Le bambine del pattinaggio artistico su rotelle: «Così ci sembra di volare»
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giovedì 11 dicembre 2014
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di Valeria Quarto
Ma guardando il panorama barese non è che questo tipo di sport sia così diffuso e soprattutto incentivato. Se si possono contare ad esempio circa 30 scuole di danza a Bari, le scuole di pattinaggio artistico sono solo quattro (la Mediterranea, la Cassandra, l’Angiulli e il Cus) e hanno a disposizione solo due piste coperte per allenarsi: il palazzetto Capocasale situato di fronte alla Pineta di San Francesco e il complesso sportivo “Enziteto”, nel rione San Pio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il pattinaggio su pista è in fondo un po’ il parente povero di quello sul ghiaccio, che a differenza del primo è riconosciuto come sport olimpico e riceve più finanziamenti da a parte del Coni. «Le sovvenzioni per il pattinaggio a rotelle le ricaviamo soprattutto grazie agli sponsor e alla pubblicità», afferma Nicola Calò, presidente della Fihp Puglia, la Federazione italiana di hockey e pattinaggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il pattinaggio su rotelle è però molto più difficile di quello sul ghiaccio – sottolinea la 21enne Francesca, che ha praticato per molto tempo entrambe le discipline - . E’ faticoso, perché i pattini sono più pesanti e ogni rotella ha una propria dinamica, mentre sul ghiaccio si usano pattini con una linea unica e quindi più “gestibili”. Inoltre la pista di cemento o di legno è più complicata rispetto a quella di ghiaccio perché si crea attrito tra il suolo e le rotelle, rendendo più duro il pattinare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche se le leggiadre ragazzine che danzano su questi pattini, non sembra proprio che avvertano fatica. Abbiamo infatti assistito agli allenamenti di due classi pre agonistiche del Cus e dell’Angiulli, presso il palazzetto Capocasale. (Vedi video)
La palestra è amplia e spaziosa e offre una tribuna dove è seduto qualche genitore che guarda le giravolte della figlia sulla pista. Non c’è traccia di maschietti. «C’è il pregiudizio che questa sia una disciplina soprattutto per “femminucce”, come per la danza - ci dice Francesca -. Quando paradossalmente i maschi sarebbero più portati proprio perché dotati di più forza fisica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A sfrecciare sul pavimento lucido ci sono così solo tante bambine, che sembrano fatine e ballerine grazie ai loro tutù scintillanti e preziosi, che diventano macchiette di colore confuse grazie alla velocità con cui corrono sulle rotelle. «Le piccole atlete iniziano giovanissime, anche quando hanno appena 3 anni – ci racconta Filomena, istruttrice del Cus -. Quando si iscrivono spesso non sanno neppure di cosa si tratta, ma una volta in pista si divertono e pensano solo a correre e ballare. Di sicuro non pensano alle gare o alle competizioni: quello viene dopo. Ma quello che sembra essere un gioco – continua l’insegnante – è un allenamento, anche molto duro: si comincia con il riscaldamento, cioè esercizi di ginnastica che si svolgono sul pattino. Poi si provano gli elementi e i gesti, come salti, volteggi, piroette, trottole, che si portano in coreografia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Notiamo che sugli spalti della piccola tribuna, oltre i genitori, risaltano i grossi borsoni, quelli che sembrano essere altri pattini, tute e accessori necessari per le bambine, in questo momento attente a non scivolare. Ci chiediamo se il pattinaggio artistico sia meno praticato rispetto altri sport anche perché “troppo costoso”. «In effetti è una disciplina che richiede un certo investimento economico – ammette Filomena - . I pattini “base” costano circa 150-200 euro. Poi dipende dal tipo di gara, più sale il livello, più i prezzi aumentano. Esistono anche pattini da 1000 euro. Inoltre bisogna fare manutenzione ogni due mesi, perché le rotelle si consumano con l’uso. Poi ci sono i costi della divisa sociale, del borsone, un pattino di riserva, l’eventuale body per le gare, i versamenti per gli allenamenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Però la spesa vale l’impresa», ci dice la mamma di Giulia, la bambina che si “sente libera” quando pattina. «E’ una passione sana – dice - che è nata casualmente in mia figlia. Un anno fa il nonno le ha regalato i pattini e quindi ha deciso di cominciare in maniera seria. E da allora non ha smesso più di farlo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche le bambine della classe di Ivana, l’istruttrice dell’Angiulli, indossano body raffinati o tutine bianche e blu e sfrecciano sulla pista del palazzetto senza timore di cadere, azzardando gesti in cui l’equilibrio e la sicurezza sono caratteristiche essenziali. L’istruttrice ci parla delle competizioni del pattinaggio: «I livelli sono corso, pre-agonismo e agonismo. L’attività pre agonistica avvia i piccolini di 7-8 anni ad affrontare le prime garette provinciali e regionali. Questo è il gruppo pre-agonistico - continua Ivana riferendosi alle piccole che vediamo sfrecciare davanti ai nostri occhi -. Loro si allenano quattro volte a settimana. E’ un’attività dura, che ha bisogno di un certa personalità e che forma il carattere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Questa classe è costituita da una ventina di bambine, però sono molte di più le pattinatrici della scuola Angiulli. «Possiamo contare circa 150, 160 atleti – ci informa l’istruttrice -. A febbraio cominciano i campionati individuali, di coppia e di gruppo (detto sincronizzato) e a luglio c’è quello nazionale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E le “padrone” della pista che pensano? Giulia, Eleonora, Chiara, ma anche per le più piccole Maddalena e Maria Chiara di 8 e 9 anni, sono entusiaste di questo sport «molto creativo». Insomma se di solito a questa età l’ambizione massima per una bambina è essere come Violetta, c’è chi invece vede come “principessa” da imitare Carolina Kostner. Con lustrini annessi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video (di Carlo Gelardi) gli allenamenti delle bambine del pattinaggio artistico di Bari:
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Valeria Quarto
Valeria Quarto