Bari, l'ultimo botellon: la storia dei liberi ma "sporchi" raduni alcolici
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venerdì 9 ottobre 2015
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di Mina Barcone
I botellon funzionano molto semplicemente: viene indicato un posto all’aperto (una piazza, un parco) e tramite il passaparola si fa in modo che venga raggiunto dal più alto numero di giovani, che dovranno portare con sè birra, vino o superalcolici da bere assieme a migliaia di persone. Chi vuole può portare uno strumento musicale (una chitarra, un tamburo) da strimpellare o percuotere tra un sorso e l’altro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si tratta quindi di una “festa poco organizzata”, che da un lato ha il vantaggio di permettere di divertirsi liberamente a poco costo e all’aria aperta senza per forza dover pagare discoteche e pub, ma dall’altro lascia tutto nelle mani dei partecipanti, che non sempre hanno voglia di porsi delle regole di civiltà. E quindi i botellon di fatto lasciano sempre sulla loro strada sporcizia e tanti rifiuti. (Vedi foto galleria)
Per questi motivi, dopo l’estate del 2011 quando furono ben quattro i raduni organizzati in città, i giovani baresi decisero di dire “basta”: furono troppe le polemiche che seguirono gli eventi e alcuni giornali cominciarono a definire impopriamente le feste come “rave”, con tutte le accezioni negative legato a questo termine, utilizzato normalmente per le feste a base di musica elettronica e droghe sintetiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Eppure all’inizio riuscimmo a divertirci senza dare fastidio a nessuno», ricorda con nostalgia il 34enne Filippo, uno degli organizzatori dei botellon di quattro anni fa. «La prima festa si svolse il 1° aprile del 2011 – ricorda il giovane - . Fu scelto come luogo un posto atipico, in cui non ci si vedeva di solito, considerato poco frequentato, ovvero via Pisacane, nella piazzetta di fronte alla chiesa di San Pasquale. A ognuno si chiese di portare qualcosa da bere come è usanza degli spagnoli, per passare il tempo e sorseggiare in compagnia senza spendere troppi soldi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E così i ragazzi passarono la serata chiacchierando e bevendo qualche birra, un po’ di vino, suonando la chitarra e intonando qualche canzone. «Ricordo che non eravamo moltissimi – continua Filippo - ma la situazione era piacevole, non eravamo silenziosi ma nemmeno molesti, anche perchè essendo in pochi riuscimmo a tenere pulita la piazzetta portando via bottiglie e rifiuti. Verso mezzanotte però arrivò un’auto della polizia per avvertirci di sgomberare: avevano comunque ricevuto segnalazioni dagli abitanti di zona».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nei giorni successivi tra i corridoi delle facoltà e sui social network non si parlava d’altro, l’entusiasmo di esser riusciti a riunire un bel po’ di gente e aver trascorso qualche ora piacevole fu tale che si decise di organizzare un botellon ancora più grande. Fu creata una pagina su facebook dove si invitava chiunque a prender parte all’evento che si sarebbe tenuto il 20 maggio. «Ci vedemmo nella ben più spaziosa piazza presente tra via Sorrentino e via Salvemini, nei pressi dell’ex hotel Ambasciatori – ricorda Filippo –. Parteciparono perlomeno mille ragazzi».
Ma questa volta le cose andarono diversamente dal 1° aprile. «Speravamo di mantenere la situazione sotto controllo – sottolinea sempre il giovane -. Infatti noi organizzatori chiedemmo espressamente di non abbandonare rifiuti in giro e posizionammo nei pressi della piazza diversi cartoni dove poter riporre bottiglie vuote. Ma poi le cose andarono diversamente: in molti non rispettarono le raccomandazioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Risultato: polemiche per gli schiamazzi notturni, polemiche per l’enorme quantità di rifiuti lasciati per terra. Ma ormai il nome “botellon” risuonava per Bari: l’estate era alle porte e chi non era riuscito a partecipare ai primi eventi, voleva assolutamente provare l’ebbrezza di frequentare un “raduno”. C’era voglia di altri botellon. Gli organizzatori erano un po’ perplessi, non volevano passare per gente che istigava all’inciviltà, ma alla fine decisero di riprovarci, prendendo però delle dovute precauzioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Si decise di radunarci nella stessa piazza, il 10 giugno – racconta Filippo – ma per limitare i danni oltre a chiedere esplicitamente un comportamento più decorosso, contattammo l’Amiu e ci accordammo con loro per una pulizia straordinaria. La serata riuscì alla grande, parteciparono circa duemila persone, avvisammo anche il “pane e merda” che si trova nelle vicinanze che fece affari d’oro e un tizio si mise al centro della piazza a vendere noccioline e lupini. Putroppo però, anche questa volta, ci furono grandi polemiche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Solita storia: schiamazzi fino a notte fonda, rifiuti lasciati per terra in quantità indutriale. Intervennero anche le forze dell’ordine. Per Filippo e i suoi amici fu l’ultimo botellon: ne avevano avuto abbastanza. Ma ci fu chi decise di prendere in mano le redini dell’organizzazione: Bari non era ancora sazia di bottelon.