di Giancarlo Liuzzi

Bari, addio Villa Vera: sta per essere abbattuta la dimora liberty di via Amendola
BARI – Un altro edificio storico di Bari sta per essere aggiunto alla lista dei tanti suoi predecessori abbattuti negli anni trascorsi. Stavolta è il turno di Villa Vera, una graziosa dimora di inizi 900 che sorge su via Amendola. (Vedi foto galleria)

Da sempre nascosta da un grande cancello e dal rigoglioso giardino circostante, la struttura è riapparsa agli occhi dei passanti in questi giorni, quando è stato demolito parte del muro perimetrale che la racchiudeva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Entro poche ore anche lei dovrà però subire l’azione delle ruspe, che la raderanno al suolo per costruirci sopra probabilmente palazzi più moderni. In disuso da parecchio tempo, la villa è stata infatti recentemente acquisita da nuovi proprietari che hanno escluso la possibilità di restaurarla, avviando così l’abbattimento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un modus operandi al quale ormai, purtroppo, ci si sta abituando in città e che ha permesso la demolizione del palazzotto ottocentesco di via Calefati, della sede della Birra Peroni di via Amendola, dell’ex “fabbrica” di mandorle di Ceglie del Campo, del fabbricato di via Celso Ulpiani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto ciò è possibile a causa dell’assenza di vincoli paesaggistici e di piani urbanistici generali che consentano la salvaguardia degli antichi edifici privati. E così, grazie al “Piano Casa”, decreto legislativo del 2008 che dà la possibilità di ricostruire aumentando il volume delle abitazioni preesistenti del 35%, il destino di tante residenze secolari della città è stato segnato per sempre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Attenzione però. La norma, seppur nata come “straordinaria”, in Puglia ha continuato a essere prorogata costantemente di anno in anno. Per questo motivo tre giorni fa è stata impugnata dall’Avvocatura generale del governo Draghi. Vedremo come andrà avanti la battaglia legale, anche se in futuro potrebbero aprirsi spiragli per una “mezza salvezza” dei palazzi storici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma parlavamo della sfortunata Villa Vera. La dimora si trova al civico 169 di via Amendola, nel tratto di strada compreso tra via Celso Ulpiani e via Omodeo, a ridosso del dipartimento di Chimica del Politecnico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Fa parte di un complesso di residenze fatte erigere tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 da famiglie benestanti baresi. Alcune di esse sono state in seguito inglobate dall’adiacente Campus Universitario (Villa La Rocca e Villa Sbisà), altre utilizzate a fini religiosi e umanitari (Villa Grassi), altre ancora occupate da stranieri e bisognosi come Villa Roth. Villa Vera è invece stata abbandonata al suo destino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo di fronte al muro perimetrale dell’edificio. Un tempo segnato da un sontuoso ingresso, oggi è chiuso dalla recinzione dei lavori in corso che lasciano comunque intravedere la facciata rossa e bianca della villa tra due alberi sopravvissuti che le fanno ombra. E pensare che, fino a pochi giorni fa, a condurre ai piedi del fabbricato c’era un lungo viale alberato, adesso sostituito da montagne di macerie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La disposizione interna, così come possiamo vedere dalle planimetrie di entrambi i piani, è impostata su uno schema classico di altre residenze di quella tipologia. Un ambiente centrale più ampio attorno alla quale si aprono gli altri vani della volumetria originaria, a cui si aggiungono altri locali aggiunti nel corso degli anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La struttura è a due piani e in stile liberty. Il piano terra è quasi interamente occupato dalla monumentale scala asimmetrica a tre rampe, impreziosita da una raffinata balaustra a colonne che rompe la regolarità del livello nobile, al quale giunge in un piccolo loggiato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui, su un muro di colore azzurro, si apre l’ingresso principale e altri due piccoli accessi laterali sormontati da elaborate cornici ad arco. Stessa cosa per i due finestroni sui lati dove ritroviamo la balaustra delle scale. Chiude la facciata un fregio geometrico che corre sotto il cornicione che delimita la terrazza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Porte e finestre sono ormai state divelte, così come per il prospetto laterale, visibile entrando nel Campus. Ma prima di andare via, attraverso una delle finestre riusciamo a scorgere una fascia rossa e bianca che decora ancora una delle stanze. Purtroppo però anche questo fregio, nel giro di qualche giorno, smetterà di esistere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Villa Vera si trova al civico 169 di via Amendola, nel tratto di strada compreso tra via Celso Ulpiani e via Omodeo, a ridosso del dipartimento di Chimica del Politecnico
Siamo di fronte al muro perimetrale dell’edificio. Un tempo segnato da un sontuoso ingresso, oggi è chiuso dalla recinzione dei lavori in corso che lasciano comunque intravedere la facciata rossa e bianca della villa...
...tra due alberi sopravvissuti che le fanno ombra
E pensare che, fino a pochi giorni fa, a condurre ai piedi del fabbricato c’era un lungo viale alberato...
...adesso sostituito da montagne di macerie
La disposizione interna, così come possiamo vedere dalle planimetrie di entrambi i piani, è impostata su uno schema classico di altre residenze di quella tipologia. Un ambiente centrale più ampio attorno alla quale si aprono gli altri vani della volumetria originaria, a cui si aggiungono altri locali aggiunti nel corso degli anni
La struttura è a due piani e in stile liberty. Il piano terra è quasi interamente occupato dalla monumentale scala asimmetrica a tre rampe...
...impreziosita da una raffinata balaustra a colonne che rompe la regolarità del livello nobile, al quale giunge in un piccolo loggiato
Qui, su un muro di colore azzurro, si apre l’ingresso principale e altri due piccoli accessi laterali sormontati da elaborate cornici ad arco. Stessa cosa per i due finestroni sui lati dove ritroviamo la balaustra delle scale
Porte e finestre sono ormai state divelte, così come per il prospetto laterale, visibile entrando nel Campus
Ma prima di andare via, attraverso una delle finestre riusciamo a scorgere una fascia rossa e bianca che decora ancora una delle stanze. Purtroppo però anche questo fregio, nel giro di qualche giorno, smetterà di esistere



