Pistole e carabine: il poligono di via Napoli casa del tiro a segno barese
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martedì 24 marzo 2015
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di Stefania Buono
Ovviamente non è possibile praticarla in qualsiasi punto di una città: le aree demandate al tiro sono i poligoni, luoghi dove vanno a sparare atleti, amatori, ma anche le forze armate, che si allenano qui per acquisire dimestichezza con i loro armamenti. La sede del Tsn (Tiro a segno nazionale) barese si trova in via Napoli, all'altezza dello stabilimento balneare riservato ai militari. (Vedi foto galleria)
Il poligono barese (situato su territorio militare, ma gestito da civili) è dotato di tre impianti sportivi. Ce n’è uno per il tiro con le armi da fuoco, dove il bersaglio è posto ad una distanza di 50 metri e un altro dedicato alle armi ad aria compressa, dove invece l'oggetto da colpire è posizionato a 10 metri di distanza dal tiratore. Il terzo impianto è invece di uso esclusivo delle forze armate, che si allenano con un bersaglio che si trova a 25 metri dal “cecchino”. Il Tsn ha anche una sede periferica ad Alberobello, sorta lo scorso anno, dove vi è un solo impianto ad aria compressa composto da sei linee di tiro. I due poligoni contano 2600 iscritti complessivi, di cui 600 sportivi e amatori e 2600 appartanenti alle forze armate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le armi utilizzate sono la pistola e la carabina (arma simile a un fucile, ma più corta e meno potente). La carabina, durante le operazioni di mira e di tiro, viene imbracciata oppure appoggiata su un apposito sostegno, mentre la pistola viene sollevata dal tiratore con una sola mano: proprio perché è per questo possibile controllare meglio la prima rispetto alla seconda, tanto è vero che il bersaglio per la carabina è più piccolo di quasi la metà rispetto a quello per la pistola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I tiratori sono protetti da cuffie (per attutire il rumore derivante dal colpo) e da occhiali (per evitare che il bossolo possa finire in un occhio), oltre ad avere in dotazione un cannocchiale per verificare quanti punti sono stati fatti dopo un tiro. Chi invece colpisce con la carabina non ha cuffie e occhiali, ma indossa una giacca e un pantalone specifici che garantiscono una maggiore protezione e stabilità all'atleta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Uno sport questo, che può essere praticato anche da minorenni, che già dai dieci anni di età possono utilizzare attrezzi ad aria compressa, mentre dai 14 anni in poi le armi da fuoco. Ma l'uso della pistola non può risultare diseducativo e pericoloso per dei ragazzini? «No, se li si educa a un loro giusto utilizzo – afferma Giovanni Vito Perta, presidente del Tsn di Bari -. Anzi, questo sport serve a educare a restare fermi e in equlibrio. Il tiro a segno risulta inoltre essere tra le discipline sportive più sicure, perché qui vengono applicate delle norme molto rigide di sicurezza e ogni atleta è preparato a come utilizzare correttamente le armi che impugna grazie ai nostri istruttori. E’ più semplice farsi male giocando a calcio che sparando con una pistola».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I minorenni, 75euro di iscrizione a parte, usufruiscono gratuitamente delle armi e degli impianti, mentre i maggiorenni pagano 3-4 euro all’ora per noleggiare l'arma e utilizzare la linea di tiro, a cui va aggiunto il costo delle cartucce che varia dai 10 ai 18 euro a seconda del calibro dell’arma. Anche se non basta pagare per poter accedere a un poligono: bisogna infatti aver conseguito un diploma di idoneità al maneggio delle armi, dopo aver frequentato un corso teorico-pratico tenuto dagli istruttori della sezione di tiro a segno della durata di qualche ora e del costo di 150 euro. Insomma l’hobby di sparare ha un prezzo, neanche tanto basso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Chiaro che tutto ciò non vale per chi compete a livello agonistico e si allena al poligono per partecipare, chissà, alle Olimpiadi. Si inizia dai dieci anni in poi, ma è solo a partire dai sedici che si può cominciare a gareggiare. I più bravi sono coloro che dopo 60 colpi di proiettile verso il bersaglio (che diventano 40 a livello regionale) segnano lo score più alto: più ci si avvicina al centro, più punti si accumulano. E di atleti che raggiungono alti livelli ce ne sono anche a Bari. «Nella delegazione barese sono presenti atleti piuttosto forti -spiega Perta-. E tra di noi c'è persino un ragazzo che fa parte della Nazionale italiana». (Vedi video)
Lui si chiama Domenico Accettura, a gennaio ha compiuto 18 anni ed è di Bitonto. Oltre ad aver vinto diverse gare a livello sia regionale che nazionale, lo scorso anno ha anche partecipato a una competizione internazionale a Monaco, piazzandosi individualmente in terza posizione nella specialità della pistola libera e in quarta con la sua squadra. «Ho cominciato a praticare questo sport nel 2011 poiché ero appassionato di armi fin da bambino – ci racconta -. Mio padre mi ha portato qui dove ho conosciuto tantissime persone che mi hanno aiutato ad arrivare dove sono ora».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra i giovani promettenti c'è anche Antonello Perta, 22enne di Alberobello. Svolge questa disciplina da quando di anni ne aveva 10 perché ha ereditato la passione per le armi da suo padre. Lo scorso anno è arrivato terzo al campionato italiano universitario. «Il tiro a segno mi piace perché è completamente diverso dagli altri sport –afferma -. Non c'è gioco di squadra: ci sei solo tu, la pistola e il bersaglio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche le donne si stanno avvicinando al tiro a segno. Tra di loro c'è la 23enne Marianna Rotolo, di Alberobello, che spara da circa un paio d'anni e ha vinto una medaglia d'argento agli scorsi campionati italiani universitari, oltre a diversi titoli regionali. «Non è stato facile convincere i miei genitori a farmi praticare questo sport – ci dice -. Loro pensavano fosse un’attività violenta e pericolosa. Ma in realtà non è affatto così, anzi aiuta persino a rilassarsi: io lo paragonerei allo yoga, perché aiuta a ritrovare sè stessi e il proprio equilibrio interiore».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video (di Gianni De Bartolo) gli allenamenti nel poligono barese di via Napoli:
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Scritto da
Stefania Buono
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