''E la nonna dove si siede?'': il mondo dei matrimoni, tra riti ed eccessi
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mercoledì 4 giugno 2014
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di Micaela Ricci e Marco Montrone
Mario Siciliani, trentenne barese, è un wedding planner, un organizzatore di matrimoni, una figura sempre più richiesta nel momento in cui gli sposi decidono di mettere su il “carrozzone” delle nozze. Lui pensa a tutte le fasi del matrimonio: dal “wedding style”, ovvero l’aiuto nella scelta di abito da sposa, parrucchiere ed estetista, alla “venue finding”, che riguarda la sala dove avverrà la festa, al “coordinato wedding” che comprende bomboniere, partecipazioni e allestimento floreale.
Una festa, è bene ricordarlo, che difficilmente però si discosta dagli schemi tradizionali. I riti e le usanze di fatto sono sempre gli stessi: clichè validi per tutti, a prescindere da età, condizioni economiche e livello culturale. Come afferma un’altra wedding planner barese, Mariarosa Di Marino: «Barbecue, tea party, pic nic potrebbero essere delle alternative interessanti, ma gli sposi hanno sempre paura di andare incontro a critiche se ci si sposta dal “classico ricevimento” e poi domande del tipo “E la nonna dove si siede?”, spingono il più delle volte a scartare opzioni più fantasiose e meno conformiste».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E quindi con l’aiuto dei wedding planner (e delle nostre esperienze) cerchiamo di capire quali sono i segni distintivi di un matrimonio “made in Puglia”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I perché - «Tutti i matrimoni che vengono organizzati qui sono fondati sull’eccesso: si spende tanto perché si pensa solo a dare una bella immagine di sé. A volte si innesca una vera e propria competizione tra famiglie per dimostrare di aver fatto di più». Siciliani mette l’accento su quello che è il leit motiv di qualsiasi matrimonio che si rispetti: l’eccesso. Si eccede in tutto: nel trucco, negli abiti, nei fiori, nel numero di invitati e di piatti serviti durante il ricevimento.
Ma perché dopo tanti secoli passati a festeggiare i matrimoni in casa a un certo punto, intorno agli anni 70/80 gli sposi hanno deciso di “dirsi sì” in maniera così “principesca”? Siciliani è sicuro: «Il matrimonio, per chi era uscito dalla miseria portata dalla seconda guerra mondiale, è diventato a un certo punto il modo per mostrare una recuperata “abbondanza”. I genitori hanno cominciato a risparmiare per poter offrire un evento di questo tipo ai propri figli, mostrando a tutti come, con i tempi cambiati, ci si poteva tranquillamente permettere una festa da sogno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E quindi da trent’anni a questa parte non c’è più scampo: nel momento in cui ci si decide di sposarsi, un po’ per accontentare la propria famiglia, un po’ per non essere da meno della cugina o dell’amica che è appena salita sull'altare, le coppie entrano nel “tunnel” dell’organizzazione di matrimoni, andando a spendere in un solo giorno più di quanto probabilmente faranno nel resto della propria vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I costi – Per capire quanto un matrimonio made in Puglia sia al di sopra delle righe, basta guardare quanto si spende. Si va dal fotografo che può guadagnare anche 2000 euro, alle bomboniere (alcune decine di euro a pezzo), al pranzo (o cena) che, compreso il dj e magari un complesso di musica dal vivo, può costare da un minimo di 130 a un massimo di 200 euro a invitato. Considerando che a queste feste gli invitati sono di solito un 100-150, la spesa per un matrimonio raggiunge tranquillamente i 25 ma anche 30mila euro. A cui bisogna poi aggiungere il costo per l’abito da sposa e quella per il parrucchiere e l’estetista che quel giorno triplicano sempre i prezzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ un problema? No, visto che come abbiamo detto prima la maggior parte di questo denaro arriva dalle tasche dei genitori, contentissimi di fare “ciò che è giusto” per la felicità dei propri figli. «Si tratta di un codice non scritto – dice Siciliani -. I genitori pagano il matrimonio ai propri figli. E’ così da sempre, solo che negli anni la spesa si è decuplicata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E poi ci sono comunque i poveri invitati, “costretti” a partecipare a queste nozze da sogno e obbligati quindi a partecipare economicamente con un regalo sempre proporzionato al costo del ricevimento. Per i più giovani non resta che la speranza di “vendicarsi” in futuro, quando a salire sull’altare ci saranno loro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I riti immancabili: le foto - Queste feste, come abbiamo detto, sono fondati su rituali immancabili a cui difficilmente gli sposi, anche quelli più “alternativi”, riescono a rinunciare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Partiamo dalle fotografie, che diventano la testimonianza in tempo reale di tutto quello che accade. I primi servizi cominciano un mese prima con gli sposi in giro per la città, continuano a casa prima di recarsi in chiesa e vanno avanti per tutti i momenti della cerimonia. La maggior parte del servizio però si svolge in sala, con i consorti che devono seguire i momenti stabiliti dal fotografo, adeguando i propri spostamenti e i propri tempi a quelli di un percorso pensato per immortalarli “per sempre”. Le pose assunte sono imposte dal fotografo che si improvvisa coreografo e scenografo e spesso risultano perlomeno “forzate”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il tutto per un album fotografico che viene