"Wingfoil", alla scoperta del nuovo sport acquatico: «È come volare sul mare»
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martedì 16 marzo 2021
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di Gaia Agnelli - foto Christian Lisco
Il “wing” prevede l’uso di una tavola un po’ più piccola di quella utilizzata nel windsurf, alla quale viene attaccata una pinna aereodinamica (il “foil”) che, montata alla base, permette di sollevarsi sull’acqua. Processo favorito dall’”ala”, un tipo di vela gonfiabile e leggera simile a quella del kitesurf che, grazie al vento, agevola la crescente spinta verso l’alto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Noi abbiamo assistito a una lezione di Wingfoil sul lungomare del quartiere San Girolamo, dove fanno pratica gli allievi della scuola Big Air. (Vedi video)
Quando arriviamo riconosciamo le colorate vele a forma di ali di gabbiano: sono stese sulla sabbia in attesa di “volare”. «Il boom di questo sport si deve alla leggenda del windsurf Robby Naish – ci spiega il 50enne Beppe Caldarulo, presidente dell’associazione -. È stato lui infatti, grazie a suoi video diffusi sul web, a far conoscere il wing a tutti gli appassionati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma qual è il segreto per riuscire in questo particolare sport? «Tutto sta nel mantenere un perfetto equilibrio, che non è una dote innata ma si coltiva con l’esercizio – ci spiega il 26enne istruttore Simone Nocera -. In più serve “testa”: il wing è infatti molto tecnico e bisogna essere bravi a coordinare i vari movimenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il surfista infatti oltre a “pompare” la vela tramite delle maniglie, deve stare attento a gestire la tavola con un costante movimento dei piedi, in modo da permettere all’appendice subacquea di spingerla verso l’alto. Questa forza motrice consente così all’atleta di “planare”, cioè di aumentare la velocità dell’andatura grazie all’assenza di impatto con il mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E se con le altre discipline acquatiche a sollevarsi è solo la prua del surf, con il foil la tavola fluttua nell’aria a quasi un metro di altezza, anche se il vento non è particolarmente intenso. «È per questo che il wing è ritenuto più divertente rispetto agli sport “fratelli” come il windsurf e il kitesurf – dichiara Simone -. Tra l’altro è anche meno rischioso: in caso di difficoltà basta mollare la presa, visto che non si è legati fisicamente né alla tavola e né alla vela».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Intanto gli sportivi, con indosso già la muta, sono alle prese con il gonfiaggio delle vele e con il minuzioso montaggio del foil sotto la tavola. Sono quasi pronti per entrare in acqua. Prima però è necessario riscaldarsi sollevando il wing con le mani, anche per calibrare la forza del vento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A questo punto non resta che andare a cavalcare l’onda. Il 32enne allievo Luca e il maestro Nocera si immergono e si posizionano sulla tavola in ginocchio, reggendo l’ala dalla maniglia centrale, in attesa della giusta raffica. E quando il vento arriva, eccoli in piedi a sfidare il maestrale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La nostra attenzione ricade su Simone, che in un battibaleno si solleva sull’acqua grazie alla spinta del foil, dominando poi la vela arancione con le sue mani. La pinna nera, come quella di uno squalo, taglia il mare lasciando una fugace scia dietro sé, mentre il surfista, a cavallo della tavola, plana sospeso sull’Adriatico, librandosi in aria libero come un gabbiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Gianni De Bartolo) i surfisti baresi alle prese con il “Wingfoil”:
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