di Federica Calabrese

Santa Scolastica e San Pietro: lì dove è possibile ripercorrere la storia più antica di Bari
BARI – È il luogo di nascita di Bari, lì dove tutto è iniziato 4mila anni fa. Parliamo dell’area di Santa Scolastica e San Pietro: il punto più a nord della città vecchia, la cui visita permette di ripercorrere la storia più antica del capoluogo pugliese.

Perché questa zona che guarda il mare è stata frequentata da tutti i popoli che si sono succeduti sul territorio nel corso dei secoli. E così capanni preistorici, chiese, monasteri e bastioni appartenenti a epoche diverse si sovrappongono strato dopo strato, delineando il profilo del più importante sito archeologico di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non è quindi un caso che proprio qui sia nato nel 2018 il Museo di Santa Scolastica, che “racconta” attraverso numerosi scavi e reperti il passato della città.  Siamo quindi andati a visitare questo luogo partendo dall’entrata dell’esposizione, situata su piazzale Cristoforo Colombo, largo che si affaccia sul Lungomare Imperatore Augusto. (Vedi foto galleria)

Il Bastione Una volta varcata la soglia del Museo ci ritroviamo subito nel Bastione cinquecentesco voluto dalla duchessa Bona Sforza. Costruito per scopi prettamente difensivi, si andò a integrare con le antiche mura di cinta della città, i cui primi blocchi risalgono all’Età Ellenistica (IV secolo a.C.).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’ambiente, in muratura chiara, è illuminato da piccoli faretti e percorso da un “sentiero” a vetrate che mostra sotto i piedi la base del bastione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E non solo. Perché nel sottosuolo sono anche presenti i resti di una chiesa dell’XI secolo, che potrebbe essere quella dedicata ai santi Giovanni e Paolo citata in numerosi documenti medievali. Del tempio oggi è visibile soprattutto il pavimento, creato da una serie di riquadri di varia grandezza, all’interno dei quali tasselli triangolari, romboidali e circolari formano disegni astratti e trame particolari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il monastero di Santa Scolastica Lasciato il Bastione, proseguiamo il nostro viaggio all’interno del Museo che si snoda tra i locali che fino all’800 ospitarono un monastero femminile, di cui sono ancora visibili pilastri, archi, volte e pavimenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La storia del convento inizia tra il 1068 e il 1071, quando le “Benedettine Negre” per sfuggire all'assedio da parte del normanno Roberto il Guiscardo, abbandonarono la comunità di Trinità fuori le mura. Decisero così di fondare un nuovo luogo sacro dedicato a Santa Scolastica, sfruttando strutture monastiche già esistenti, probabilmente risalenti all’VIII secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un complesso che, all’epoca posto sul mare, era munito di ormeggi per le barche: attracchi che le suore noleggiavano ai marinai in cambio di denaro. Un’attività, questa, che assicurava all’ordine ingenti proventi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il convento fu ampliato notevolmente nel corso dei secoli. Tra le varie ristrutturazioni vanno ricordate quella del 1120 guidate dalla badessa Guisanda Sebaste (il cui sarcofago è esposto nelle sale del museo) e gli ampliamenti effettuati nel XII secolo, quando fu costruita nel 1182 una nuova chiesa dedicata a San Basilio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dopo un grosso incendio del 1579 che provocò la distruzione di un terzo del monastero, nei secoli che seguirono la comunità religiosa dovette affrontare povertà e carestie che condussero a un declino del luogo di preghiera. Ma alle soglie del XVIII secolo, quando si rischiava un imminente crollo, intervenne finalmente l'arcivescovo Michele d'Althan: diede così il via a una serie di definitivi restauri che regalarono al complesso l’aspetto attuale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il Museo archeologico – Come detto all’interno dell’ex convento è stato allestito il Museo archeologico di Santa Scolastica, inaugurato nel 2018. Qui è da rimarcare soprattutto la grande sala espositiva che accoglie manufatti che ripercorrono tutta la storia più antica di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si va dal vasellame dell’Età del Bronzo ai corredi funerari peuceti, sino ad arrivare ai vasi greci a figure rosse e a gioielli di epoca romana. Tra questi l’anello d’oro risalente al I secolo d.C. con gemma incisa. Raffigura Roma-Minerva che regge lo scudo e la lancia, mentre una Vittoria le porge la corona.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di rilievo è anche la sala medievale denominata "Vita nel Monastero", dove spiccano alcuni pozzi. Uno di essi, riutilizzato come approvvigionamento di acqua nel XII e XIII secolo, fu convertito a immondezzaio del monastero. E tra teche che accolgono brocche, piatti e utensili da cucina, il vero pezzo di pregio è un catino poliansato rivestito di vetrina e dipinto in bruno e verde con motivi di pesci e uccelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


