di Federica Calabrese - foto Antonio Caradonna

Bari, la storia di San Sebastiano: «Chiesa custodita non dal clero, ma dal popolo»
BARI – Lo abbiamo scritto in un altro articolo: a Bari Vecchia sono presenti ben 26 chiese, la maggior parte delle quali però sono chiuse al pubblico e aprono nel migliore dei casi solo qualche volta in occasioni particolari. Da qualche anno però uno di questi antichi gioielli ha finalmente spalancato le proprie porte ai visitatori: è la chiesetta di San Sebastiano. (Vedi foto galleria)

Ciò che rende particolare la sua storia è che a volere la riapertura è stato il “popolo”, ovvero quei residenti del centro storico che hanno operato un “porta a porta” per raccogliere i soldi per ristrutturarla. Gli stessi che ora la aprono ogni giorno, la curano e la puliscono, così come avviene per le edicole votive sparse per Bari Vecchia.

Il motivo di tanta attenzione è forse da attribuire alla presenza al suo interno di una statua di Santa Lucia, la protettrice della vista, da sempre molto venerata all’interno del centro storico. Non è un caso che proprio il 13 dicembre, giorno dedicato alla santa siciliana, si celebri nel tempio l’unica messa programmata durante l’anno. E noi abbiamo approfittato della ricorrenza per andare a visitarla (vedi video).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per raggiungere l’edificio basta passare per l’Arco Alto, storica apertura che si trova di fronte al Castello. Da qui raggiungiamo strada San Sebastiano: la chiesa la troviamo appena imboccata la via, sulla destra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si tratta di un edificio di piccole dimensioni, con una facciata rettangolare aperta al centro da una finestrella della stessa forma. Particolare è il portale in legno dalla forma ogivale tipicamente medievale. Il tempio infatti affonda le sue origini nel XII secolo: fu costruita come cappella privata dalla famiglia Gizzinosi-Ramirez, il cui stemma nobiliare è posto ancora oggi sul portone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Entriamo mentre si sta svolgendo la messa celebrata da don Franco Lanzolla, il parroco della Cattedrale che si è speso in prima persona per l’apertura di San Sebastiano, che da decenni ormai abbandonata era stata utilizzata come magazzino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


All’interno, in cui spicca una volta a botte unghiata, è evidente il recente restauro. I muri sono stati coperti con della vernice bianca e a risaltare nell’ambiente unico è l’altarino in marmo dietro cui campeggia un antico dipinto di San Sebastiano. A sinistra dell’altare è collocata poi la predetta scultura di Santa Lucia, con il mantello rosso e i capelli sciolti sulle spalle, mentre vicino all’ingresso si trova una statua di San Sebastiano rinvenuta dietro una parete laterale durante i lavori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Finita la messa avviciniamo il parroco. «Questa chiesa è stata restaurata grazie all’8 per mille solo in parte – ci spiega -. Ciò che ha reso possibile la sua riapertura, avvenuta il 20 gennaio del 2015, è stato il contributo di persone che attraverso le loro offerte hanno voluto che l’edificio rivivesse. Ora apre ogni giorno ed è preservata dalle persone che abitano qui vicino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra coloro che curano San Sebastiano c’è la 60enne signora Maria, a cui sono state affidate le chiavi. «Non sono io la proprietaria – tiene a ribadire la donna, affiancata dalla sua anziana mamma - è di chi si trova sulla strada e tutti ce ne prendiamo cura».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si è persino formata un'associazione "Gli amici della chiesa di San Sebastiano", che una volta a settimana si organizza per lavare i pavimenti, spolverare i banchi, cambiare le candele consumate, riordinare l’altare. Gli “amici” si autofinanziano e coinvolgendo il resto del centro storico organizzano spesso raccolte di offerte per pagare le bollette della luce. Perché come dice don Lanzolla, «questo tempio è custodito non certo dal clero, ma dal popolo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (di Gianni de Bartolo) la nostra visita alla chiesetta di San Sebastiano:


 


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Per raggiungere la chiesa di San Sebastiano basta passare per l’Arco Alto, storica apertura che si trova di fronte al Castello Svevo. Da qui raggiungiamo strada San Sebastiano: la chiesa la troviamo appena imboccata la via, sulla destra
Si tratta di un edificio di piccole dimensioni, con una facciata rettangolare aperta al centro da una finestrella della stessa forma
Particolare è il portale in legno dalla forma ogivale tipicamente medievale
Particolare è il portale in legno dalla forma ogivale tipicamente medievale. La chiesa infatti affonda le sue origini nel XII secolo: fu costruita come cappella privata dalla famiglia Gizzinosi-Ramirez...
...il cui stemma nobiliare è posto ancora oggi sul portone
Entriamo mentre si sta svolgendo la messa celebrata da don Franco Lanzolla, il parroco della Cattedrale che si è speso in prima persona per l’apertura di San Sebastiano
All’interno, in cui spicca una volta a botte unghiata, è evidente il recente restauro
I muri sono stati coperti con della vernice bianca e a risaltare nell’ambiente unico è l’altarino in marmo dietro cui campeggia un antico dipinto di San Sebastiano
A sinistra dell’altare si trova la scultura di Santa Lucia, con il mantello rosso e i capelli sciolti sulle spalle
Il 13 dicembre, giorno dedicato a Santa Lucia, è l'unico in cui si tiene qui una messa
Vicino all’ingresso si trova una statua di San Sebastiano rinvenuta dietro una parete laterale della chiesa durante i lavori



Federica Calabrese
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