Le videoteche, ve le ricordate? A Bari qualcuna è rimasta, tra mille difficoltà
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venerdì 6 settembre 2013
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di Francesco Sblendorio
«Ho aperto nel 2002 e fino al 2005 gli affari andavano bene. Poi ha iniziato a diffondersi la pratica del download ed è andata sempre peggio. Purtroppo su internet hanno cominciato a scaricare film non solo privati cittadini, ma le videoteche stesse». In questo modo Gianluca, titolare di Dvd Store in via Pansini, quartiere Poggiofranco, si è trovato a dover affrontare una lotta impari. «Chi noleggia illegalmente film scaricati da internet o copie masterizzate – sottolinea - lo può fare a prezzi inferiori rispetto a chi, come me, acquista solo dvd originali che per noi noleggiatori mediamente costano 60 euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Vista la crisi Gianluca ha dovuto cercare strade alternative. «Punto molto sulla qualità, in particolare blu-ray e 3D che attirano chi è appassionato di cinema e quindi tiene molto a una buona visione. Però molte case di produzione pubblicano film in 3D solo per la vendita». Per questo, con l’obiettivo di incrementare gli scarsi incassi derivanti dall’affitto di film (dai 10 ai 30 noleggi al giorno), Gianluca ha cominciato a dedicarsi anche alla vendita dei dvd.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Punta invece sul fascino dell’antico Video1 in via Giovanni Modugno, sempre a Poggiofranco. «Molti anziani – racconta la signora Iole – vengono a chiederci vecchie pellicole che hanno visto da giovani. Per questo negli anni abbiamo creato un archivio di classici, addirittura muti o in bianco e nero». Vista l’età media del suo pubblico, Iole conserva ancora molte videocassette oppure acquista in dvd i vecchi film.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche lei però ha registrato un calo, ormai da parecchio tempo. «Soprattutto da quando aprì Blockbuster – ricorda -. Per molti quello era un luogo in cui intrattenersi e quindi lo preferivano alla videoteca tradizionale, in cui tuttavia resiste ancora un rapporto più familiare». A un certo punto però anche il colosso Blockbuster ha dovuto arrendersi al dominio di internet, mentre Video 1 si è ancora qui, anche se per far fronte alla crisi ha dovuto iniziare a offrire servizi aggiuntivi: riversaggio di vhf in dvd e di dischi in vinile in cd.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poco lontano, in via Giulio Petroni, lavora Mattia, titolare di Video Planet, rilevata un anno fa dai vecchi gestori che l’avevano inaugurata a fine anni 90. «Per sopravvivere faccio un altro lavoro – dichiara subito - sono un tecnico informatico». In più trasforma vhf in dvd, fa servizi fotografici, si occupa di riprese e montaggi audio-video. «Oggi non si superano mai i 50 noleggi al giorno – dice - si tratta soprattutto di appassionati di cinema che non si rassegnano all’idea di vedere un film su computer o smartphone».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma questo non basta a rinvigorire un mercato che negli ultimi anni si è sempre più ristretto. «Fino al 2007 – ricorda Mattia – in Italia c’erano circa 60mila videoteche. Oggi dopo l’avvento del download ne restano meno della metà». Due soluzioni però ci sarebbero. «Si potrebbe permettere alle videoteche – propone Mattia - di offrire in prima persona un servizio di streaming, a pagamento e regolamento. In alternativa si potrebbe introdurre in Italia il principio, già sperimentato in America, della contemporaneità. Se un film uscisse nello stesso giorno al cinema, sulle pay tv e in dvd a noleggio, lo spettatore avrebbe più libertà di scelta. E si eviterebbe la ricerca della scappatoia per pagare sempre meno o non pagare affatto la visione di un film. Però per tutto questo occorre innanzitutto un intervento a livello istituzionale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Se a Bari le videoteche sono ormai quasi introvabili, in provincia la situazione pare addirittura peggiore. Antonio ha aperto 20 anni fa la sua Video Ciak a Bitonto. «All’inizio c’era molta richiesta – racconta – e potevo permettermi di acquistare nuovi film anche per un milione di lire al mese. Oggi non posso andare oltre i 150 euro. Il calo – continua – è iniziato una decina d’anni fa e adesso non faccio più di 2 o 3 noleggi al giorno, tra mamme che affittano i cartoni animati per i bambini agli anziani che cercano film hard».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alcuni richiedono opere troppo di nicchia. «Non posso accontentarli – dice Antonio -: spenderei 150 euro per l’acquisto di un dvd che, dopo quel cliente, nessuno mi chiederà più». La soluzione alla crisi anche qui è passata per una parziale riconversione dell’attività. Da 6 anni infatti Antonio ha avviato un centro di scommesse sportive. «Perché – sentenzia netto – la videoteca è morta».
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I commenti
- Gianluca di DVD Store - Certamente, "quelle" videoteche che in passato hanno lavorato scorrettamente, hanno chiuso i battenti da tempo. Le videoteche rimaste aperte, sono quelle che hanno saputo offrire i migliori servizi, i migliori prodotti e si sono adeguate alla attuale realtà dell'home video. Anche se si parla di crisi del settore, parliamo sempre di una realtà ancora presente, anche se molto ridimensionata. Gli addetti ai lavori e anche la clientela è più selezionata e meno improvvisata rispetto al passato. Personalmente, anche se leggo articoli, da qualche anno a questa parte, che parlano delle videoteche, come destinate a sparire tutte in futuro, io credo che come i negozi di dischi, ci sarà sempre qualcuno che vorrà fare due passi in videoteca, per noleggiare, acquistare un dvd, o un blu-ray. Nonostante, l'uso dei distributori automatici, sono sicuro che l'aspetto umano del "fare due chiacchiere" con il gestore, scambiando opinioni sul film e lasciandosi consigliare, sia un fattore importante, che non potrà essere sostituito dal freddo acquisto del evento on-line.