Les Misérables: bella prova degli attori, ma trama troppo complessa per un musical
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giovedì 7 febbraio 2013
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di Francesco Sblendorio
Il regista Tom Hooper e il produttore britannico Eric Fellner portano a compimento un progetto nato quasi trent’anni fa: la trasposizione della più famosa opera di Victor Hugo in un musical cinematografico. “Les Misérables” prende origine dall’omonimo romanzo dello scrittore francese e vede attori del calibro di Hugh Jackman, Anne Hathaway e Russel Crowe cimentarsi con la registrazione dal vivo dei brani durante le riprese del film.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Hugh Jackman è Jean Valjean, prigioniero numero 24601 della prigione di Digne, liberato dalla guardia carceraria Javert (Russel Crowe) con un foglio che ne denota la pericolosità sociale. Nella Francia del 1815, in cui larghi strati della popolazione sono ridotti alla miseria, Valjean assume una falsa identità e acquista una fabbrica. Per lui lavora Fantine (Anne Hathaway), giovane donna malata che presto muore lasciando la figlia Cosette. È lo stesso Valjean a comprare la libertà di Cosette e a portarla via con sé, comportandosi con lei come un padre. Nel frattempo nella vita dell’uomo si riaffaccia Javert, che fa della cattura dell’ex prigioniero 24601 una vera e propria ragione esistenziale. E scoppiano i moti rivoluzionari…..Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Trama forse troppo complessa per un musical che lascia uno spazio davvero minimo al parlato, con i brani musicali presenti in ogni scambio di battute tra i protagonisti. Prova non facile da parte degli attori che cantano dal vivo sul set con l’accompagnamento di un pianoforte. Debole, quasi surreale, però la scelta di lasciare spesso parlata solo la battuta finale dei dialoghi cantati. Efficaci invece i ritmi dei brani, con leit-motif abbinati alle varie situazioni: particolarmente incalzante la colonna sonora che accompagna i moti popolari parigini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La storia è nota ma può ancora commuovere, incontrando la sensibilità sia degli appassionati di drammatiche storie d’amore sia di chi si pone idealmente a contatto con la disperazione dei “miserabili”. È la rivincita degli ultimi che si dimostrano capaci di gesti di umanità laddove chi occupa i posti più alti della scala sociale vive solo con l’ossessione di compiere ad ogni costo il proprio lavoro.
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