di Salvatore Schirone

A Bari un'imponente collezione Marconiana, ma giace in magazzino
BARI - «È diventata un'odissea, tra promesse disattese e soldi persi». Con questa parole cariche di disappunto e sconforto, Umberto Giarletti, 76 anni, ci racconta la sua pluriennale lotta per dotare Bari di un Museo della radio e della filatelia Marconiana. Giarletti, storico di Guglielmo Marconi e referente per il Sud della Fondazione Marconi, è il proprietario di una delle più imponenti collezioni Marconiane del mondo. Siamo andati ad incontrarlo nel suo ufficio in corso Sonnino (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Pensavamo di vedere alcuni pezzi della sua collezione ...

Purtroppo non posso tenere qui il materiale che richiederebbe oltre 700 metri quadrati di esposizione. Tutto è depositato in almeno quattro o cinque magazzini diversi. Parliamo di oltre mille pezzi e centinaia di documenti che da anni attendono di essere collocati in una struttura adeguata. Qui ho solo qualche esemplare. 

Ci descrive la sua collezione?

Si tratta di pezzi unici, originali e funzionanti di radio d'epoca: dalla radio a galena a quelle a valvola inventata da De Forest nel 1906. E poi numerose macchine del suono, dai più antichi carillon francesi del 1700, al fonografo di Edison a rullo di cera e al primo a disco inventato da Emile Berliner. Abbiamo la più importante discografia d'epoca e il grammofono "Pathé", unico grammofono a 100 giri con funzionamento al contrario, cioè la puntina si sposta dal centro verso l'esterno del disco. Poi ancora, la più completa in assoluto collezione filatelica e numismatica su Marconi. Se esiste un francobollo, una moneta o una banconota emessa da un qualsiasi Stato, noi ce l'abbiamo. Ed infine, centinaia di documenti su Marconi e sul famoso primo collegamento stabilito tra Bari e Antivari (Bar, in Montenegro). Conserviamo ad esempio il telegramma inviato da Marconi al sindaco di Bari, Petruzzelli, dopo la trasmissione del primo messaggio del 3 agosto 1904 e il documento della delibera comunale con la quale nello stesso giorno il sindaco conferiva a Marconi la cittadinanza onoraria di Bari. Nella mia vita ho cercato e raccolto qualsiasi cosa riguardasse il noto scienziato in giro per il mondo. Appena ne avevo notizia andavo sul posto e l'acquistavo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A proposito della celebrazione del 110 anniversario del collegamento tra Bari a Bar, che cosa è avvenuto?

La nostra è una mostra itinerante. Abbiamo esposto in tutta Italia e anche all'estero. A Bari abbiamo organizzato quattro eventi, nel 1995, 1997, nel 2004, per il centenario, e nel 2005. Anche quest'anno avremmo voluto esporre come negli anni precedenti nel Palazzo della Provincia. Ma ecco cosa ci hanno risposto (la mail, in galleria). Un rifiuto tardivo a causa del regolamento che non consente manifestazioni un mese prima delle votazioni, che si svolgeranno il 25 maggio. Tutto probabilmente sarà rimandato nei mesi successivi. Abbiamo perso una bella occasione. Questo 25 aprile ci sono infatti diverse ricorrenze. Un'occasione unica di intrecci di anniversari importanti e significativi. In ordine di antichità: il 140esimo della nascita di Marconi, il già ricordato 110ecimo del collegamento Bari-Bar, il 90esimo della nascita della radiodiffusione nazionale, il 60esimo della Rai e il 50esimo della fondazione dell'Ari (Associazione radioamatori italiani).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Avete pensato ad altre sedi?

Non vogliamo un buco per mettere quattro radio. Le nostre esposizioni durano almeno un mese e registriamo dalle 9 alle 12mila presenze. Sale sempre affollatissime, soprattutto il sabato e la domenica, con gente che viene da ogni parte d'Italia. Invitiamo scolaresche e coinvolgiamo tutta la cittadinanza. Non mostriamo solo pezzi antichi, ma raccontiamo una storia, con filmati d'epoca, audio originali con la voce di Marconi. Spighiamo il funzionamento degli apparecchi e facciamo provare le comunicazioni direttamente anche con l'aiuto della stazione stabile dell'Ari che 24 ore su 24 restano attive e in contatto con tutto il mondo. È per questo che abbiamo la necessità di un museo permanente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E che cosa lo ha impedito finora?

