Bari, quando la curva si colora di rosa: la storia di Rosa Stallone
Letto: 7524 volte
lunedì 22 aprile 2013
Letto: 7524 volte
di Gianni Ferrara
Rosa, che ci fa una donna in un ambiente decisamente maschile come quello della curva nord?
Tutto inizia nei primi anni 80: avevo 14 anni quando ho messo piede per la prima volta sui gradoni del “Della Vittoria” ed è stato amore a prima vista. Cantavo fino a perdere la voce, suonavo il tamburo e facevo a gara a chi beveva più birra nel minor tempo possibile. D'altronde nella mie vene scorre sangue biancorosso essendo la cugina della bandiera del Bari Giorgio De Trizio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qual è il tuo rapporto con gli uomini della curva? E’ stato difficile farsi accettare e rispettare?
Mi sono trovata subito benissimo in curva. Mi rendevo utile. Ad esempio quando arrivavamo allo stadio tutto quello che era vietato portare all'interno lo nascondevo io, perchè all'epoca non si potevano fare perquisizioni alle donne. Ero veramente un maschiaccio, sicuramente assomigliavo (nei modi di fare) più a un uomo che a una donna e in molti facevano fatica a distinguere la differenza di sesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E in trasferta come andava?
Per me era una sofferenza quando la squadra giocava fuori casa. Alle donne non era permesso andare in trasferta, i capi ritenevano fosse troppo pericoloso e così aspettavo il ritorno del gruppo alla fermata del bus per sapere come fosse andata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Durante questi trent’anni hai sempre seguito il Bari?
In realtà no, dopo i miei “esordi” giovanili ho smesso di frequentare la curva. Ho cominciato a lavorare come modella (ho partecipato anche a Miss Italia), mi sono sposata e ho avuto 3 figli. Risultato: ho dovuto abbandonare lo stadio, anche se la mia la passione è sempre restata viva nel mio cuore. Con mio marito sono tornata al San Nicola, ma lui mi portava in tribuna e lì non mi sentivo a mio agio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E poi, cosa è successo?
Tramite Facebook mi ha contattata un vecchio amico d'infanzia e mi ha convinta a tornare allo stadio, ma questa volta in curva. E’ stato tre anni fa, per un Bari-Sampdoria, in serie A. C'era il gemellaggio, è stato bellissimo, ho rivissuto emozioni uniche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E tutto è ricominciato….
Sì, e meglio di prima. Reintegrarsi non è stato semplice, ma grazie al mio carattere e alle mie esperienze passate ora sono rispettata da tutti. Adesso non solo seguo le trasferte, ma mi diverto ad organizzarle, incentivando le donne e i ragazzini che vogliono parteciparvi. Ho anche dato una mano a delle amiche che hanno costituito un piccolo gruppo di tifose “in rosa” (vedi foto). Anche se è difficile coinvolgere le nuove generazioni, che hanno vissuto solo un Bari mediocre di serie b.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qual è il tuo sogno da tifosa del Bari?
Quello di poter seguire la squadra in trasferta in una competizione europea. Un’illusione, fin quando a Bari non cambierà la presidenza. Ma la città e tutta la tifoseria meritano palcoscenici più importanti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Gianni Ferrara
Gianni Ferrara
I commenti
- CURVA NORD BARI - La CURVA NORD BARI smentisce categoricamente quanto è stato dichiarato nell'intervista rilasciata da una tifosa. La CURVA NORD BARI era e sarà sempre “biancorossa” e mai tinta di “rosa”!!!
- klesk - Ah! Ah! Hai capito che birichina! Portava allo stadio oggetti non consentiti, sapendo che alle donne non potevano fare la perquisizione! :)