere tramandato di generazione in generazione all’interno della stessa famiglia: i Lippolis.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È ubicato in un palazzo di fine Ottocento di color mattone, con ringhiere in ferro battuto e finestre arricchite da timpani e cornici decorate. Si erge su cinque piani, l’ultimo dei quali è caratterizzato, sulla facciata posteriore, dalla presenza di un funzionante orologio da torre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entriamo dunque nella hall, lì dove tra le volte a crociera in pietra trovano spazio alcune lunette dipinte con affreschi di inizio secolo del pittore Umberto Colonna. Sulle pareti notiamo anche un’antica foto che immortala l’albergo appena realizzato e il sottovia Luigi di Savoia, a quell’epoca attraversato da carrozze trainate da cavalli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«L’Adria fu infatti fondato nel 1922 - ci raccontano le proprietarie Mariateresa e Licia -. A realizzarlo fu il nostro bisnonno Felice Lippolis. Lui era un pasticciere ma alla fine dell’Ottocento ottenne in dote dalla moglie questo fabbricato che decise di trasformare in hotel, innalzandolo di altri tre piani».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il nome Adria fu scelto da Felice per due ragioni: risultare tra i primi nomi dell’elenco telefonico e rimandare al nome del mare Adriatico su cui si affaccia la Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Noi due rappresentiamo la quarta generazione – affermano le padrone di casa –. Abbiamo preso in mano le redini dell’attività nel 1985 da nostro padre Felice, che a sua volta lo aveva ereditato dal nonno Giuseppe. Nel corso degli anni abbiamo ospitato diversi personaggi famosi e ci rende orgogliose il fatto che l’hotel sia stato scelto recentemente per girare una scena di un film con protagonista Sophia Loren».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci congediamo dalle signore e proseguiamo il nostro viaggio su corso Cavour, lì dove alle porte dell’elegante “Quartiere Umbertino”, si trova lo splendido edificio che ospita dal 1928 l’Hotel Oriente: Palazzo Marroccoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fu progettato dall’ingegner Orazio Santalucia, che utilizzò una innovativa soluzione ingegneristica composta da un telaio in calcestruzzo sotto una decorazione eclettica in stile floreale dai riflessi rosa realizzata dai fratelli Prayer. Tra le sue chicche va citata la sala Beethoven, adibita oggi a conferenze, la cui particolarità risiede nella vetrata in stile liberty che avvolge il soffitto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Calpestando un elegante tappeto, entriamo dunque nella hall, contraddistinta da pavimentazione in marmo. Ad accoglierci c’è la direttrice, Giovanna Petrosillo. «L’edificio – ci dice – è conosciuto anche come Palazzo Marroccoli, dal cognome del primo proprietario, Michele: un industriale che sfidò il Comune di Bari che vietava la costruzione di altri politeami nel capoluogo, dando vita all’interno dell’hotel anche al teatro Oriente, dotato di 2mila posti a sedere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Teatro che dopo poco fu trasformato in cinema: una destinazione che ha mantenuto per decenni fino a quando, nel 2002, una sala bingo ha preso il suo posto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’hotel, a 4 stelle e dotato di 75 camere, negli anni 80 ospitò i vari cantanti che si alternavano sul palcoscenico del “mitico” festival Azzurro, che si teneva nel vicino Petruzzelli. «Tra l’albergo e il teatro – ricorda la direttrice - veniva posizionata una passerella con tanto di tappeto rosso: permetteva agli artisti di entrare direttamente nel politeama circondati dai fan in delirio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci spostiamo ora sul lungomare Nazario Sauro, lì dove ad angolo con piazza Diaz si erge dal 1935 l’iconico Gran Hotel delle Nazioni, soprannominato il “Transatlantico” per via della sua forma.