L’area archeologica di San PietroAttraversato un cortile centrale con le sue possenti arcate in pietra, si supera una piccola porta vetrata che conduce alla grande area archeologica esterna: quella di San Pietro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Scavata nel 1912 dall’archeologo Michele Gervasio, portò alla luce il primo originario nucleo della città di Bari. Le diverse campagne che si succedettero tra il 1984 e il 2012, rivelarono poi un “mondo” fatto di tracce di carbone e ceramica dell’età del Bronzo, tombe e resti dell’insediamento peucezio, nonché l'erma romana in marmo utilizzata un tempo come fontana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A dominare l’area c’è però la grande chiesa (27 per 15 metri) del XII secolo dedicata a San Pietro Maggiore. Dell’edificio oggi è visibile parte della facciata e dell’aula centrale. Se la prima presenta due lesene ai lati del portale principale, la seconda è tripartita da una doppia fila di sette pilastri. Ancora distinguibile è il rivestimento pavimentale costruito con tasselli calcarei quadrati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Davanti al prospetto del tempio si sviluppa poi un’enorme area cimiteriale che fu sfruttata anche dai frati francescani, che nel 1436 fondarono in questo punto un convento maschile che rimase attivo sino alla metà dell’800. Della struttura è distinguibile il chiostro creato utilizzando parte delle murature di San Pietro Maggiore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel 500 il monastero si arricchì però di una nuova chiesa, di cui non si conosce il nome. Si sa però che si trattava di un edificio imponente con un alto campanile. Del fabbricato è rimasto qualche lacerto di pavimento, oltre a pilastri che racchiudevano diverse cappelle e sepolture, tra cui il sepolcro della famiglia Calefati, datato 1580.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una curiosità. Nel 1887, sfruttando gli ambienti del convento ormai dismesso, sorse in questo punto il primo Ospedale consorziale di Bari: il San Pietro. Dotato di ben 90 posti letto (che diventeranno 175 nel corso del tempo), funzionò perfettamente fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, quando bombardamenti ed esplosioni provocarono enormi danni alla struttura, rendendone impossibile la ripresa. Il nosocomio fu così abbandonato e recuperato solo brevemente dopo il conflitto come rifugio per gli sfollati. Ridotto ben presto a un rudere, venne demolito definitivamente nel 1969.

La chiesa di Santa Scolastica al Porto Ma la visita a questa importantissima area di Bari non finisce qui. Del complesso fa parte anche la chiesa di Santa Scolastica al Porto, separata però dal convento benedettino da un muro. Per visitarla è necessario così uscire dall’area museale, attraversare piazza San Pietro e giungere in via Venezia, alla fine della Muraglia, dove si staglia l’ingresso del luogo di culto. 

Sorto tra il 1000 e il 1100 su una precedente chiesa dell’VIII secolo, il tempio creato dalle Benedettine Negre si mostra oggi con l’aspetto barocco donatogli dai restauri di fine 600 effettuati dall'arcivescovo Michele d'Althan. Si presenta quindi con la facciata marrone mattonata ripartita da lesene, il portale in legno e il sommitale frontone con fastigio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ad arricchire la struttura c’è poi una particolare balaustra con andamento ad arco posta in alto tra la chiesa e il convento e il campanile a pianta rettangolare. Quest’ultimo completamente ricostruito dopo i danneggiamenti subiti durante la Guerra.

L’interno del luogo di culto svela altari intarsiati in marmo policromo, dipinti seicenteschi e settecenteschi e statue tardo-barocche. A spiccare però è un grande crocifisso ligneo risalente al 400. Al Medioevo appartengono anche le tre navate absidali divise da quattro pilastri, su cui sono impostati sontuosi archi a tutto sesto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutta la navata centrale è infine percorsa, in alto, da curiose grate bombate: sono quelle dietro le quali si nascondevano le suore di clausura mentre assistevano alla messa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Foto di copertina di Carlo Bellomo


