Maschere, sfingi, bestie, volti: i mille particolari dei portoni storici di Bari
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giovedì 23 febbraio 2017
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di Laura Villani
A questi tesori nel 2013 è stata dedicata una mostra tenutasi nella Camera di Commercio. Ci siamo così armati del suo catalogo, curato da M. Leonia Fischetti Majorano, per andare alla scoperta dei portoni più particolari del “borgo nuovo”. (Vedi foto galleria)
Partiamo da via Putignani, dove ad angolo con Corso Cavour si trova un palazzo progettato nel 1915 dall’ingegner Mauro Amoruso su commissione del commerciante di tessuti Nicola Scattarelli. Il portone in rovere di questa struttura è affiancato da paraste scanalate e diviso in quattro ante, ciascuna con due specchiature disuguali separate da una quadrata in cui si inserisce un pomolo d’ottone. Il sopraluce rettangolare è in legno, vetro e ferro battuto e si decora con delicati disegni circolari, mentre al centro campeggia un grosso mascherone scaramantico (foto 1-2).
Proseguiamo a questo punto per corso Cavour: superiamo il Teatro Petruzzelli e imbocchiamo via Cognetti dove ha sede l’imponente palazzo dell’Acquedotto Pugliese di cui abbiamo parlato in un altro articolo. Qui il portone in rovere scolpito da Duilio Cambellotti unisce al tema dell’acqua (fontane, bacini, ponti) riferimenti al medioevo locale, come piccole riproduzioni di Castel del Monte che sovrastano i due battenti (foto 3-4).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Giriamo ora per via Nicola de Giosa, dove scorgiamo al n.28 il palazzo color mattone fatto costruire nel 1912 dal cavalier Francesco De Giglio. La particolarità del portone con cornice ad arco ribassato è rappresentata da una decorazione a intaglio che raffigura sulle ante due sfingi circondate da cornici (foto 5-6). Sempre nel quartiere Umbertino, in via Cardassi 32 ci aspetta un edificio del 1923. Racchiuso in una doppia cornice in cemento chiaro con arco a tutto sesto e una chiave di volta a testa di leone, il portone liberty presente in ognuna delle quattro ante una figura femminile stilizzata (foto 7-8).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ritorniamo ora in Corso Cavour, dove sotto il ponte XX Settembre al numero 208 un palazzo dal prospetto rosso pompeiano ci colpisce per le sue decorazioni di ispirazione egiziana. Il portone è a due ante, in legno, vetro e ferro battuto: hanno specchiature rettangolari in cui si inseriscono due sfingi scolpite ciascuna con un batacchio in ottone (foto 9-10).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Raggiungiamo ora piazza Umberto, dove ad angolo con via Antonio Beatillo si trova un fabbricato dai delicati colori pastello: palazzo Clemente, dal nome del cavaliere che lo commissionò nel 1911 all’ingegnere Orazio Santalucia. Il portone d’ingresso, in ferro, è racchiuso da una cornice di pietra sulla cui chiave di volta spicca una testa femminile con drappeggi e fiori (foto 11-12).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A questo punto non possiamo non fare un salto in via Sparano per ammirare lo storico palazzo Mincuzzi, costruito tra il 1926 e il 1928 per ospitare la ditta di abbigliamento omonima. Il portale sull’angolo di questo edificio liberty è in ferro, cristallo e legno verniciato di nero, con grossi maniglioni di ottone (foto 13-14).
Raggiungiamo da qui via Cairoli, dove ad angolo con via Putignani si trova l’eclettico Palazzo Ingami Scalvini eretto nel 1924 su progetto di Cesare Corradini e ispirato a modelli neogotici medievali. Il suo portale in pietra presenta un arco a tutto sesto minuziosamente decorato che si poggia su due colonnine con teste di guerrieri sui capitelli e draghi alati alle basi, sorrette a loro volta da alti piedistalli. La lunetta al di sopra del portone è decorata con figure di fiere in movimento, di cavalli e cavalieri (foto 15-16-17).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Proseguiamo per via Cairoli, dove al civico 141 si trova l’ultima tappa del nostro viaggio: un bell’edificio il cui portone a quattro ante è inserito in una cornice doppia con una raggiera a sette spicchi di vetro colorato. Le ante esterne sono caratterizzate da batacchi in ottone in stile liberty, il sinistro con un volto femminile e il destro con un’inquietante bestia feroce (foto 18-19-20).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica di Antonio Caradonna e Gennaro Gargiulo)
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I commenti
- Guglielmo Nocera - complimenti per l'articolo, comunque per quanto riguarda l'ultimo palazzo, in Via Cairoli, 141, fu fatto costruire dal mio bisnonno, prof. Benedetto Morelli, farmacista, su progettodi ingegnere tedesco. grazie e complimenti ancora, Guglielmo Nocera