di Nicola De Mola

Bari, la ''barzelletta'' della cessione: 17 ''trattative'' in 12 anni
BARI - Le trattative per il passaggio di proprietà del Bari hanno assunto ormai contorni quasi comici. Anche l’ultima offerta in ordine di tempo, quella degli imprenditori Paolo Montemurro (nella foto) e Luigi Rapullino, proprio quando veniva data da tutti per accettata non ha fatto eccezione ed è stata respinta dalla famiglia Matarrese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In queste ore si parla di un rilancio di 12 milioni di euro (due in più), come di un’offerta di 11,5 milioni da parte della Millenia Hope Inc., società biofarmaceutica quotata in borsa con sede in Canada. E poi c’è una fantomatica offerta da 15 milioni proveniente da un misterioso acquirente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sembra di assistere a un film, purtroppo, già visto. Quello che ha portato in 12 anni a ben 14 trattative per l’acquisto del Bari (alle quali vanno aggiunte le 3 nuove). Tutte fallite, nonostante la famiglia andriese abbia più volte manifestato la volontà di passare la mano, spesso con dichiarazioni decise, come quella di Antonio Matarrese del gennaio scorso: «Il Bari è una croce sulla nostra schiena sanguinante: chi vuole salvarlo si faccia avanti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Certo, in alcuni casi si è trattato di vere e proprie proposte “bufale” (vedi il caso Tim Barton), ma resta il mistero: come mai una famiglia che da anni è decisa a vendere non riesce a trovare un acquirente? Possibile che abbia sempre ricevuto proposte inaccettabili? Qui di seguito riportiamo la penosa cronistoria delle trattative che hanno riguardato il club biancorosso da dodici anni a questa parte (vedi anche galleria fotografica). E la domanda sorge spontanea: ma i Matarrese vogliono veramente lasciare il Bari?
 
2001

La cordata Divella - I primi approcci al Bari risalgono all’inizio della stagione 2001-2002. La squadra è tornata in B dopo quattro campionati consecutivi nella massima serie e per la prima volta in 24 anni i Matarrese si dicono disponibili a cedere il club. A tentare l’acquisto è una cordata di imprenditori locali, guidata dall’industriale della pasta Vincenzo Divella. Il tormentone cessione, però, dura poco più di due mesi, giusto il tempo per gli acquirenti di andare a sbattere contro il muro della richiesta pazzesca formulata dai Matarrese: ben 125 miliardi di vecchie lire. «Per quella cifra di squadre di serie B se ne comprano quattro, mica una sola», commenta amaramente Divella.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

2006

Cazzaniga - Cinque anni dopo i Galletti languono sempre in serie cadetta, dove collezionano campionati al limite della mediocrità e persino una retrocessione sul campo in C1 (nel 2003-2004), evitata poi solo grazie al fallimento del Napoli. Stavolta a comprare il Bari ci prova l’immobiliarista lombardo Gianmario Cazzaniga, già proprietario del Seregno. Anche in questo caso però tutto si conclude con un nulla di fatto tra accuse reciproche di mancanza di chiarezza (la Banca Arner, intermediaria nella trattativa non avrebbe fornito alcuni importanti documenti al potenziale acquirente) e di serietà. «Quando si compra un'auto usata si può controllare il motore: perché non dovrebbe accadere lo stesso per una società di calcio?», si chiede Cazzaniga. «Siamo disponibili a trattare, ma solo con persone e imprenditori seri», è la replica al vetriolo di Salvatore Matarrese, allora amministratore delegato del club.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

2007

L’imprenditore russo - A marzo 2007 in città si diffonde la voce che vorrebbe un non meglio precisato imprenditore russo intenzionato a rilevare la squadra della città di San Nicola, tanto cara alla chiesa ortodossa. Il sindaco, Michele Emiliano, conferma e racconta addirittura di un incontro tra le parti avvenuto a casa di sua madre. Dalla società negano di aver ricevuto alcuna offerta e la storia resta tuttora avvolta da un alone di mistero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I “monegaschi” - Qualche mese dopo a provarci sono i “monegaschi”, la coppia di immobiliaristi formata da Claude Cohen e Marco Vedeo, portata nel capoluogo pugliese dall’antiquario Paolo Stancarone. I baresi cominciano a prendere confidenza con termini economici quali “due diligence” e “put & call”, ma dopo qualche settimana di tira e molla si arriva alla classica rottura di fronte a un’offerta per il 10% del capitale sociale al prezzo di 800mila euro. I Matarrese la giudicano inaccettabile, anche perché intenzionati a «lasciare definitivamente la proprietà e la gestione dell’As Bari». Dal canto loro, i “monegaschi” accusano la famiglia andriese di chiedere troppo: 18 milioni di euro, frutto (a loro dire) di una valutazione fuori dal mercato del parco giocatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

CompriamolA - Il 2007 viene ricordato anche per “CompriamolA”, campagna per l'azionariato popolare che parte tra l’entusiasmo generale, ma che non riesce a riscuotere finanze sufficienti al raggiungimento dello scopo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

2008

Sanz - Ancora Paolo Stancarone fa da tramite circa un anno dopo a un timido interessamento di Lorenzo Sanz. Anche in questo caso, però, tutto naufraga di fronte alla mancata presentazione della proposta di acquisto da parte dell’ex presidente del Real Madrid entro il termine assegnato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


De Bartolomeo - Ma il 2008 è per la società di via Torrebella, in un certo senso, un anno storico. A ottobre, infatti, viene ceduto il dieci per cento del capitale sociale (del valore di circa due milioni di euro) al gruppo imprenditoriale De Bartolomeo. Si tratta dei primi soci ad affiancare i Matarrese dal 1977.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