ricevuto dalle famiglie come minimo sei mesi dopo (quando magari la coppia ha già deciso di separarsi), con allegato un lungo video da sottoporre all’attenzione di tutti gli amici e parenti per i mesi a venire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I riti immancabili: il ballo - Il ballo iniziale è quello più importante poiché sancisce in musica l’unione ufficiale appena nata tra la coppia. Il dj è preparato sulle canzoni degli sposi e li invita a più riprese ad occupare il centro della sala, ricordando come quei brani siano proprio quelli che hanno coronato la loro storia d’amore. La canzone scelta può essere di vario tipo ma, come dice il comico Checco Zalone, molto spesso è una di Biagio Antonacci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I riti immancabili: “gli auguri” - Si tratta del rituale della consegna delle buste con il regalo in soldi per gli sposi. I consorti vengono posti al centro della sala, affiancati dai parenti che hanno la funzione di supervisori. Le buste vengono prese in consegna dal parente più stretto, di solito la mamma della sposa, che mette il tutto in un contenitore posizionato appositamente in sala.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Molte sono le curiosità legate a questo momento. «Mi è capitato di assistere a un rito che mi ha fatto rimanere a bocca aperta - ricorda la Di Marino -. Mi trovavo in una sala di Molfetta, quando al momento della consegna delle buste il dj ha cominciato ad aprirle una dietro l’altra, leggendo al microfono la cifra versata dai vari invitati. Ho provato imbarazzo per ognuno di loro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I riti immancabili: il menu – Quando gli invitati una volta seduti a tavola leggono il menu di nozze, non mancano mai di sorridere per ciò che, ignari, andranno a gustare di lì a poco. Cheese cake al bicchierino con mostarda di pere, creme brulèe di fegatini e tartufo in tazzina, taboulè di cereali al lime e menta, patate sabbiose, crostata frangipane, sono solo alcuni dei nomi dei fantasiosi piatti serviti da chef di chiara origine francese. Peccato che spesso si tratti di pietanze normalissime magari mangiate il giorno prima.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I piatti sono però cucinati sempre “un po’ troppo”, con soffritti e dado a farla da padrone, raramente indimenticabili e soprattutto raramente gustati fino in fondo, visto che ai ricevimenti si alternano senza sosta fino a 65 specialità di antipasti al buffet, seguiti da antipasti al piatto, primi, secondi, frutta e dolci, il tutto servito in quantità industriale. Lo spreco è tanto e gli invitati arrivano alla fine della festa stravolti e non sempre consapevoli di ciò che hanno regalato al proprio stomaco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I riti immancabili: “lo zio” e il trenino - In questo excursus sulle abitudini dei nostri matrimoni non può mancare una figura emblematica, quella dello “zio speciale”, almeno come lo definisce Mario Siciliani. «Ogni famiglia ha il suo “zio speciale” – dice il wedding planner -. La sua carta d’identità è quella di un uomo sui 60-65 anni, robusto, che porta i pantaloni al giro vita e mostra la pancia nella sua pienezza. All’ingresso in sala toglie la giacca, allenta la cravatta e sbottona il primo bottone. Non balla, non è interessato alla location, fa un bel regalo agli sposi e mangia ogni pietanza come fosse l’ultimo pasto della sua vita, non rifiutando mai il bis».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ per la tipologia degli invitati come lui, quelli che accettano un invito solo con il proposito di mangiare a sazietà, che il ricevimento è organizzato in punti diversi della sala, per permettere allo “zio” di sgranchirsi le gambe e fare una breve pausa tra le diverse portate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altra figura di spicco è quella che Siciliani definisce dell’ “animatore”: «Una figura eclettica che fino a metà del pranzo non si fa notare, ma che viene fuori alla distanza in modo prepotente, soprattutto a causa della quantità di vino bevuta. E’ da lui che parte il mitico “trenino”, guidato magari con la cravatta intorno alla testa simulando un moderno Rambo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I riti immancabili: le bomboniere – Oggetto nella maggior parte dei casi di scarsa utilità pratica, di solito di vetro, ceramica o cristallo, viene consegnato a fine ricevimento per congedare gli invitati. Spesso è dato a coppia e non ad invitato (per risparmiare) ed è accompagnato da confetti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Però da qui a qualche anno il momento della bomboniera regala un colpo di scena. Gli sposi dell’ultima generazione, forse per sottolineare l’abissale differenza che intercorre tra loro e i propri genitori, tendono a rifiutare l’acquisto e la consegna dell’ambito oggetto, preferendo ad essa una donazione in denaro a un’associazione umanitaria. Agli invitati quindi viene data una pergamena o un biglietto che li rende partecipi della scelta fatta e li informa sull’associazione a cui si è devoluto il denaro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E così si torna a casa nella consapevolezza di aver speso sì una barca di soldi, arricchendo a dismisura sale ricevimenti, fotografi e parrucchieri, ma di aver compiuto anche un gesto di solidarietà per tutte quelle persone che non potranno mai permettersi un matrimonio da sogno come il proprio. Quei poverini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video un tipico ingresso in sala degli sposi:
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