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma se nei raduni precedenti si era comunque tenuto un certo contegno, quella che si respirava era sempre un’aria di festa (per quanto un po’ molesta), nell’ultimo botellon le cose andarono diversamente. Ormai la voce si era sparsa per tutta Bari e il 24 giugno del 2011, sulla costa a sud di Torre a Mare, alla fine di via Trulli, lontani da case e condomini, non si diedero appuntamento solo studenti e giovani, ma un po’ tutti coloro che avevano voglia di bere liberamente senza freni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Risultato: si superò ogni limite, ci furono risse, bottiglie spaccate e i rifiuti furono gettati ovunque, mare compreso. Si era perso il senso della misura e i baresi civili decisero di non partecipare più a questo genere di eventi, stanchi di essere etichettati come “sporchi, incivili e ubriaconi”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da allora sono passati quattro anni. Di raduni alcolici non si è più sentito parlare, fin quando all’inizio di quest’estate è cominciato a circolare online un annuncio: “Fa caldo, è iniziata l’estate è l’ora di svarionare. Occupate piazze strade e quartieri con musica bevande e compagnia. Ci vediamo tutti venerdì 29 maggio in Piazza Risorgimento davanti la scuola Garibaldi, quartiere Libertà, per conoscere un sacco di gente e fare piacevolmente bordello”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La nuova era dei botellon stava arrivando e diversamente dal passato questa volta si adducevano motivi “politici” per giustificare il raduno alcolico. I baresi si radunarono di nuovo (timidamente) il 29 maggio e poi in maniera più consistente l’11 settembre e il 25 settembre, a Parco Perotti. E il 9 ottobre, visto il successo degli ultimi eventi, si è deciso di concludere l’estate con un ultimo raduno, sempre nel parco sul lungomare sud di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La partecipazione di settembre sembra essere stata ancora più massiccia rispetto ai raduni del 2011. Di certo il fatto di aver deciso di organizzare l’evento ai margini della città ha posto al riparo dalle proteste di chi non ama sentire schiamazzi durante la notte, ma per quanto riguarda i rifiuti, seppur con meno polemiche rispetto al passato, anche questa volta i giovani baresi non hanno fatto altro che bere e lasciare per terra le bottiglie vuote.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma la 28enne Marina, una delle organizzatrici degli ultimi botellon, difende la sua scelta. «Abbiamo deciso per Parco Perotti perchè è un posto grande e lontano dai palazzi – afferma – in modo da non disturbare i cittadini, specie i vecchietti che si lamentano fin troppo non rendendosi conto del malessere in cui vivono i giovani in questa città, che non si sentono minimamente stimolati. Però di critiche ne abbiamo ricevute comunque molte: ci hanno anche accusato di incitare all’occupazione del suolo pubblico. E per quanto riguarda la sporcizia lasciata, che dire? Non si può nulla contro l’ignoranza di chi non è capace di utilizzare una busta dell’immondizia per gettare le bottiglie vuote».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Uno scaricabarile che nasconde solo una verità: Bari non è pronta per questo genere di eventi. Raduni che sono condivisibili e giustificabili vista l’assenza di spazi dedicati ai giovani, ma che dovrebbero nascere con l’intento di mostrare come i ragazzi baresi possano fare “gruppo”, stando insieme in maniera civile. Così come avviene in Spagna, dove i botellon sono nati: lì è normale invadere piazze e giardini portandosi anche intere buste di alcolici da casa. Ma quelle stesse buste, alla fine della festa, gli spagnoli le utilizzano per raccogliere le bottiglie che si sono scolati. Troppo difficile da capire?
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Armando - Quanta ignoranza e poco senso della cultura in un solo articolo. Se la dovessimo pensare tutti così in questa povera città priva di mentalità aperta in un paese dove non funziona "nulla" dove il divertimento è associato esclusivamente all'uso di sostanze stupefacenti e alcool, i giovani dovrebbero stare chiusi in casa come negli anni dei nostri nonni a guardare la tv (altra schifezza, come d'altronde il giornalismo che non fa altro che creare terrore psicologico e inventare cose che non sono"... Fosse per questa mentalità dovrebbero essere chiusi ogni tipo di pub, locale, discoteca e vietata la vendita dei superalcolici nei supermercati. Ma per fortuna non tutti la pensano in questa maniera obsoleta... Viva la gioventù, i raduni, gli organizzatori di questi eventi e i Botellon.... In tutto ció scrive uno che fuma solo sigarette e non beve e non si droga.
- BARINEDITA - Noi siamo a favore dei botillon e non siamo affatto ignoranti, visto che abbiamo partecipato a tutti gli eventi indicati in questo articolo. Solo che noi una volta finita la festa abbiamo preso le nostre bottiglie e le abbiamo gettate nei cestini e se i cestini erano pieni, ce le siamo portate a casa. Invece la maggior parte delle persone che erano lì presenti hanno bevuto, ma hanno lasciato tutto per terra. Viva la gioventù, vive le feste e viva la civiltà!