di Mina Barcone - foto Adriano Di Florio

Santa Maria dell'Assunta: la chiesa che nel VII secolo diede il via alla nascita di Modugno
MODUGNO – Tra le moderne palazzine di via Paradiso, resiste al passare del tempo una graziosa chiesetta dalla grande storia: è Santa Maria dell’Assunta, la struttura attorno alla quale, tra il VII e l’VIII secolo, sorse il primo nucleo abitato di Modugno,

Del complesso si possono ancora ammirare il prospetto e i muri perimetrali in pietra, che conservano resti di affreschi del 1500. Non solo: alle spalle dell’edificio sono visibili le tombe a fossa di una necropoli medievale, mentre accanto alla struttura principale si trova dal 1700 una casa colonica oggi adibita a museo della civiltà contadina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un sito quindi di grande interesse culturale che risulta però poco valorizzato e quasi sempre chiuso da un cancello che si apre solo sporadicamente per ospitare le attività della Pro Loco. Ed è proprio con l’organizzazione turistica che siamo andati a visitare la chiesa, visibile solo parzialmente dalla strada perché celata da alte siepi. (Vedi foto galleria)

«Qui ci troviamo su un’importante direttrice viaria di epoca romana – esordisce il presidente Michele Ventrella –. Parliamo del tratto interno della via Minucia Traiana che ha condotto per secoli a importanti insediamenti mariani quali Santa Maria di Costantinopoli nel casale di Balsignano e il santuario rupestre di Santa Maria della Grotta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una volta entrati ci ritroviamo in un prato al cui centro si trova il tempio, circondato da un corrimano che sembra quasi reggerlo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La facciata è composta da tre parti che evidenziano le diverse fasi di costruzione. Quella a sinistra, di impianto paleocristiano, è la più antica: fu realizzata tra il VII e l’VIII secolo su un preesistente sito di monaci bizantini, del quale rimane un ingresso sotterraneo colmo però di terreno. Cuspidata con un ingresso ad arco, presenta una piccola monofora sulla quale si erge la vela del campanile privo però della campana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La parte centrale è invece databile tra il X e il XIII secolo, quando fu ampliato l’edificio precedente aggiungendovi un ulteriore ingresso ad arco a tutto sesto sormontato da un timpano sagomato a gradini. La copertura, ormai scomparsa, prevedeva un tetto a due falde sostituito in seguito con una volta in chiancarelle calcaree.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Infine c’è il corpo di destra, il più “moderno”: creato nel 1748 per ospitare una casa colonica, si presenta ben squadrato con una porticina rettangolare e due finestrelle di cui una murata. 

«Santa Maria dell’Assunta ha rappresentato il luogo di culto del primo nucleo abitato di Modugno – sottolinea Ventrella -. E proprio per questo ha goduto di una particolare attenzione da parte dei residenti fino all’inizio del secolo scorso. Si veniva qui in processione nelle giornate del 25 aprile e del 15 agosto, con la celebrazione di una messa in forma solenne. Tutto però finì nel 1938, quando la volta della navata centrale crollò rendendo impossibile la fruizione del luogo di culto. E da allora tutto è rimasto così come lo vediamo oggi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci resta ora che attraversare l’arco centrale per ritrovarci in quello che un tempo erano le navate della chiesa. Qui ora si apre uno spiazzo dominato da un grande fico dal quale è possibile ammirare le pareti interne dell’edificio, che rivelano i resti di affreschi del 1500. Protetti da una lastra, mostrano disegni ormai irriconoscibili che raffiguravano, tra gli altri, la Madonna col Bambino tra due angeli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sul retro del complesso sono invece presenti delle tombe medievali scavate nella roccia nelle quali sono state trovate ossa di intere famiglie. Mentre ritornando all’ingresso possiamo visitare la predetta casa coloniale, nella quale è stato allestito un piccolo museo contadino chiamato “casa dei nonni”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La costruzione in tufo è formata da due ambienti collegati tra loro da una scalinata che percorriamo per raggiungere il piano di sopra voltato a botte. Sulla parete ci sono due fotografie in bianco e nero: ritraggono l’ultimo uomo e l’ultima donna ad aver abitato il luogo prima che fosse abbandonato. Tutt’intorno sono conservati oggetti di uso quotidiano utilizzati tra l’800 e i primi del 900, tra cui un braciere e un ferro da stiro a carbone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Attorno al caminetto notiamo delle calze natalizie, lasciate qui dai bambini nel Natale 2019, pochi mesi prima che scoppiasse la pandemia. «Lo spazio è stato adibito a casa di Babbo Natale - ci spiega Ventrella -. L’edificio è infatti di proprietà della chiesa Matrice con la quale organizziamo qui eventi per la comunità. Un modo per far rivivere di tanto in tanto questo prezioso luogo, lì dove più di mille anni fa è nata la nostra Modugno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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La chiesa si trova tra le moderne palazzine di via Paradiso, alla periferia nord-est di Modugno. È visibile solo parzialmente dalla strada perché celata da alte siepi
Parliamo di un sito di grande interesse culturale che risulta però poco valorizzato e quasi sempre chiuso da un cancello che si apre solo sporadicamente per ospitare le attività della Pro Loco
Una volta entrati ci ritroviamo in un prato al cui centro si trova il tempio, circondato da un corrimano che sembra quasi reggerlo
La facciata è composta da tre parti che evidenziano le diverse fasi di costruzione
Quella a sinistra, di impianto paleocristiano, è la più antica: fu realizzata tra il VII e l’VIII secolo su un preesistente sito di monaci bizantini, del quale rimane un ingresso sotterraneo colmo però di terreno
Cuspidata con un ingresso ad arco, presenta una piccola monofora...
...sulla quale si erge la vela del campanile privo della campana
La parte centrale è invece databile tra il X e il XIII secolo, quando fu ampliato l’edificio precedente aggiungendovi un ulteriore ingresso ad arco a tutto sesto sormontato da un timpano sagomato a gradini
Infine c’è il corpo di destra, il più “moderno”: creato nel 1748 per ospitare una casa colonica, si presenta ben squadrato con una porticina rettangolare e due finestrelle di cui una murata
Non ci resta ora che attraversare l’arco centrale per ritrovarci in quello che un tempo erano le navate della chiesa
Qui ora si apre uno spiazzo dominato da un grande fico...
...dal quale è possibile ammirare le pareti interne dell’edificio...
...che rivelano i resti di affreschi del 1500
Protetti da una lastra, mostrano disegni ormai irriconoscibili...
...che raffiguravano, tra gli altri, la Madonna col Bambino tra due angeli
Sul retro del complesso sono invece presenti delle tombe medievali scavate nella roccia nelle quali sono state trovate ossa di intere famiglie
Mentre ritornando all’ingresso possiamo visitare la predetta casa coloniale, nella quale è stato allestito un piccolo museo contadino chiamato “casa dei nonni”. La costruzione in tufo è formata da due ambienti collegati tra loro da una scalinata che percorriamo...
...per raggiungere il piano di sopra voltato a botte
Sulla parete ci sono due fotografie in bianco e nero: ritraggono l’ultimo uomo e l’ultima donna ad aver abitato il luogo prima che fosse abbandonato
Tutt’intorno sono conservati oggetti di uso quotidiano utilizzati tra l’800 e i primi del 900, tra cui un braciere...
...e un ferro da stiro a carbone
Attorno al caminetto notiamo delle calze natalizie, lasciate qui dai bambini nel Natale 2019, pochi mesi prima che scoppiasse la pandemia



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