Patrizia Fano, raccontare di un polpo per «avvicinare i più giovani alla lettura»
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lunedì 29 ottobre 2012
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di Rachele Vaccaro
Perchè scrivere un libro per i più giovani?
Questo è il mio secondo libro per ragazzi. Voglio far appassionare i più piccoli alla lettura, specialmente i bambini più irrequieti. Bari e i paesi del suo hinterland registrano un altissimo tasso di abbandono scolastico da parte degli alunni che hanno meno di 16 anni. La mia è una strategia didattica per riavvicinarli alla scuola e farli innamorare dello studio, inteso come amore e passione per tutto ciò che ci circonda.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Attraverso la storia di un polpo...
L’idea del polpo è nata in modo consapevole. Mi divertivo da un paio di anni a studiarli nelle loro tane, durante le loro battute di caccia subacquea e in ogni fase delle loro trasformazioni cromatiche. Quindi mi sono detta: quale animale può avere una storia più interessante da raccontare? Ho ovviamente tenuto conto del fatto che la mia è una città di mare. Il polpo è il signore indiscusso delle acque baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il messaggio che vuole trasmettere ai ragazzi?
L’importanza della riproduzione che garantisce il ciclo vitale e il rispetto per l’ambiente e il regno animale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel testo insisti molto sull’importanza della geografia.
Credo fermamente nel valore di questa disciplina, che a scuola viene insegnata in modo troppo noioso e statico. Qualche anno fa mi trovavo a Bologna e cercavo un istituto scolastico. Chiesi ad un gruppo di giovani, mostrando loro la cartina della città, dove mi trovassi, e nessuno di loro seppe rispondermi perché non sapevano decodificare la legenda e i segni di una carta geografica. Inutile dire che rimasi esterrefatta. Se non conosciamo il mondo che ci circonda, è ovvio che non lo rispettiamo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Che ruolo hanno le illustrazioni e la punteggiatura?
All'inizio non avevo bene in mente il tipo di illustrazioni da realizzare. Ero solo certa di non volere dei disegni fumetto. Le illustrazioni create hanno implicitamente rispettato il mio volere: sono realistiche così come lo è la storia di Popov. I disegni, soprattutto per i più piccoli, hanno lo scopo di sublimare una narrazione a tal punto da poterla toccare. Con la punteggiatura, invece, ho giocato un po’, creando ritmi più incalzanti o più lenti a seconda dei movimenti e degli stati d’animo di Popov.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I suoi alunni ti hanno aiutato nella stesura del libro?
Senza i miei ragazzi questa storia non sarebbe nata, perché mi hanno aiutato con tante idee e fornendomi l’ispirazione per il racconto. Sarò sempre riconoscente al quartiere “Libertà” perché qui, dove insegno io, si mescolano culture e stili di vita tra i più differenti. È un quartiere popolare come lo è il polpo, il cui nome scientifico è “octopus vulgaris” (volgo significa popolo, in latino). La maggior parte dei miei studenti legge ed è questa la mia realizzazione, come di docente e autrice di storie per ragazzi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Rachele Vaccaro
Rachele Vaccaro