di Salvatore Schirone

La mareggiata del capodanno 1980: le foto inedite del lungomare devastato
BARI - Ringhiere e muretti divelti, un lampione con tutto il suo basamento in pietra spostato di parecchi metri, pesci e alghe sull'asfalto. Così appare un tratto del lungomare Nazario Sauro in una delle foto più suggestive di Bari che Claudio Bottalico, il nostro "cacciatore di celluloide", ha recentemente scovato nelle sue infaticabili ricerche. Diciotto scatti in bianconero in esclusiva per Barinedita: oltre al lungomare devastato dopo la mareggiata di capodanno, anche il ponte di Japigia, il Castello e viale Einaudi (galleria fotografica).
 
«I negativi mi sono stati donati da Nicola Iacobellis, un mio caro amico fotografo non professionista che conosce la mia passione per le pellicole antiche che raccontano la nostra città», spiega Bottalico. Come per la "Concordia barese" e per altri filmati amatoriali, documenti unici della Bari negli anni 70, anche queste immagini inedite non sono sfuggite alla sua attenzione.  
 
Ben undici di questi scatti documentano un importante avvenimento, la devastazione del lungomare dopo la mareggiata della notte dell'ultimo dell'anno: era il 1979. Le foto furono scattate la mattina del 1 gennaio 1980. Fu l'ultima volta che il mare umiliò il lungomare. Da quell'anno infatti furono posizionati in mare i frangiflutti. Ma quel giorno la forza del vento e la furia del mare si scatenarono furiosamente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
Tutto cominciò nelle prime ore pomeridiane. Molti baresi lo ricordano bene, perché fu l'unico fine anno in cui non si poté far esplodere nemmeno un petardo a causa della pioggia incessante. Il culmine si ebbe dieci minuti prima della mezzanotte: le onde schiaffeggiarono violentemente il lungomare distruggendo parapetti e lampioni e prendendo letteralmente a pesci in faccia i monumentali palazzi del ventennio fascista. 
 
Tra i negativi impolverati, anche cinque immagini inedite del 1975 che riguardano i lavori della costruzione del ponte che da via Omodeo, scavalcando la linea ferroviaria, raggiunge via Magna Grecia. E poi una chicca: uno squarcio del Castello Svevo con in primo piano un vespasiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Infine le fotografie documentano anche un'edicola ad angolo tra viale Einaudi e via Salvemini, che esiste ancora oggi. Il proprietario è Francesco, che Bottalico ha incontrato. «Appena ha visto la foto si è commosso - ci dice - mi ha ringraziato dicendomi che si era rivisto bambino acconto ai suoi nonni, presenti in quello scatto e dai quali attraverso il padre ha ereditato la storica edicola».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Una galleria fotografica preziosa quindi quella che pubblichiamo, in cui storia pubblica e storie private si intrecciano a comporre frammenti di memoria del nostro recente passato.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Il lungomare devastato, nei pressi di Pane e Pomodoro
La forza delle onde
Un signore contempla il mare finalmente calmo
Il lampione spostato al centro del marciapiede
La strada ancora invasa da alghe e pesci
Tratto del lungomare verso pane e pomodoro
Muretto di Pane e Pomodoro divelto dalla mareggiata
Panoramica dall'incrocio alla fine del ponte verso il mare
mentre passa il vecchio pullman a due piani
1975 iniziano i lavori per il ponte di via Omodeo verso il quartiere Japigia, via Magna Grecia
Lavori sul ponte, lato via Magna Grecia
Lavori sul ponte
Lavori ponte, lato via Magna Grecia
Japigia, discesa del ponte, lavoro in corso
Edicola dei nonni di Francesco, viale Enaudi, angolo via Salvemini
Foto del Castello Svevo, con Vespasiano, 1968



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  • diego - LO RICORDO BENISSIMO ,AVEVO 7 ANNI E MI RECAI SUL POSTO ACCOMPAGNATO DA MIO PADRE . IL RICORDO DI QUELLA DISTRUZIONE E' SEMPRE STATO NITIDO AL PARI DELLE FOTOGRAFIE CHE POSSIAMO AMMIRARE !
  • Pasquale - Abitavo in via NAPOLI vicino alla ferriera Scianatico, la mattina di Capodanno portai i miei figli a Provolina ( san Cataldo)dove raccogliemmo fra i sassi chili di frutti di mare ( noci rosse e bianche)


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