Giancarlo Liuzzi
Scritto da

Lascia un commento
  • f.mastromarino@libero.it - Che gran dolore! È davvero un pugno nello stomaco assistere all'abbandono , e poi alla distruzione di queste bellissime dimore. Ancora di più se confrontate allo squallore e all'assenza di qualsiasi elemento di bellezza nei fabbricati contemporanei. Grazie ancora una volta per l'attenzione e i documenti che riportate nei vostri articoli. Chissà se riusciranno a provocare una reazione in qualche politico illuminato!
  • GIORGIO MANDELAS - e' stato abbattuto ex sede della gazzetta .. i baresi non hanno imparato niente
  • francesco quarto - Illusi al tempo dell'abbattimento degli ecomostri di Punta Perotti che la città di Bari si andasse emancipando dalla sudditanza ai "palazzinari", dobbiamo oggi continuare a subire continui sfregi e offese a un assetto urbanistico che pure aveva fatto di Bari una "bella città". avete citati tre "esempi" ma sono convinto che i casi di deturpamento siano molto più numerosi. Abbiamo operato nel Ministero dei beni culturali e abbiamo percepito le "violenze" esercitate su funzionari e dirigenti di buona e sana volontà ... che peccato!
  • GIACOMO - Per correttezza di informazione, quello che si vede è l'edificio di Scienze Biologiche dell'Università.
  • Alberto Ricciardi - L'ennesima occasione persa per celebrare la bellezza delle costruzioni storiche baresi...ma sicuramente occasione per la memoria collettiva di ricordare lo sfregio continuo arrecato che sta trasformando al città in un enorme contenitore di brutture cementizie! Con la connivenza delle istituzioni e di uno scandaloso 'piano casa'...amico dei palazzinari ormai scatenati e famelici! Bari ed i suoi magnifici edifici storici di pregio meritavano rispetto e cura, non distruzione!
  • Emanuele Zambetta - Che vergogna! Ma come si può permettere che accadano ancora robe simili?!... Ma quanto bella era Bari con tutte le sue ville costruite tra la fine dell'800 e l'inizio del '900?... E non parliamo poi dell'abbandono perpetrato nei confronti di masserie e chiese rurali. Quanto più bella e ricca d'arte sarebbe potuta essere oggi Bari! Aaah!!! Eppure gli insensibili (traditori non solo della città ma proprio della storia) continuano a colpire!


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)