Calcio, ogni decennio ha visto nascere due fuoriclasse: gli anni 90 chi ci regaleranno?
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venerdì 20 settembre 2019
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di Barinedita
In attesa dei nuovi campioni, facciamo un salto indietro nel tempo per analizzare i più grandi atleti partoriti in ogni decennio. (Vedi foto galleria)
ANNI 10 – Partiamo dagli anni 10, che hanno regalato al mondo del pallone Giuseppe Meazza (1910), ovvero il più grande calciatore della storia del calcio italiano, vincitore di ben due mondiali con la maglia azzurra. Di un lustro più giovane era invece l’inglese “sir” Stanley Matthews (1915), primo nella storia ad aggiudicarsi il Pallone d’Oro: un’ala destra capace di giocare fino al 1965, quando aveva già superato i 50 anni di età.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra i nostri conterreanei, oltre al già citato Meazza, non possiamo non nominare Silvio Piola (1913), anche lui campione del mondo, tra i più prolifici centravanti di sempre e Valentino Mazzola (1919), simbolo del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
ANNI 20 – Nel decennio successivo si entra nella vera e propria leggenda: questi sono infatti gli anni dell’argentino Alfredo Di Stefano (1926) e dell’ungherese Ferenc Puskas (1927). Una coppia “d’oro” capace di vincere insieme, con il Real Madrid, tre coppe dei campioni consecutive. Di Stefano, in realtà ne aveva già conquistate due in precedenza, mentre Puskas aveva fatto in modo di sfiorare il successo ai mondiali del 1954. Sono entrambi considerati tra i 10 migliori giocatori di tutti i tempi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per l’Italia invece gli anni 20 hanno donato poche soddisfazioni, con una sola grande eccezione: Giampiero Boniperti (1928).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
ANNI 30 – Seppur non al livello dei 20, anche gli anni 30 hanno fornito una coppia di calciatori entrati nell’olimpo del calcio mondiale. Parliamo del brasiliano Garrincha (1933), senza ombra di dubbio la miglior ala di tutti i tempi (due volte campione del mondo) e dell’inglese Bobby Chartlon (1937), centrocampista dalla grande visione di gioco anche lui trionfatore ai mondiali, nel 1966.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per l’Italia nessun vero “asso” in questo decennio, che si segnala però per un’infornata di ottimi difensori: Cesare Maldini (1932), Armando Picchi (1935) e Tarcisio Burgnich (1939).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
ANNI 40 – Se per tutti i decenni vale la “regola del 2”, fanno eccezione gli anni 40, che hanno donato al mondo un numero di fenomeni fuori dalla norma. Questi sono gli anni infatti di Pelè (1940), Eusebio (1942), Franz Beckenbauer (1945), Gerd Muller (1945), George Best (1946) e Johan Cruijff (1947).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si va quindi da quello che è considerato il più grande giocatore di tutti i tempi, il brasiliano tre volte campione del mondo Pelè, alla migliore espressione del calcio europeo della storia: l’olandese Johan Cruijff. Passando per il tedesco Beckenbauer (il più forte difensore di sempre), per goleador di razza quali il portoghese Eusebio e il tedesco Muller e per iconici fantasisti come l’irlandese del nord George Best.
Anche l’Italia può vantare un grosso numero di campioni in questo decennio. Giusto per fare qualche nome: Giacinto Facchetti (1942), Sandro Mazzola (1942), Dino Zoff (1942), Gianni Rivera (1943) e Gigi Riva (1944). Tutti capaci di vincere un Mondiale o alzare una Coppa dei Campioni e aggiudicarsi, nel caso di Rivera, persino il Pallone d’Oro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
ANNI 50 – Meno fertili del decennio precedente, “i 50” hanno però omaggiato il pallone con una grande coppia di “numeri 10”: il brasiliano Zico (1953) e il francese Michel Platini (1955). Furono i primi fuoriclasse stranieri a giocare in Italia (il primo con l’Udinese, il secondo con la Juventus), inaugurando l’epoca d’oro del pallone nostrano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I nomi “top” degli italiani invece sono quelli dei trionfatori al mondiale del 1982. Su tutti: Gaetano Scirea (1953), Marco Tardelli (1954) e Paolo Rossi (1956).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
ANNI 60 – Basterebbe un solo nome per giustificare la grandezza di questo decennio: Diego Armando Maradona (1960), argentino campione del mondo nel 1986 e unico a poter essere paragonato al grande Pelè. Ma questi sono anche gli anni dell’olandese Marco Van Basten (1963), tra i più forti centravanti di sempre e simbolo del grande Milan degli anni 90.
I 60 hanno regalato fior fior di campioni anche all’Italia. Tra questi i tre vicecampioni del mondo del 1994: Franco Baresi (1960), Roberto Baggio (1967) e Paolo Maldini (1968).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
ANNI 70 – Questo decennio è stato all’insegna di due fuoriclasse: il francese Zinedine Zidane (1972) e il brasiliano Ronaldo, detto il “Fenomeno” (1976). Entrambi campioni del mondo, hanno avuto una carriera diversa. Il primo, trequartista puro, è sbocciato con il tempo, il secondo invece, partito alla grande, è stato in seguito frenato dagli infortuni. Si tratta comunque del più forte centravanti di ogni epoca.
