Dalle marce su via Napoli al comando posto nell'Hotel Adria: quando a Bari c'erano i nazisti
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venerdì 21 gennaio 2022
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di Raniero Pirlo
Una storia, quella dei nazisti a Bari, che (come per i russi) continua a essere poco raccontata, a differenza della ben più documentata presenza in Puglia di inglesi e americani. Per approfondire l’argomento abbiamo così intervistato lo storico barese Pasquale Trizio, che ai tedeschi ha dedicato alcune pagine del suo saggio “Bari. La città in guerra” (Gelsorosso editore).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quando arrivarono i nazisti a Bari?
Il loro afflusso iniziò nel 1941 e durò sino al settembre del 1943, quando le truppe tedesche furono scacciate dai baresi e la città occupata dalla truppe Alleate. Durante la Seconda Guerra Mondiale Bari aveva ormai consolidato la sua posizione di riferimento per il Mediterraneo Orientale. Era tra l’altro il centro più grande del bacino adriatico. Così il capoluogo pugliese ebbe un ruolo fondamentale nella campagna di Grecia. Fu infatti dal porto barese che nel 1940 si imbarcarono i militari italiani per andare occupare le aree balcaniche. Una spedizione che però si rivelò fallimentare, sino a quando non intervennero i nazisti che nell’aprile del 1941 invasero Jugoslavia e Grecia costringendole alla capitolazione. Tedeschi che partirono proprio da Bari. Muovendosi attraverso convogli ferroviari dalla stazione centrale o dal cosiddetto “Parco Albania” (l’odierna caserma Briscese in via Napoli), raggiunsero il porto portando con loro munizioni, rifornimenti e animali, tra cui molti muli, visto che una volta giunti sul posto avrebbero dovuto affrontare le impervie e gelide montagne della regione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche l’aeroporto divenne un crocevia di soldati.
Sì, l’aeroporto di Bari ebbe un ruolo indispensabile nell’alleanza nazi-fascista. L’antico aeroscalo con funzione militare era intitolato a Umberto di Savoia, principe di Piemonte ed era posto in corrispondenza di quello attuale di Bari-Palese. Venne utilizzato come vero e proprio hub, in cui arrivavano centinaia di caccia e bombardieri che nel capoluogo pugliese venivano poi smistati e destinati verso diversi fronti del Mediterraneo Orientale. Gli stessi statunitensi erano a conoscenza della sua importanza di questo aeroporto che fu bombardato e vide la distruzione di oltre 100 aerei tedeschi il 26 aprile 1943.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A campagna ultimata parte dei soldati nazisti rimasero però a Bari.
Sì, un 400/500 militari. Il commerciante Federico Thisson era il console della nazione tedesca a Bari, con sede in via Cardassi 16. Il comando germanico invece era situato presso l’Hotel Adria in Via Zuppetta. Nel capoluogo risiedeva anche il capo della comunità tedesca in Puglia, il suddito Willy Voigt, responsabile del fronte del lavoro. Di Voigt memorabili furono i festeggiamenti in occasione del cinquantatreesimo compleanno di Adolf Hitler, che organizzò all’Albergo Miramare, il 20 aprile 1942. Questo hotel oggi non esiste più ma era ubicato tra via Bozzi e via XXIV maggio, nel quartiere Umbertino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non fu l’unica festa organizzata in città…
Gli ufficiali si divertivano con varie iniziative culturali. Si ricorda ad esempio una serata di fraternità italo-germanica organizzata il 9 novembre 1941 all’interno del Teatro Petruzzelli, dove si esibirono i complessi corali della Hitler Jugend e della Gioventù Italiana del Littorio. Oppure pensiamo all’evento di commemorazione dei caduti tedeschi, avvenuto nel marzo 1942 alla presenza di tutte le autorità civili e militari (nella foto). Si svolse nel piazzale della Gil in via Napoli. Nello stesso giorno le truppe sfilarono per le vie della città acclamate da una parte dei residenti. E alle ore 16 il Teatro Piccinni ospitò un concerto della Banda dell’Arma Area Germanica: un’esibizione alla quale assistettero numerosi baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si instaurò quindi un buon rapporto tra baresi e tedeschi…
I rapporti erano certamente buoni: del resto si cercava di mantenere un clima di apparente normalità nonostante lo stato di guerra in atto. Alcuni imprenditori locali aiutarono fattivamente i nazisti. I fratelli Liborio e Giovanni Mincuzzi, importanti commercianti di stoffe e proprietari terrieri, misero a disposizione una loro villa di Santo Spirito ad uso di ospedale riservato ai soldati germanici. Tedeschi poi che frequentavano tutti i locali cittadini, case di tolleranza comprese. Anche se pare che a loro fosse permesso solo l’accesso a quella situata in via Abate Gimma 36: l’unica ritenuta sicura a livello igienico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutto ebbe però fine nel settembre del 1943.
La convivenza fra baresi e nazisti s’interruppe di colpo il pomeriggio dell’8 settembre 1943, quando a seguito dell’Armistizio di Cassibile (firmato in segreto cinque giorni prima), il primo ministro Badoglio annunciò la resa incondizionata dell’Italia agli Alleati. Nella mattina del 9 novembre i tedeschi che non avevano accettato la resa, cercarono di occupare con la forza il porto barese. L’allarme si estese in tutta Bari e l’eroico intervento del generale Nicola Bellomo costrinse il nemico alla fuga.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Bari pare aver cancellato il ricordo della presenza nazista in città: c’è un motivo?
È solo una questione di fonti storiche. Si parla poco dei tedeschi perché all’epoca il regime fascista aveva un rigido controllo sull'informazione e pertanto la censura di guerra era molto efficace. Ciò non toglie che per un paio d’anni Bari fu costretta a convivere con il Terzo Reich.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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I commenti
- Paolo Marturano - notizie storiche importanti .Purtroppo non corredate da foto. Io ne ho alcune che mostrano la presenza di militari tedeschi in città. Se interessano posso mandarle tramite mail
- Antonio Colavitti - Bari "costretta a convivere" o solo opportunismo atavico, della serie "o Francia o Spagna basta che se magna". Analisi superficiale che meriterebbe approfondimenti.
- Francesca Redavid - Grazie, veramente interessante!!!
- Emanuele. Triggiani - In nomw delle discendenti del fu Willi Voigt chiedo di indicarmi le fonti docum. DELLE notizie relative alla figura del sig Voigt ( era mio suocero)
- Stefano - leggendo questi articoli emerge l'ipocrisia in cui ci hanno portato i nostri grandi politici dal 46 ad oggi. Qualche giorno fa sono tornato a Bari per un giorno, sono emigrato al Nord da 40 anni. Nulla è cambiato anzi direi che tanto è peggiorato. Se tanti anni fa, prima del 946 non ci fossero stati altri orientamenti politici, dove sarebbe oggi il lungomare che parte da Pane e Pomodoro e finisce alla Fiera del levante? per non parlare di tante altre realtà nate a Bari in quegli anni. Se così brutto e malvagio è stato quel periodo che chiamano ventennio, perchè non hanno raso al suolo tutto ciò che ancora oggi esiste? io sono del 46, non ho vissuto quel periodo, ma è l'unica cosa che trovo nelle realtà edilizie e non solo a Bari. dopo quel periodo, tedeschi compresi, quello che vedo, culturalmente parlando, è solo terra bruciata.
- Vito - A stefano rispondo che mai si è distrutto quanto costruito negli anni , anche da chi la pensava in maniera diversa. Non si può però assolvere il fascismo dimenticando i danni arrecati al mondo, in nome del lungomare o altre opere, apprezzabili ancora oggi.