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nato con il nome di “Imperiale”, fu progettato dall’ingegnere romano Alberto Calza Bini e arredato dall’artista futurista bulgaro Nicolaj Djulgherov. Si presenta con uno stile razionalista e una particolare forma semicilindrica: soluzione architettonica con cui si risolse in modo elegante la sua posizione angolare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oggi rappresenta l’unico cinque stelle della città, con 122 stanze che si affacciano sul mare. Anche se dal 1977 al 2012 il “delle Nazioni” passò anni bui, divenendo prima alloggio per gli studenti fuori sede e poi ufficio tributi. Solo otto anni fa, dopo una lunga ristrutturazione, è ritornato infatti a essere un hotel.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La direttrice è la stessa dell’Oriente. «La differenza tra i due alberghi – ci spiega – è data dalla clientela. Il primo è scelto da chi vuole alloggiare in pieno centro, di solito persone che sono a Bari per affari. Il secondo invece vanta una clientela più varia ed “eccentrica”, che dà più importanza alla vicinanza del mare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Del resto la struttura ha sempre avuto un forte legame con il mondo dello spettacolo. Nel 1973 furono ambientate qui alcune scene del film “Polvere di Stelle” e un tempo, in quella che è oggi la sala delle Nazioni, era situato un teatro: il Prometeo circolare. Questa stanza conserva ancora la caratteristica cupola illuminata da tante piccole celle tonde: all’epoca serviva sia da lucernario che da amplificatore per i suoni degli spettacoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il quarto albergo storico di Bari si trova in via Crisanzio, nell’isolato tra via de Rossi e via Quintino Sella. Si tratta dell’Hotel Moderno, a tre stelle e 29 camere. Purtroppo però non abbiamo avuto modo di approfondire la sua storia, visto che il proprietario si è dichiarato «non interessato all’articolo», riferendoci solo l’anno di realizzazione: 1945.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il nostro viaggio si conclude così in via Lombardi, piccola traversa di corso Vittorio Emanuele, posta alle spalle dell’ex Tribunale militare di Bari. Qui dal 1956 si trova il “quattro stelle” Palace Hotel, dotato di 195 stanze. Progettato dall’architetto Dino Pezzuto, si presenta su sei piani e un esterno color ocra molto essenziale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’interno è invece molto lussuoso, tra marmi e pianoforti a coda. La hall ospita anche due importanti dipinti settecenteschi: “Ercole che libera Prometeo”di Jonas Hoffman e “Dedalo mette le ali a Icaro” di Joseph Marie Vien.
Incontriamo qui la direttrice dell’albergo, la 45enne Francesca Bruno, che ci conduce alla scoperta della struttura. Tra le stanze speciali c’è la numero 714, dove nel 1980 ha soggiornato l’allora presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, venuto a Bari in visita ufficiale. Quando entriamo nella suite notiamo un tavolo e un divano in pelle palesemente consumati dal tempo. «Li abbiamo appositamente lasciati così perché sono gli arredi originari utilizzati da Pertini», ci dice Francesca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altra particolarità è il Palace Cafè, oggi un bar ma negli anni Sessanta sede di una delle prime discoteche del capoluogo: il “Salone degli Specchi”. Un luogo che per le luci soffuse, gli arredi scuri e le sedute in velluto, fa ancora pensare a un night club.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La nostra visita termina però sulla terrazza dell’hotel, da dove è possibile godere di un’invidiabile vista sul vicino centro storico, con il campanile della Cattedrale che pare fendere il cielo dell’ospitalissima città di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Mattia Petrosino
Mattia Petrosino
Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
Foto di
Sonia Carrassi
Sonia Carrassi
I commenti
- Mariano Argentieri - Giuseppe e Nicola Lippolis furono i gestori dell'hotel Adria e hotel Corona, quest'ultimo sorgeva su via Piccinni angolo via Sparano (al tempo Vittorio Veneto). Nicola Lippolis nel 1951 era presidente dell'Ente promozione turismo e creò il Maggio Barese. NOTA: il palazzo della Socia sorgeva in piazza Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi tra il n. 17-27 (al tempo piazza Di Vagno) affianco al palazzo Di Cagno oggi Banco di Napoli.