Tra celebri canottieri ed enormi piscine, la storia del Cus Bari: il centro sportivo sul mare
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martedì 19 novembre 2019
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di Marianna Colasanto - foto Valentina Rosati
Siamo così andati a visitare il Cus, il cui ingresso è situato sul lungomare Starita, lì dove campeggia la sua insegna bianco e rossa e il simbolo del cavalluccio marino. (Vedi foto galleria)
Ci ritroviamo così in un grande spazio aperto affacciato sul mare, una sorta di porticciolo dove è possibile ammirare anche lo skyline della città vecchia. A dominare al centro è la statua in bronzo di Ignazio Lojacono, fondatore e primo presidente. Fu lui infatti nel 1947 a dar vita anche a Bari a questa realtà, creata a livello nazionale nel 1946 con l’intento di proseguire l’esperienza dei Guf (Gruppi universitari fascisti). All’epoca però il nome era quello di Cusab (Centro Universitario Sportivo Ateneo Barese) e anche la sede era diversa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le prime attività si svolsero infatti nei pressi del Molo Pizzoli, all’interno del Porto: lì due pontili in legno lunghi 25 metri permettevano l’ingresso in acqua ai canottieri. Fu solo negli anni 50 che nacque l’attuale sede di San Cataldo, al tempo costituita dal solo deposito dei natanti per canoa e canottaggio. Rimessa che è ancora oggi esistente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel corso del tempo arrivarono poi il campo da basket (negli anni 50), la piscina (scoperta negli anni 60, coperta nei 70) e infine le piste di pattinaggio e atletica e il campo da calcio (nei 90). La darsena invece, lì dove si trovano ormeggiate una serie di imbarcazioni private a cui il circolo dà accesso, fu creata negli anni 80. Il tutto per un’area che si estende su nove ettari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Va sottolineato che all’epoca questa era una zona particolare di Bari – ci dice l’attuale presidente della polisportiva, il 49enne Antonio Prezioso –. San Cataldo era infatti un quartiere in divenire, famoso più che altro per la massiccia presenza di “case chiuse”. Nelle vicinanze c’era poi il macello comunale e spesso gli scarichi di sangue andavano a colorare di rosso le acque prospicienti l’impianto. A volte venivano avvistate anche carcasse di animali. Ma il Cus è servito anche a questo: a contribuire alla riqualificazione del rione per diventarne punto di riferimento imprescindibile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Pensato come detto per gli universitari (che ancora oggi hanno un accesso privilegiato), il Cus nel corso del tempo è diventato il luogo dove soprattutto i canottieri baresi hanno avuto la possibilità di allenarsi, spesso con risultati eccellenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da qui, grazie anche allo storico maestro Bepi Altamura, mosse infatti i primi passi Roberta Del Core, che a 19 anni partecipò alle Olimpiadi di Los Angeles come timoniera nel “quattro di coppia” raggiungendo la sesta posizione. “Creatura” del centro fu anche Antonio Maurogiovanni (attualmente allenatore della nazionale irlandese), che nel 1988 e 1992 prese parte ai Giochi di Seul e Barcellona. E poi Pasquale Panzarino, quarto a Sidney nel 2000. Infine impossibile non citare Domenico Montrone, che ha conquistato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio nel 2016 nel “quattro senza”. Tra i canoisti di successo va menzionato Antonio Cannone, che partecipò alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Continuiamo a esplorare l’area, fino ad imbatterci nel grande palazzetto di color rosso mattone che ospita il campo da pallacanestro, altra storica disciplina praticata qui. La squadra nel Cus ha anche partecipato alla serie A di basket tra il 1956 e il 1957.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Notevole è poi la pista d’atletica lunga 400 metri, che circonda un campo da calcio regolamentare in erba sintetica. E poi le piscine (scoperta e coperta), dove si è allenato tra gli altri il grande Paolo Pinto, nuotatore di gran fondo che nel 1979 riuscì a compiere la traversata del canale della Manica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L'enorme piscina al chiuso è oggi il fiore all’occhiello del Cus. Nel 2000 ha infatti subìto una ristrutturazione che l’ha portata da 25 metri di lunghezza agli attuali 50. Parliamo quindi della più grande vasca coperta di tutta la Puglia. L’ennesimo vanto per questa storica Polisportiva, simbolo incontrastato dello sport barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
Foto di
Valentina Rosati
Valentina Rosati
I commenti
- jacopo calò carducci - avrei gradito si accennasse all'attività di canottaggio, svolta a fine anni 50 con vari successi in regate nazionali.
- Fiorella - Grazie agli articoli come questo, i vostri bravissimi giornalisti ci fanno ritrovare l'orgoglio per la nostra città. Grazie per tutte queste belle notizie sconosciute a tanti baresi.
- cadò - Bella Favola, racconta il fu del CUS, guidata da veri amanti dello sport e della città. Il presente evidenzia solo privilegi, interessi e grandi esclusioni.
- Caterina Capruzzi - Io sono la figlia di Capruzzi Giuseppe canottiere singolo campione d Italia vinse anche trofeo Sacchini.Mi piacerebbe visitare dove mio papà si allenava.Ormai sono sei anni che non c è più..