Carte, mare e amicizia: i vecchietti che ogni giorno si ritrovano a Pane e Pomodoro
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lunedì 27 febbraio 2017
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di Angela Pacucci
Si riconoscono perchè sono quasi tutti ultra 70enni, "armati" di tavolini e sedie e con alcuni tratti distintivi: innanzitutto usano carte francesi, violando il "dogma" secondo cui i vecchietti di Bari maneggino solamente carte napoletane. Poi fanno volentieri a meno di quelle abbuffate di Peroni tipiche dei circoli, dove l'onnipresente birra è addirittura parte integrante del gioco. Infine nei loro tornei ammettono anche la presenza femminile, cosa quasi vietata negli assembramenti dei loro coetanei sparsi nelle piazze del capoluogo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sono divisi in due gruppi, dislocati in due punti del litorale differenti. Incontriamo il primo a pochi passi dall'ingresso principale della spiaggia, sistemata accanto alla cabina azzurra usata come deposito di attrezzi per pulire la riva. Ad accoglierci è un affabile signore che indossa un giubbotto verde e un paio di occhiali da sole: si tratta del 70enne Salvatore, "leader" e fondatore della compagnia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«L'abitudine di radunarci giornalmente nasce durante un'estate di circa 15 anni fa - racconta l'uomo -. Tutte le mattine passavo da queste parti e notavo alcune donne sedute al bar qui vicino che si svagavano chiacchierando, sorseggiando una bibita fresca e giocando a carte. È da loro che presi spunto: assieme ad alcuni amici allestii un angolino portandomi le sedie da casa e invitando i passanti a unirsi a noi. Non è stato difficile farsi nuove amicizie che con il passare del tempo sono diventate sempre più salde».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La sua "banda" ha una regola ben precisa. «Ciascuno di noi partecipa all'acquisto dei tavolini con pochi euro a testa - prosegue Salvatore -. Prima di andarcene li nascondiamo nei cespugli qui attorno legandoli con lucchetto e catena: è divertente cercare di imboscarli il più possibile, anche se spesso capita che di non ritrovarli più il giorno dopo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli fa eco il suo amico Vito, soprannominato "il turco" da quando era piccolino. «Venire qui sapendo di trovare sempre qualcuno con cui trascorrere del tempo è fantastico - sottolinea il simpatico nonnetto -. Ci diamo appuntamento tutto l'anno, anche con la neve: quando c'è maltempo ci ripariamo sotto il tendone del bar. Sto provando a trasmettere ai miei figli la passione per le carte, ma senza successo, per non parlare dei nipoti che invece sono presi dai nuovi aggeggi tecnologici. La verità è che si sta perdendo un piacere semplice come quello di allietarsi con i propri conoscenti attorno a un tavolo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di sicuro ciò che non scompare è il vezzo di prendere in giro i giocatori meno in gamba, anche a una certa età. Ne sa qualcosa Amedeo, altro membro della pimpante combriccola, chiamato dagli altri "cervello piccolino" per la sua scarsa dimestichezza con il burraco. «Ma non me la prendo - ci dice l'anziano -. Anzi non potrei mai rinunciare ai miei amici: sono del quartiere Carrassi e quindi abito più lontano di tutti, ma ogni mattina faccio volentieri una lunga passeggiata pur di incontrarli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Salutiamo l'allegra brigata per dirigerci verso la seconda comitiva, che ha piazzato tavoli e sedie accanto a un muretto decorativo azzurro a forma di onda. Mentre camminiamo notiamo in lontananza un manipolo di signore sedute al bar di Pane e Pomodoro: sono proprio le donne che hanno "ispirato" Salvatore. «Da sempre appena abbiamo del tempo libero veniamo qui a goderci la vista del mare - ci dice una di loro, Maria - e d'estate la sera ci spostiamo nel parcheggio della spiaggia per scatenarci con dj e balli di gruppo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Lasciamo la signora e raggiungiamo finalmente l'altra "congrega" del burraco. A darci il benvenuto sono Vito e Nicola, due 50enni che non stanno passando proprio un bel momento. «Siamo stati licenziati da poco e non riusciamo a trovare un altro lavoro - affermano con un velo di tristezza -. Così, anzichè rimanere a casa a deprimerci scegliamo di appostarci qui, distraendoci dai nostri problemi. Siamo i più giovani del gruppo e dai più grandi possiamo solo imparare, nelle carte come nella vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A volte succede che tra gli sfidanti vi sia una rappresentante del gentil sesso. «Le nostre mogli non vengono mai con noi - continuano i due disoccupati - ma è capitato che qualche donna si sia avvicinata per prendere parte alle nostre partite, riuscendo anche a vincere. Le più esperte e temibili rimangono comunque quelle del bar».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non ci sfugge il fatto che il tavolino abbia una particolarità: la sua superficie è attraversata da alcune corde colorate, tese a tal punto da non far volar via le "canaste" in caso di vento. Poco più in là, a poca distanza, c'è un uomo in canottiera e occhiali da solo seduto in disparte. Si chiama Francesco e per lui le carte sono solo una scusa per abbronzarsi su una sedia a sdraio e leggere un buon giornale. «Preferisco una sana lettura - confessa rilassato il signore -. Il burraco può aspettare, l'importante è che ci siano gli amici e soprattutto: il mare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)
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Scritto da
Angela Pacucci
Angela Pacucci