Le bande, patrimonio musicale in difficoltà: l'esempio della ''Verdi'' di Giovinazzo
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lunedì 21 gennaio 2013
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di Eva Signorile
Abbiamo fatto visita a una delle bande più note del barese (una tra le 2093 in Italia, di cui 103 nella sola Puglia): la “Grande orchestra di fiati Giuseppe Verdi” di Giovinazzo. È una “banda da giro”, ovvero itinerante, che si differenzia dalle cosiddette “bande di paese” che suonano nel proprio comune in occasione di determinati eventi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ore di prove, ritmi spesso serrati, giorni scanditi da sfilate, “matinée” (i momenti di esibizioni al mattino) e “soirée” (esibizioni serali che prevedono programmi musicali codificati) e notti trascorse in branda, nei locali delle scuole e delle palestre dei paesi che le ospitano: la vita di una banda non è sicuramente semplice e richiede un’attitudine alla disciplina che non riguarda la sola preparazione musicale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nei suoi 18 anni di vita, la “Giuseppe Verdi” ha girato quasi tutto il Meridione, con i suoi 40 componenti, fra i quali, caso raro, una decina di donne. «Non è usuale vedere tante presenze femminili in un’orchestra di questo genere - spiega Mauro, portavoce del gruppo e flauto ottavino - visto che la vita in banda è stressante e difficile, soprattutto quando ci sono le tournée lunghe, quelle di 200 giorni». Eppure, per cinque anni, la banda è stata diretta da donne: i “maestri” Dominga Damato prima e Paola Vizzi poi. Da questa stagione invece i musicisti sono guidati da Giuseppe Basile, originario di Gravina di Puglia.
Per i bandisti la stagione inizia con la festa di San Trifone ad Adelfia che si celebra nei primi dieci giorni di novembre e costituisce un punto di riferimento per tutte le bande del Sud Italia. «In questa fiera delle feste patronali - spiega Mauro - si raccolgono le orchestre, i fuochisti e gli esperti di luminarie del Meridione. Tutto ciò, insomma, che ruota intorno alle feste di paese, con gli stand e la possibilità di concludere i primi contratti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le bande musicali, malgrado gli accorati appelli del Maestro Muti, continuano però per numerosi motivi ad attraversare un periodo di grandi difficoltà economiche. «È aumentata la concorrenza - ci racconta Mauro -. Prima le bande erano molte di meno e chi vi suonava lo faceva spesso per lavoro. Adesso non si è più retribuiti in maniera stabile. Chi suona lo fa per hobby e si lavora con contratti che generalmente coprono giusto le spese sostenute per la trasferta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In un momento in cui i Comuni si trovano a dover fare i conti con budget sempre più risicati, anche la vita delle bande si fa più difficile. Si cerca così di far fronte alle spese di gestione ricorrendo all’autotassazione e andando alla ricerca di sponsor, oppure costituendosi in scuole musicali che rappresentano spesso la naturale anticamera del Conservatorio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Malgrado le tante difficoltà comunque l’universo bandistico presenta molti lati piacevoli, spesso dai risvolti “rosa”: qui nella banda Verdi, ad esempio, ci sono almeno quattro coppie che si sono conosciute fra gli spartiti e le tournée. E poi c’è la presenza dei più piccoli. Proprio i ragazzini rappresentano la speranza di vita delle bande, come è stato per Corrado, che le frequenta dall’età di sei anni e che, ormai adulto, suona la tromba nella “Verdi”, della quale continuano tuttora a far parte alcuni adolescenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le bande musicali sono nate con un fine importante, quello di far conoscere la musica colta ai meno abbienti, che non avevano la possibilità di andare a teatro. Quest’anno ricorre il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, chissà che non sia di buon auspicio affinchè queste storiche orchestre possano ritornare ad occupare un posto di primo piano nel panorama culturale italiano.
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