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
È il luogo di nascita di Bari, lì dove tutto è iniziato 4mila anni fa. Parliamo dell’area di Santa Scolastica e San Pietro: il punto più a nord della città vecchia, la cui visita permette di ripercorrere, dall’Età del Bronzo a quella Contemporanea, la storia del capoluogo pugliese (foto di Carlo Bellomo)
Iniziamo il nostro viaggio dall’entrata del Museo Archeologico di Santa Scolastica, situata su piazzale Cristoforo Colombo, largo che si affaccia sul Lungomare Imperatore Augusto
Una volta varcata la soglia del Museo ci ritroviamo subito nel Bastione cinquecentesco voluto dalla duchessa Bona Sforza
Costruito con scopi prettamente difensivi, si andò a integrare con le antiche mura di cinta della città, i cui primi blocchi (visibili in basso) risalgono all’Età Ellenistica (IV secolo a.C.)
L’ambiente, in muratura chiara, è illuminato da piccoli faretti e percorso da un “sentiero” a vetrate che mostra sotto i piedi la base del bastione.
Nel sottosuolo sono anche presenti i resti di una chiesa dell’XI secolo, che potrebbe essere quella dedicata ai santi Giovanni e Paolo. Del tempio oggi è visibile soprattutto il pavimento, creato da una serie di riquadri di varia grandezza
Lasciato il Bastione, proseguiamo il nostro viaggio all’interno del Museo che si snoda tra i locali che fino all’800 ospitarono un monastero femminile, di cui sono ancora visibili pilastri, archi, volte e pavimenti
La storia del convento inizia tra il 1068 e il 1071, quando le “Benedettine Negre” decisero di fondare un nuovo luogo sacro dedicato a Santa Scolastica, sfruttando strutture monastiche già esistenti, probabilmente risalenti all’VIII secolo
Il convento fu ampliato notevolmente nel corso dei secoli. Tra le varie ristrutturazioni vanno ricordate quella del 1120 guidate dalla badessa Guisanda Sebaste (il cui sarcofago è esposto nelle sale del museo) e gli ampliamenti effettuati nel XII secolo, quando fu costruita nel 1182 una nuova chiesa dedicata a San Basilio
Come detto all’interno dell’ex convento è stato allestito il Museo archeologico di Santa Scolastica, inaugurato nel 2018. Qui è da rimarcare soprattutto la grande sala espositiva che accoglie manufatti che ripercorrono tutta la storia più antica di Bari
Si va da vasellame dell’Età del Bronzo...
...ai corredi funerai peuceti...
...sino ad arrivare ai vasi greci a figure rosse...
...e a gioielli di epoca romana
Tra questi l’anello d’oro risalente al I secolo d.C. con gemma incisa. Raffigura Roma-Minerva che regge lo scudo e la lancia, mentre una Vittoria le porge la corona
Di rilievo è anche la sala medievale denominata "Vita nel Monastero", dove spiccano alcuni pozzi. Uno di essi, riutilizzato come approvvigionamento di acqua nel XII e XIII secolo, fu convertito a immondezzaio del monastero
E tra teche che accolgono brocche, piatti e utensili da cucina...
...il vero pezzo di pregio è un catino poliansato rivestito di vetrina e dipinto in bruno e verde con motivi di pesci e uccelli
Attraversato un cortile centrale con le sue possenti arcate in pietra, si supera una piccola porta vetrata che conduce...
...alla grande area archeologica esterna: quella di San Pietro
Scavata nel 1912 dall’archeologo Michele Gervasio, portò alla luce il primo originario nucleo della città di Bari
Le diverse campagne che si succedettero tra il 1984 e il 2012, rivelarono poi un “mondo” fatto di tracce di carbone e ceramica dell’età del Bronzo, tombe e resti dell’insediamento peucezio, nonché la grande erma romana in marmo utilizzata un tempo come fontana
A dominare l’area c’è però la grande chiesa (27 per 15 metri) del XII secolo dedicata a San Pietro Maggiore. Dell’edificio oggi è visibile parte della facciata e dell’aula centrale. Se la prima presenta due lesene ai lati del portale principale...
...la seconda è tripartita da una doppia fila di sette pilastri. Ancora distinguibile è il rivestimento pavimentale costruito con tasselli calcarei quadrati
Davanti al prospetto del tempio si sviluppa poi un’enorme area cimiteriale che fu sfruttata anche dai frati francescani, che nel 1436 fondarono in questo punto un convento maschile che rimase attivo sino alla metà dell’800
Della struttura è distinguibile il chiostro creato utilizzando parte delle murature di San Pietro Maggiore
Nel 500 il monastero si arricchì però di una nuova chiesa, di cui non si conosce il nome. Si sa però che si trattava di un edificio imponente con un alto campanile. Del fabbricato è rimasto qualche lacerto di pavimento, oltre a pilastri che racchiudevano diverse cappelle e sepolture, tra cui il sepolcro della famiglia Calefati, datato 1580
Nel 1887, sfruttando gli ambienti del convento ormai dismesso, sorse in questo punto il primo Ospedale consorziale di Bari: il San Pietro. Funzionò perfettamente fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale
Ma la visita a questa importantissima area di Bari non finisce qui. Del complesso fa parte anche la chiesa di Santa Scolastica al Porto, separata però dal convento benedettino da un muro. Per visitarla è necessario così uscire dall’area museale, attraversare piazza San Pietro e giungere in via Venezia, alla fine della Muraglia, dove si staglia l’ingresso del luogo di culto
Sorto tra il 1000 e il 1100 su una precedente chiesa dell’VIII secolo, il tempio creato dalle Benedettine Negre si mostra oggi con l’aspetto barocco donatogli dai restauri di fine 600 effettuati dall'arcivescovo Michele d'Althan
Si presenta quindi con la facciata marrone mattonata ripartita da lesene, il grande portale in legno e il sommitale frontone con fastigio
Ad arricchire la struttura c’è poi una particolare balaustra con andamento ad arco posta in alto tra la chiesa e il convento...
...e il campanile a pianta rettangolare. Quest’ultimo completamente ricostruito dopo i danneggiamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale
L’interno del luogo di culto svela altari intarsiati in marmo policromo, dipinti seicenteschi e settecenteschi e statue tardo-barocche
A spiccare però è un grande crocifisso ligneo risalente al 400
Al Medioevo appartengono anche le tre navate absidali divise da quattro pilastri, su cui sono impostati sontuosi archi a tutto sesto
Tutta la navata centrale è infine percorsa, in alto, da curiose grate bombate: sono quelle dietro le quali si nascondevano le suore di clausura mentre assistevano alla messa



Federica Calabrese
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