Un decennio fortunato anche per l’Italia, che con i campioni nati negli anni 70 ha vinto il mondiale del 2006. Parliamo di Fabio Cannavaro (1973), Alessandro Del Piero (1974), Francesco Totti (1976), Gianluigi Buffon (1978) e Andrea Pirlo (1979).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
ANNI 80 – Questo decennio ha regalato una coppia che ha di fatto “monopolizzato” il calcio del nuovo Millennio: il portoghese Cristiano Ronaldo (1985) e l’argentino Lionel Messi (1987). Si sono spartiti palloni d’oro, scarpe d’oro, campionati spagnoli e champions league, lasciando le briciole agli altri. A entrambi però manca la coppa del mondo: se la dovessero conquistare potrebbero superare nel mito persino Pelè e Maradona.
Per l’Italia l’unico vero talento nato negli anni 80, Antonio Cassano (1982), non è riuscito realmente ad affermarsi a causa di problemi caratteriali e comportamentali. Da citare comunque, tra una serie di comprimari, due colonne portanti della Nazionale e dei loro club: Daniele De Rossi (1983) e Giorgio Chiellini (1984).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
ANNI 90 – Il nome era stato già fatto: sarebbe dovuto essere Neymar (1992) l’erede di Messi e Cristiano Ronaldo. Ma finora il brasiliano non è riuscito a sfondare veramente, né in Nazionale, né con i club, né a livello personale. E i suoi coetanei più famosi, Hazard (1991), Griezmann (1991), Salah (1992), Pogba (1993), non reggono certo il confronto con i campioni del passato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Probabilmente i nuovi “re” usciranno dai nati nella seconda metà degli anni 90: calciatori che vanno dai 20 ai 24 anni e che hanno quindi tutto il tempo per potersi affermare. Uno su tutti: Kylian Mbappé (1998), un atleta dalla forza fisica e velocità straordinarie, già campione del mondo con la nazionale francese. Il futuro sembra essere suo, anche se è chiaro che la storia del pallone la si fa in campo e non “sulla carta”. Così come particolarmente dotato pare il portoghese Joao Felix (1999), appena comprato dall’Atletico Madrid.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E l’Italia? Finora campionissimi non se ne sono visti: i vari Insigne (1991) e Verratti (1992) non sono ancora esplosi, soprattutto a livello di Nazionale. Anche se la nuova “infornata” lascia ben sperare. Parliamo di Chiesa (1997), Zaniolo (1999) e Donnarumma (1999). Chissà se tra di loro non si nasconda un nuovo Riva, Rivera o Buffon.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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I commenti
- Vito Sante Rubino - Se Donnarumma è un Campione io sono Pelè, al massimo sarà campione delle papere. Povero Milan.
- Emanuele Zambetta - Gentile redazione, secondo me non vi è chiara la carriera di Neymar. Il brasiliano è colonna della storia del calcio. Fate un salto su Wikipedia e vi renderete conto del suo palmarès. Per Griezmann vale la stessa cosa. E non dimentichiamo Pogba. Negli anni '80 non sono stati menzionati Ronaldinho, Ibrahimović ed Eto'o. Gli anni '70 hanno sfornato anche Rivaldo. Negli anni '60 non si può non segnalare Romario. Anche gli anni '90 dell'Ottocento hanno prodotto campioni; basterebbe pensare al nostro Baloncieri, al brasiliano Friedenreich o all'uruguaiano Héctor Scarone. Ed infine nel primo decennio del Novecento sono nati signori calciatori che hanno vinto trofei di livello mondiale (alcuni persino tre); si pensi agli uruguaiani Andrade, Pedro Cea e Nasazzi, agli italiani Schiavio e Giovanni Ferrari o agli italo-argentini Orsi e Luis Monti (ed altri ancora). Piuttosto chiediamoci chi scriverà importanti pagine di storia tra i figli del 2000.
- vito petino - Mi piacerebbe parlare solo di calcio. Ma di quale calcio? Di quello sporco che da un po’ di anni miete vittime, anche tra le Forze dell’Ordine, mandate all’altro mondo come l’ispettore di Polizia a Catania qualche anno fa. So di andare fuori tema da quello che l’articolo indica, ma se la mia denuncia servisse a svelenire il calcio, avrei fatto una buona azione calcistica seguita da gol. Il calcio oggi è mezzo per il riciclaggio di denaro sporco, nelle mani delle più grosse organizzazioni criminali di mezzo mondo, con la connivenza delle stesse squadre, le grandi soprattutto, nelle persone dei propri dirigenti. Ditemi che altro interesse avrebbe un presidente di calcio, anche di un piccolo centro poco popoloso, a investire milioni, sapendo in partenza che la propria squadra non vincerà mai nulla. Importante risciacquare quei soldi in Arno, nel Lambro, Po, Tevere, oppure nei tanti mari che ci circondano. E i tifosi che frequentano gli stadi, divenuti vere bische poco clandestine, sanno tutto ciò, tacendo e diventandone complici, purché la loro squadra agguanti la vittoria, naturalmente concordata e sporca. Non c'è più sport in generale da quando droga, scommesse e altro di illecito circolano nelle gambe, braccia e teste di atleti e dirigenti. Tutt'altra nobile cosa il calcio che ho amato e praticato su brulli campi di provincia da giovane e solo per qualche migliaia di lire, pulite come quel calcio, senza bisogno dì lavarle in Adriatico ...
- Sandro - Zero Europa est, da ex Jugoslavia a ex urss; zero scandinavi; quasi zero britannici. Scherzate?