Dalla Fiera a Palazzo Fizzarotti: tutte le opere di Corradini, l'artista dimenticato
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giovedì 19 dicembre 2019
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di Laura Villani - foto Antonio Caradonna
Tutti “monumenti” apprezzati ancora oggi per il loro eclettismo: una qualità che li differenzia dai tanti fabbricati costruiti nel secolo scorso. Ma sorprendentemente di Corradini non si sa quasi nulla. Sulla sua opera e sulla sua vita non ci sono né monografie né pubblicazioni, i libri di storia cittadina gli dedicano solo poche righe e su Internet è praticamente uno “sconosciuto”. Per non parlare delle fotografie: impossibile risalire al suo volto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per fortuna proprio quest’anno l’architetto Simone de Bartolo, nel volume “Bari ‘900 tra eclettismo e liberty”, gli ha dedicato qualche riga. Secondo lo studioso, Cesare Augusto sarebbe nato a Roma nel 1870 e morto sempre nella Capitale nel 1950.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Tramite ricerche di archivio sono riuscito a sapere qualcosa – ci dice De Bartolo – anche se in effetti non quanto mi sarei aspettato. Probabilmente, come altri esponenti dell’eclettismo storicista, nel corso del tempo è stato ritenuto superato dalla critica modernista: non degno quindi di uno studio approfondito».
La sua opera quindi sarebbe stata sottovalutata e con il tempo dimenticata. A questo aggiungiamo il suo non essere barese, elemento che forse l’ha reso meno “popolare” in città rispetto ad altri maestri quali Saverio Dioguardi. E infine la sua appartenenza alla massoneria, associazione che durante il Fascismo divenne addirittura illegale.
Quel che è certo è che a Bari l’artista ha lasciato una chiara impronta. «Venne qui al seguito del collega romano Ettore Bernich per realizzare Palazzo Fizzarotti», evidenzia De Bartolo.
A lui si deve infatti la creazione dello splendido edificio di corso Vittorio Emanuele, commissionato nel 1904 dal banchiere leccese Fizzarotti. Un’opera che ancora oggi sorprende per l’intrigante facciata in stile neogotico veneziano ricca di richiami massonici, dettagli esoterici e stemmi misteriosi. Cesare Augusto si occupò anche delle decorazioni interne, firmando le tele che adornano il salone medievale. Ritraggono l’ingresso a Bari del doge Orseolo dopo la sconfitta dei Saraceni (la cosiddetta “Vidua Vidue”) e il matrimonio di Federico II con Jolanda di Brienne a Brindisi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Negli anni successivi l’architetto sposò la terlizzese Teresa Lamparelli e con il nipote della donna, Rodolfo de Sario, aprì anche uno studio nel capoluogo pugliese, in via Melo 192, dove forse si trovava anche la sua abitazione.
Nel 1923 realizzò il Palazzo Laterza di via Sparano (sostituito dal quello attuale negli anni 60) e nel 1924 venne coinvolto in due lavori, entrambi al fianco del ben più noto pittore veneziano Mario Prayer. Il primo riguardò la direzione artistica della decorazione della memorabile Aula Magna dell’Ateneo, di ispirazione rinascimentale. Il secondo il progetto del palazzo Ingami-Scalvini situato tra via Cairoli e via Putignani. Un edificio che colpisce per il bestiario medievale che ne anima le facciate e per l’abbondanza di richiami esoterici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il 1926 fu l’anno del progetto del quadrilatero della Fiera del Levante, “quartiere” che aperto quattro anni dopo alla presenza di re Vittorio Emanuele III. Corradini realizzò anche l’ingresso monumentale che si affaccia sul mare, con i suoi possenti torrioni laterali, l’arco centrale e le finestrelle bifore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Due anni dopo venne inaugurata in via Garruba la sede della Fiat (l’attuale sede della facoltà di Lingue), progettata da Cesare Augusto assieme l’ingegnere Francesco De Giglio e destinata all’esposizione e alla vendita di automobili del grande marchio torinese. L’edificio, dall’aspetto innovativo e austero, fu il primo in città a sfoggiare pareti finestrate già in uso in palazzi industriali parigini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra un capolavoro e l’altro realizzò anche i due villini neoclettici di via Umberto Giordano, nella zona di San Francesco, il mausoleo di Raffaele Resta (a forma di pantheon) nel Cimitero Monumentale di Bari e l’altare Fizzarotti nella chiesa di San Giuseppe, nel rione Madonnella.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché non c’è quartiere della città dove Corradini non abbia lasciato un segno. Per questo, seppur con un ritardo di diversi decenni, è forse arrivato il momento di riscoprire l’opera di questo “misterioso” artista, a cui Bari deve tanta della sua bellezza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
* con la collaborazione di Nicola Imperiale
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Fabrizio Corradini - Complimenti per l’articolo. Lieto di leggere i bei ricordi che ha lasciato a Bari il mio bisnonno. Scomparve però nel 1932, troppo presto purtroppo per collaborare alla realizzazione degli affreschi del palazzo della Provincia. Personaggio alto di colore, e “bon vivant”, collaboro con le case reali in Turchia, Montenegro (dove legò amicizia con il Re) e in Egitto. La Sua scomparsa ci privo quando mio nonno Lucio era appena ventenne ci privò di una maggiore conoscenza di una storia di famiglia di cui ci sono pervenuti solo sparsi brani e alcuni quadri e disegni. Una foto però c’è l’avrei. :-) Cordiali saluti! Fabrizio Corradini