"Villa Starita": all'ombra del San Nicola quello che fu il primo circolo ippico pugliese
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mercoledì 2 novembre 2016
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di Alessia Schiavone
Oggi il complesso, che ospita un vasto insediamento rupestre sottoposto a tutela e noto come "Agrumeto di Villa Starita", giace pressochè inutilizzato, quasi inghiottito dal giardino di 3500 metri quadri che lo circonda. Una recinzione in pietra (diventata preda dei writers) nasconde l'elegante prospetto e gli accessi sono tutti murati tranne uno chiuso da un cancello. Peccato, perché la storia di questa struttura è alquanto particolare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo essere stata utilizzata per decenni come residenza estiva dagli Starita, antica famiglia di nobili e militari, fu divisa tra i vari discendenti, che nel 1960 decisero di adibirla a circolo ippico. Lì nelle campagne a ridosso della città nacque quindi il primo centro dedicato all’equitazione di tutta la Puglia, dove in vent’anni di attività vennero organizzati concorsi su scala nazionale che permisero a Bari di ospitare le più grandi personalità del mondo dei cavalli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La presidenza fu affidata all’avvocato Nicola Starita che decise di aprire anche una scuola di equitazione in onore di Giambattista Starita, ufficiale di cavalleria morto nel 1938. "Scuola barese di equitazione Generale Starita" è infatti la scritta che ancora oggi sormonta l'ingresso laterale della struttura, l’unico non ancora murato. Qui un cancello verde lascia intravedere una piccola dimora vestita di rosso con una torretta cilindrica e quelle che un tempo dovevano essere le stalle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Inaugurata il 23 maggio in concomitanza con la manifestazione di apertura della dodicesima edizione del concorso ippico nazionale, la scuola era dotata di due ampi locali adibiti a scuderie, un campo ostacoli, un maneggio, locali per ferrare i cavalli e per il deposito di avena e foraggio e di una selleria attrezzata. Al prezzo di 700 lire all’ora, i giovani baresi potevano prendere lezioni sotto la guida del maresciallo Bernassola, cavaliere pugliese formatosi presso la scuola militare di equitazione di Pinerolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In occasione delle manifestazioni sportive del "Maggio Barese", l'oasi verde della villa diventava poi il campo ostacoli di diversi concorsi equestri a livello interregionale e nazionale per cavalieri e amazzoni delle più rinomate scuole italiane. I campi erano divisi da un viale di alberi secolari che assicuravano l'ombra tutto il giorno e l’Aeronautica militare provvedeva a installare una tribuna per l'ampio pubblico che assisteva alle gare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di tanto in tanto nei locali del circolo venivano organizzate persino delle mostre estemporanee di pittura con soggetti tratti dal mondo dell’equitazione. D'altronde la villa, oltre a essere un rinomato centro sportivo, era diventata anche un luogo d'incontro per la mondanità barese. All'ordine del giorno infatti erano le feste organizzate per i tesserati del circolo, tutti membri delle famiglie più facoltose di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Peccato però che nel 1982 il circolo e la scuola dovettero chiudere battenti- rivela Luigi Vacca, uno dei primi cavalieri della scuola -. Nicola Starita, non essendo l'unico erede, non poteva decidere da solo il destino della proprietà e così assieme ai fratelli decise di venderla a una certa Cipparoli, il cui figlio Piero Addante anche lui cavaliere riuscì a riaprire il circolo dal 1985 al 1992 sotto il nome però di circolo Villaombrosa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sfortunatamente poco dopo l'immobile fu nuovamente ceduto e ora da circa vent'anni Villa Starita, pur avendo rappresentato un pezzo fondamentale della tradizione sportiva barese, riversa solitaria sul ciglio della strada completamente abbandonata a sé stessa, all’ombra dello stadio San Nicola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Alessia Schiavone
Alessia Schiavone