2009

Tim Barton - Un anno dopo il Bari, guidato da Antonio Conte, torna in serie A dopo otto stagioni. Ma il 2009 è ricordato da tutti i tifosi biancorossi anche per la farsa legata al nome di Tim Barton, “magnate” texano accolto in pieno agosto all’aeroporto (dove giunge a bordo di un volo low cost…) da duemila tifosi festanti. «Ho firmato un preliminare di acquisto. Fino al 31 ottobre alla presidenza resterà Vincenzo Matarrese, la nostra gestione inizierà realmente tra dicembre e gennaio», si affretta a far sapere l’americano, che nel frattempo annuncia i suoi programmi di rafforzamento della squadra e non perde occasione per farsi vedere al San Nicola e persino in Comune, dove incontra il sindaco Emiliano. Dopo 32 anni l’era Matarrese sembra realmente giunta al suo epilogo. Peccato che il 30 settembre, data in cui avrebbe dovuto versare la caparra, Barton faccia perdere le sue tracce. «Senza il versamento il preliminare è nullo», annuncia il giorno dopo Salvatore Matarrese, facendo calare il sipario sulla commedia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La Meleam - A novembre si verifica un primo contatto tra il Bari e la Meleam, società bitontina operante nel settore della sicurezza sul lavoro e della certificazione aziendale, che mette sul piatto un’offerta da dodici milioni di euro, che viene rispedita al mittente. La proprietà da quel momento dichiara di non voler prendere più in considerazione alcuna ulteriore proposta di acquisto. «I tifosi baresi possono ringraziarci per aver messo in luce la verità inconfutabile secondo cui la famiglia Matarrese, in oltre trent'anni di gestione, non abbia mai avuto la volontà di cedere», questo il commento dei rappresentanti della società.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

2010

Casale - Nel maggio del 2010, con la squadra protagonista della sua più bella stagione in serie A, si fa avanti l’immobiliarista emiliano Vittorio Casale, che (dopo un primo contatto con la famiglia Matarrese, a suo dire interessata) espone in alcune interviste un progetto di proprietà condivisa alla quale avrebbero dovuto partecipare, nell'ambito di un programma molto più importante riguardante i suoli attorno al San Nicola, il Comune, la proprietà della squadra, i tifosi e gli imprenditori che portano danaro ed idee. Alle parole fortunatamente non seguono i fatti: l’uomo viene arrestato per bancarotta appena un anno dopo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

2011

La Real Florida Tv - Nel corso di una delle stagioni più drammatiche per il club biancorosso, culminata con la retrocessione in B e il coinvolgimento nello scandalo del calcioscommesse, torna a manifestarsi per il Bari un interesse da Oltreoceano. Si tratta della Real Florida Tv, società di telecomunicazioni americana che chiede di esaminare i bilanci della società per formulare un’offerta. Contemporaneamente il socio di minoranza Domenico De Bartolomeo entra in contatto con imprenditori locali (De Gennaro, Guastamacchia e Ladisa) interessati ad affiancare i Matarrese nella gestione del club. Entrambe le operazioni svaniscono in un nulla di fatto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proto - Dopo aver provato ad acquistare altre squadre, il manager milanese Alessandro Proto, rappresentante di un misterioso gruppo di acquirenti, bussa anche alla porta del Bari. Il tutto dura però lo spazio di pochi giorni. Al momento di firmare il patto di riservatezza e dare il via alla trattativa vera e propria, Proto si ritira dopo che i legali del club gli chiedono di svelare chi siano gli effettivi acquirenti. A giugno Vincenzo Matarrese e tutto il consiglio d'amministrazione della società rassegnano le dimissioni. Da questo momento il club, seppur ancora in mano alla famiglia andriese, è in autogestione e torna ufficialmente in vendita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Meleam “bis” - A novembre con la squadra ormai retrocessa in B la Meleam, stavolta affiancata da terzi investitori, torna a manifestare il suo interesse. Incontri e comunicati ufficiali illudono per settimane i tifosi, ma non portano a nulla. La trattativa si conclude male, ancora una volta perché (a detta dei legali del Bari) i potenziali acquirenti non vogliono svelare chi c’è ad affiancarli. «In seguito alla nostra richiesta di accelerare le procedure della vendita della As Bari l'attuale proprietà ha ritenuto, usando scuse poco credibili che si ripetono da oltre trent'anni, di dover dichiarare chiusa la trattativa con la Meleam», commentano polemicamente i rappresentanti della società bitontina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Montecalvo e gli arabi - Il nome di Fabio Montecalvo è stato accostato al Bari a partire dal 2011, ma anche nel 2012 e nel 2013. Il presidente della WFM (World Football Management) e della FM Communications si è dichiarato più volte intenzionato a formulare un’offerta per il Bari per conto di alcuni imprenditori arabi da lui rappresentati. Ai proclami, però, non è mai seguita un’offerta ufficiale.


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Vincenzo Divella, a capo di una cordata di imprenditori locali nel 2001
Gianmario Cazzaniga, immobiliarista che ci provò nel 2006
2007, è il turno dei 'monegaschi': Claude Cohen, Marco Vedeo e Paolo Stancarone
Lorenzo Sanz, ex presidente del Real Madrid che si avvicinò al Bari nel 2008
Tim Barton, il 'magnate' texano sbarcato a Bari nel 2009
Pasquale Bacco, amministratore delegato della Meleam, che provò ad acquistare il Bari nel 2009 e nel 2011
Alessandro Proto, ci provò 'timidamente' nel 2011
Fabio Montecalvo, consulente per un gruppo di arabi accostato al Bari in tre occasioni
Paolo Montemurro



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