Tra campioni e trofei, la storia della società polisportiva più antica di Bari: l'Angiulli
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lunedì 18 novembre 2019
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di Marianna Colasanto - foto Valentina Rosati
La sua epopea comincia infatti da tutt’altra parte: in una palestra di via Nicolai 4, nel rione Murat, laddove nel 1899 si era disputata la prima partita di calcio nella storia della città. Qui nel 1906 un gruppo di insegnanti di scuola elementare capeggiato da Ercole Accolti Gil dà vita a un “Ricreatorio festivo” dedicato ad Andrea Angiulli, noto pedagogo pugliese vissuto nell'800.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La nuova realtà ha l’obiettivo di avvicinare i ragazzini non solo all’attività fisica, ma anche alla lettura e alla pratica in lavoretti manuali. Sin dagli albori però a spiccare è soprattutto l’aspetto sportivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1908 il neonato gruppo si trasferisce nell’edificio della scuola Umberto I di via Garruba 2, nel quartiere Libertà e organizza il primo Concorso provinciale di ginnastica. I padroni di casa, forti di un team di ragazzi e uno di ragazze, ottengono grandi successi nel salto in alto, nella corsa e negli esercizi agli appoggi e a corpo libero, prevalendo sui giovani di Società Femminile Italia Bari, Rari Nantes Bari e Aufidus Barletta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1911 il Ricreatorio varca con ottimi risultati i confini regionali: è l’associazione più vincente del Concorso internazionale di Torino, il più importante a livello nazionale nell’ambito dei festeggiamenti dei primi 50 anni dall’Unità d’Italia.
L’ascesa sembra inarrestabile. Prende corpo la sezione di ginnastica per gli adulti: a guidarla è l’esperto Onofrio Terrevoli, proveniente dalla Pro Patria, ex società “concorrente” da poco inglobata nell’organico. Tra gli iscritti vengono accolti anche atleti provenienti da altre città d’Italia. L’ormai evidente abbraccio all’agonismo porta nel 1912 anche alla nuova denominazione: “Società ginnastica e Ricreatorio festivo Angiulli”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma ad ostacolare la favola non sono le sconfitte sportive, ma qualcosa di molto più grande: lo scoppio della Prima guerra mondiale. La scuola che ospita l’Angiulli diviene ospedale militare e alla polisportiva, come per altre realtà simili dell’epoca, viene imposto di concentrarsi sulla preparazione dei giovani alla vita del fronte. Il nuovo centro di allenamento viene individuato all’interno di un’ex fabbrica di fiammiferi di via Candia, l’attuale via Bovio nell'attuale zona del Redentore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La fine del conflitto coincide con la grande rinascita del gruppo sportivo, che su disposizione del Comune si trasferisce su corso Cavour, nell’area dell’ex mercato del ferro, il luogo dove nel 1932 vedrà la luce l'elegante palazzo della Banca d'Italia. I soci si impegnano per trasformare la struttura intrisa di polvere e carbone in un’accogliente palestra. L’inaugurazione avviene nella notte tra il 31 dicembre 1920 e il 1° gennaio 1921 con una gara a cavallo, in cui i concorrenti partono la sera di San Silvestro e giungono sul traguardo poco dopo la mezzanotte del nuovo anno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1924 arrivano le prime grandi soddisfazioni internazionali: alle Olimpiadi di Parigi il pesista Sante Scarcia si classifica tredicesimo, mentre il ginnasta Francesco Martino porta a casa addirittura due medaglie d’oro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Passano solamente due anni e arriva un altro trasloco: il Comune ordina all’Angiulli di migrare nella palestra di via Napoli oggi conosciuta come "Ex Gil" o Palamartino, dal nome del campione a cinque cerchi. Qui inizia una difficile convivenza con l’Opera nazionale Balilla, incaricata di far crescere i ragazzi secondo i dettami fascisti: sono loro ad aver la precedenza nell’utilizzo della struttura, con la polisportiva costretta al ruolo di “ospite in casa propria”. I migliori atleti vengono inoltre “ceduti” forzatamente ai club sportivi graditi al regime come il Dopolavoro avanguardisti, i Vigili del fuoco e i Gruppi universitari fascisti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il difficile clima non frena le conquiste dei biancocelesti. Nel 1926 Scarcia si laurea campione italiano di sollevamento pesi a un braccio. Ferdinando Francesco Lapalorcia fonda la sezione dedicata alla lotta e allena Mario Bisignani, il futuro allenatore che nel 1970 porterà la sezione giovanile sul tetto d’Italia. Nel 1931 avviene il trasloco in un rettangolo tra via Fieramosca e corso Mazzini: è qui che quattro anni dopo si disputerà il primo incontro cittadino di basket femminile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La Seconda Guerra Mondiale impone una nuova interruzione delle attività, riprese al termine delle ostilità con ancora più vigore. Nel 1948 Pietro Lombardi conquista l’oro nella lotta greco-romana alle Olimpiadi di Londra. Risale invece al 1954 la medaglia d’oro del pattinatore Bepy Lobuono ai mondiali organizzati negli spazi della Fiera del Levante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si arresta poi il carattere nomade della società. Nel 1958 il Comune sfratta l’Angiulli da via Fieramosca, area scelta per l’innalzamento del Palazzo di giustizia, “travasandola” in via Trevisani, negli scantinati della scuola Garibaldi. E due anni dopo arriva finalmente la sistemazione definitiva, quella tuttora operativa, in contrada Quattrobocche: l’inaugurazione avviene il 20 ottobre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il resto è storia degli ultimi decenni, a partire da Marino Cattedra, vincitore dei campionati italiani juniores di Judo nel 1978, campione d’Italia nel 1987 e nel 1994 presente alle Olimpiadi di Barcellona e Seul. Non meno importante è il cestista Beppe Natali, cresciuto a Bari e protagonista nella Scavolini Pesaro che si aggiudicherà lo scudetto del 1988.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per non parlare di Flavia Pennetta e Roberta Vinci le due grandi ex tenniste che sui campi della polisportiva hanno mosso i primi passi quand’erano ancora delle ragazzine. Trionfi di una gloriosa polisportiva che si è dimostrata più forte di sfratti, guerre e dittature.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
Foto di
Valentina Rosati
Valentina Rosati