Il disinteresse delle amministrazioni. Nel 1999 doveva esserci restituita ristrutturata la sede della ex villa Capriati su via Amendola (altezza via Omodeo), di proprietà della Provincia. Lì sarebbe dovuto nascere il primo grande Museo della radio di Bari, come recita ancora il cartello esposto (vedi foto in galleria). Mille metri quadrati di esposizione su più piani. Ma tutto è bloccato. Sono spariti circa 450 milioni di vecchie lire della comunità europea. E 100 milioni inutilmente già spesi per il progetto e per dei lavori iniziati e interrotti. L'anno scorso sono stato chiamato dal presidente della Provincia, Francesco Schittulli, che mi chiedeva dove stessero quei soldi. Non lo sanno nemmeno loro. Furono stanziati dall'amministrazione Sorrentino e probabilmente "andati altrove", così alla fine mi hanno risposto. Ricordo che sdegnato lasciai la sala e da allora non sono stato più chiamato. In questi anni ho avuto offerte allettanti da Brindisi e Napoli, che mi mettevano a disposizione luoghi suggestivi ed idonei. Fino ad ora ho sempre rifiutato. Voglio lasciare questo immenso patrimonio storico alla sua città, Bari. Ma prima o poi dovrò decidermi, sono avanti negli anni e sebbene mi aiuti mia figlia non posso ancora per molto occuparmi di questo enorme materiale. 

Il video-intervista a Umberto Giarletti (di Carlo Gelardi):


 


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Umberto Giarletti nel suo ufficio
La Provincia nega la disponibilità del suo palazzo per la mostra per il 110 anniversario del collegamento marconiano tra Bari e Bar (Montenegro)
La mostra del 2004 nel colonnato del Palazzo della Provincia
Lavori fermi dal 1999 per la sede del museo della radio, in via Amendola
Ex villa Capriati, intravista oltre il cancello. In completo abbandono
Alcune radio accatastate nell'ufficio di Giarletti
Radio detta "EXCELLENT", del 1925. Uno dei più antichi apparecchi. Un modello autocostruito in un mobiletto non particolarmente rifinito, con un altoparlante esterno e un'antenna a telaio "Marelli".
Radio "PHILIPS", mod. 2514, del 1928. Con scala parlante numerica. Caratteristico l'altoparlante a spillo notoriamente chiamato "piatto di barbiere"
Radio "SILVERTONE" modello 330, del 1933. Costruita dalla Rca, Radio Corporation America esclusivamente per la Francia, con altoparlante elettrodinamico a scala numerica. Veniva chiamata radio a cupoletta o a cattedrale per la forma simile alla facciata di una chiesa
Radio galena "NORA" del 1932-33. Funzionava tramite detector a cristallo di galena a reazione. Caratteristica l'antenna esterna a nido d'ape. L'ascolto poteva avvenire solo tramite cuffia
Radio rurale "MAGNETI MARELLI", tipo 51, del 1934-35. Destinata alla comunità contadina, queste radio vennero distribuite o vendute dal partito nazionale fascista per la diffusione popolare. Il regime interpellò le ditte costruttrici dell'epoca per far costruire degli apparecchi autarchici a costi minimi. Insieme alla radio rurale fu costruita e diffusa la famosissima radio "BALILLA" distribuita nelle scuole, in particolare nei luoghi sprovvisti da insegnanti per impartire lezioni a distanza. La radio BALILLA veniva venduta al modico prezzo di 430 Lire, pagabili in 18 rate mensili
Radio "CARISH", modello Boito, del 1946-47, con mobile fono bar e giradischi "Lesa" per dischi a 78 giri con puntina in metallo intercambiabile
Radio "MARCONI", modello 1531, costruita in società con "La voce del padrone – Columbia” e “Marconiphone”, negli anni 1950-52
Radio "TRANS CONTINENTAL", prodotta da Prandoni nel 1956
Radio "Emerson television and radio " modello A725. Uno dei primi modelli di radio portatile del 1955/56, a valvole, alimentata a corrente alternata mediante
raddrizzatore con ingresso universale e a corrente continua mediante due batterie, una per anodica a 48 volt e una per filamento a 1,5 volt
Radio " VEGA", modello F 113, del 1957 con funzionamento a tastiera per la selezione delle frequenze. Questa radio, munita anche di F.M,  malgrado il suo funzionamento a valvola, è stata in vendita fino al 1980



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