Carrassi, l'ottocentesca Villa Vittoria comprata e salvata dal degrado
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giovedì 20 marzo 2014
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di Salvatore Schirone
Voci di quartiere parlavano già di una imminente demolizione per costruirvi un albergo o un ostello per ospitare i numerosi pellegrini che dall'Est Europa giungono per visitare la vicina Chiesa Russa. E invece lo scorso 24 febbraio sono iniziati i “lavori di restauro e recupero funzionali”, come si legge nel cartello posto all'entrata del cantiere (vedi foto galleria), per la committenza del nuovo proprietario, Maria Chiara Tatarano, un notaio di Altamura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il peggio si era temuto lo scorso 1° giugno. Mentre alcuni cartelli anonimi denunciavano il degrado del quartiere e il suo impoverimento, era apparsa attorno alla villa patrizia la tipica recinzione rossa dei lavori in corso, senza alcun cartello esplicativo. È ben fissa nel ricordo dei residenti la triste demolizione di un'altra villa storica di Carrassi, Villa Santina. Sorgeva pochi metri prima sempre su corso Benedetto Croce, ad angolo con via Adige. Costruita anch'essa agli inizi del 900, fu abbattuta a metà anni 90 per far dar posto ad un palazzone di cinque piani che offusca la cupola della Chiesa Russa. Di quella villa ora possiamo trovare notizie solo sui libri di storia di architettura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche per Villa Vittoria si temeva il triste epilogo. Ma la vista del nuovo cantiere ci fa ora ben sperare che presto potremo vedere risorgere in tutta la sua bellezza una delle più prestigiose ville signorili del secolo scorso. Fu il possidente Michele Armenise a costruire la monumentale villa in stile neoclassico in onore di sua moglie, Vittoria Pollenza, verso la fine dell'800, su un fondo rustico acquistato nel 1884 da Federico Sforza, canonico del "real capitolo Palatino di San Nicola".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una superficie di 2500 metri quadrati, per la maggior parte occupati da un vasto giardino con imponenti querce, pale, pini e cipressi. L'edificio, su due piani, è introdotto da un grazioso terrazzino a pianta pentagonale cinto da balaustra che immette nell'ingresso a tre fornici. Il corpo centrale è a rientrare rispetto ai laterali che presentano eleganti bifore. Un tetto a falde spioventi ricopre la parte centrale. Su di esso un terrazzino dal quale possiamo immaginare la nobiltà barese godersi la vista panoramica del quartiere che pian piano andava popolandosi in quell'inizio secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo anni di indugi, accordi falliti e difficili estenuanti contrattazioni, finalmente gli eredi Armenise, Bartolomeo e Michele, hanno ceduto l'antica proprietà famigliare, fermando l'irreversibile degrado a cui sarebbe andata incontro. E da qui che inizierà l’agognata rinascita di Carrassi?
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Scritto da
Salvatore Schirone
Salvatore Schirone
I commenti
- Francuzzo - Ci sono passato recentemente (Agosto 2017) e mi sembra che i lavori siano completamente fermi, o mi sbaglio?