di Annarita Correra

Bari, tra "sfratti" e sogni la storia dell'ex mercato del pesce: il palazzo senza pace
BARI -  Da 180 anni accoglie i visitatori a Bari vecchia, situato com’è all’entrata di piazza del Ferrarese. E’ l’ex mercato del pesce, una struttura che da anni non riesce a trovare pace. Dopo lo sfratto dei pescatori avvenuto all’inizio del nuovo millennio, il palazzo ha infatti ospitato prima un mercato della frutta e verdura e poi un bazar di vestiti e merce varia. Ed ora è in attesa dei lavori di ristrutturazione che dovrebbero permettere la sua trasformazione in museo, visto che è stato scelto per andare a comporre (assieme alla Sala Murat e al teatro Margherita) il neo Polo contemporaneo delle arti della Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Progettato nel 1837 dall’architetto Vincenzo Capirri, il palazzo di color rosso mattone si sviluppa su due piani seguendo lo stile tipico dei palazzi dell’Ottocento: ampi finestroni al piano superiore, paraste in pietra di ordine ionico e porticati di sette campate al piano terra. La facciata frontale si apre su piazza del Ferrarese, luogo da sempre deputato a mercato cittadino, visto che anche la dirimpettaia Sala Murat un tempo ospitava bancarelle che vendevano derrate alimentari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La parte posteriore invece dà sul mare e ha di fronte il teatro Margherita. Su questa facciata si trova una targa di cui abbiamo parlato, quella che ricorda l’incontro avvenuto il 3 febbraio 1859 fra Francesco di Borbone e Maria Sofia Amalia, sorella dell’imperatrice Sissi: l’ultima coppia di borbonici ad aver regnato in Italia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si tratta quindi di un palazzo storico, come si evince anche dalle foto scattate ai primi del 900 da Michele Ficarelli e pubblicate sul volume “Bari vecchia: strade, vicoli, corti e piazze” di Vito Antonio Melchiorre  (vedi foto galleria).  All’epoca il piano terra ospitava il mercato del pesce e il piano superiore la sede del comando di polizia municipale, alla quale si aggiunsero solo nel 1968 alcuni uffici comunali ancora oggi presenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Per decenni fu quello il posto dove si vendeva e si comprava il pescato di giornata, fino a quando negli anni 90 non ci si accorse che l’edificio non rispettava le basilari condizioni igienico-sanitarie. Così una quindicina di anni fa si decise di spostare il mercato. I pescatori furono prima “sfrattati” alle spalle del palazzo, sul marciapiede di fronte al Margherita e poi traferiti nella nuova struttura realizzata sul molo Sant’Antonio dove, decimati, si trovano ancora ora.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E mentre i pescatori si trasferivano, la loro “vecchia casa” venne adibita a mercato ortofrutticolo. Fino al 2012 però, anno in cui la struttura accolse gli ambulanti che vendevano vestiti, pelletteria e altro alla fine di corso Cavour. «Quell’anno io altri “colleghi” italiani e stranieri dovemmo lasciare la “galleria” coperta dove vendevano la  nostra merce – spiega un venditore barese che preferisce rimanere anonimo -. A un certo punto, considerata indecorosa, si decise di smantellarla. E così ci vennero offerti gli spazi del palazzo di piazza del Ferrarese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma anche questa destinazione d’uso durò molto poco: nel 2015 infatti si decise di sgombrare l’ex mercato per consentire l’avvio dei lavori di restyling, necessari per autorizzare l’apertura del Polo Museale. Lavori che in realtà devono ancora iniziare. Oggi il piano terra dell’edificio è chiuso e la maggior parte dei portoni sono coperti da un’impalcatura e da pannelli con disegni colorati. Ci sono solo tre entrate: una permette l’accesso al punto informazioni turistico, un’altra a una portineria, l’ultima ai bagni pubblici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il piano di sopra ospita ancora oggi alcuni uffici comunali che dovrebbero abbandonare a breve la struttura. Si tratterebbe dell’ennesimo e forse ultimo “sfratto”, quello che potrebbe regalare allo storico ex mercato del pesce il sogno di una nuova vita e un futuro finalmente decoroso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Progettato nel 1837 dall’architetto Vincenzo Capirri, il palazzo di color rosso mattone si sviluppa su due piani seguendo lo stile tipico dei palazzi dell’Ottocento: ampi finestroni al piano superiore, paraste in pietra di ordine ionico e porticati di sette campate al piano terra (foto di Michele Ficarelli tratta da “Bari vecchia: strade, vicoli, corti e piazze” di Vito Antonio Melchiorre)
La facciata frontale si apre su piazza del Ferrarese, luogo da sempre deputato a mercato cittadino, visto che anche la dirimpettaia Sala Murat un tempo ospitava bancarelle che vendevano derrate alimentari.
L'ex mercato coperto delle derrate alimentari, oggi Sala Murat (foto di Michele Ficarelli)
La parte posteriore invece dà sul mare e ha di fronte il teatro Margherita. Su questa facciata si trova la targa che ricorda l’incontro avvenuto il 3 febbraio 1859 fra Francesco di Borbone e Maria Sofia Amalia, sorella dell’imperatrice Sissi: l’ultima coppia di borbonici ad aver regnato in Italia
Per decenni fu questo il posto dove si vendeva e si comprava il pescato di giornata
Fino a quando negli anni 90 non ci si accorse che l'edificio non rispettava le basilari condizioni igienico-sanitarie. Così una quindicina di anni fa si decise di spostare il mercato. I pescatori furono traferiti nella nuova struttura realizzata sul molo Sant’Antonio dove, decimati, si trovano ancora ora
Oggi, in attesa dei lavori di restyling, il piano terra dell’edificio è chiuso e la maggior parte dei portoni sono coperti da un’impalcatura e da pannelli con disegni colorati. Ci sono solo tre entrate: una permette l’accesso al punto informazioni turistico, un’altra a una portineria, l’ultima ai bagni pubblici



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