di Carlo Maurantonio

Piccole e rare: sono le spiagge sabbiose baresi, le cosiddette "pocket beach"
BARI – Per quanto spesso “paradisiache”, sono poche, strette e d’estate sempre troppo affollate. Parliamo delle spiagge baresi, piccoli angoli sabbiosi che si insinuano tra la costa rocciosa. Tra Molfetta e Monopoli se ne contano però giusto una trentina, poca roba se si pensa alle distese dorate del Salento ma anche di alcune zone della Capitanata. Ma come mai il litorale barese è così povero di sabbia? E i lidi che si sono formati a cosa devono la loro origine? Abbiamo posto questi interrogativi al geologo Massimo Moretti dell’Università di Bari. (Vedi foto galleria)

Perché il barese non possiede “chilometri” di sabbia?

Semplice, perché in quest’area non ci sono grandi fiumi: sono infatti loro a trasportare sedimenti verso mare, creando così arenili. Nel Foggiano ad esempio le spiagge si sono formate grazie all’Ofanto e al Fortore. Nel barese invece esistono solo piccoli corsi d'acqua: essendo una zona carsica il 90% delle acque piovane si infiltra nelle falde e non sfocia nell'Adriatico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In che modo sono nate allora le poche spiagge baresi?

In corrispondenza delle insenature createsi tra due capi rocciosi. Questo tipo di "conca" viene chiamata pocket beach: “spiaggia a tasca”. Il mare agisce sugli "scogli" erodendoli e trasportando il materiale sulla baia. L’azione dell’acqua è prodotta principalmente dalle onde legate ai venti dominanti nell’Adriatico. A questo fenomeno dobbiamo aggiungere quello dell’accumulo di materiale organico trasportato dalla corrente a riva, come conchiglie e gusci di animali, nel tempo frantumatisi, che compone circa il 20% della sabbia barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E le insenature come si sono formate?

Soprattutto grazie alle lame, i letti di antichi fiumi ormai prosciugatisi di cui il territorio barese è ricco, soprattutto nella zona di Monopoli.  Ma questi ex fiumi oggi sono “attivi” solo durante le sporadiche forti piogge: non riescono quindi a portare chissà quanti sedimenti sulla costa. Basti osservare arenili come Cala Pantano, a San Giorgio: la foce dell’omonima lama è ricoperta da sabbia marina trasportata dal vento, segno che dall'interno arriva poco materiale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Quindi non ci sono eccezioni? Nel barese tutti i lidi sono il risultato dell’azione congiunta di lame e mare?

Alcune baie devono la loro esistenza a fenomeni come i “collassi carsici”, ovvero il crollo di enormi grotte che, sprofondando, hanno creato le insenature. E’ il caso ad esempio di Polignano o di Cala Corvino a Monopoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un’ultima domanda: capita a volte che le piccole spiagge scompaiano, per poi riapparire magari l’anno dopo. E’ il caso della caletta di Punta della Penna a Torre a Mare o di Cala Cozze a Monopoli. Come si spiega?

Può accadere, è un fenomeno stagionale. Le pocket beach possono sparire in inverno nel momento in cui si verificano forti tempeste. Queste “mangiano” tutta la spiaggia che però può ricomparire in estate nel momento in cui le condizioni climatiche sono più favorevoli. Consideriamo comunque che la maggior parte dei lidi sta retrocedendo, anche di un metro ogni vent’anni. Il livello del mare infatti si sta sempre più alzando e la sua forza è in crescita. Continuando di questo passo i capi rocciosi che formano le baie saranno completamente erosi, la costa tenderà a diventare rettilinea e rocciosa e di conseguenza le poche calette attualmente presenti nel barese potrebbero scomparire per sempre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Le insenature baresi ("pocket beach") si sono formate gazie alle lame, i letti di antichi fiumi ormai prosciugatisi di cui il territorio barese è ricco, soprattutto nella zona di Monopoli
Ma le lame oggi sono “attive” solo durante le sporadiche forti piogge: non riescono quindi a portare chissà quanta acqua sulla costa. Basti osservare arenili come Cala Pantano, a San Giorgio: la foce dell’omonima lama è ricoperta da sabbia marina, trasportata dalle correnti e non dalle acque meteoriche provenienti dall’interno
A Torre Canne, nel brindisino, le spiagge sono invece nate grazie all’azione di dune e paludi: si tratta di ecosistemi particolari
Alcune baie devono la loro esistenza a fenomeni come i “collassi carsici”, ovvero il crollo di enormi rocce che, sprofondando, hanno creato grotte e insenature. E’ il caso ad esempio di Cala Corvino a Monopoli
Capita a volte che le piccole spiagge scompaiano, per poi riapparire magari l’anno dopo. E’ il caso della caletta di Punta della Penna a Torre a Mare



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