Dallo ''stop over'' ai ''jungle brothers'': ecco la storia del rap barese
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lunedì 11 settembre 2017
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di Simone Lastilla
Le origini: lo “stop over”, le prime crew underground – Il rap a Bari ha una sua data di origine: il 1992, l’anno in cui questo genere iniziò a compiere i suoi primi passi grazie a un periodico raduno che si teneva all’interno della Pineta San Francesco, nel quartiere San Girolamo. L’evento si chiamava “Stop Over In Bari” e diede modo ai giovani rapper baresi di cominciare a mostrarsi al pubblico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Si trattò di un’esperienza fondamentale – ci racconta il 39enne Mirko Claudio in arte “Dj Argento”, storico dj e produttore barese -. All’epoca infatti non c’erano locali che ospitavano regolarmente serate hip-hop, quindi era anche difficile avere un confronto con gli altri artisti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra le prime “crew” (gruppo di persone che collabora ad un progetto artistico o culturale) si annoverano gli Allarme Rosso formati dai rapper Keba e Creeda. Dall’unione tra quest’ultima e la Knr, che comprendeva i graffitari più importanti della città (Giose, Move, Loco, Iave), nacque poi la Nce. «Ne feci parte anche io – ci dice dj Argento -. Si trattò del primo vero tentativo di fare le cose seriamente in città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra il 1994 e il 1995 numerosi gruppi videro la luce in svariate zone di Bari: dai Poeti di quartiere ai Combattenti della stecca, dagli Uscita di emergenza agli Hell’S Vastas, questi ultimi frutto della fusione tra la Nce e un'altra storica crew di graffiti, la Rns.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutti i gruppi si ispirivano a un hip hop molto “underground”, con testi impegnati e rivolti a tematiche sociali e basi musicali che lasciavano poco spazio all’orecchiabilità, puntando su una varietà di suoni che comprendevano il funk e il soul.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Si trattava comunque di crew che riuscivano sì a esibirsi, ma senza pubblicare nulla, se non qualche cassetta amatoriale, autoprodotta in casa», sottolinea Argento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I Zona 45/Pooglia tribe – In quegli anni muove però i suoi primi passi a Bari una nuova crew chiamata Zona 45: è composta da diversi membri tra cui spiccano i nomi di Reverendo e Torto, rispettivamente Francesco e Gaetano Occhiofino, due fratelli del quartiere Libertà. Questo gruppo a differenza degli altri sopracitati tende a un rap più “commerciale”: strizza l’occhio al simpatico dialetto barese e propone testi più facili che si muovono su un tipo di musica sicuramente più ballabile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una maggiore facilità di ascolto che viene premiata, visto che sono proprio gli Zona 45 i primi a incidere: prima con l’ep “Fine Millennio” del 1995 e in seguito con il vero e proprio album 30 Denari” del 1999.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il nuovo millennio porta poi gli Zona 45 a cambiare nome in Pooglia Tribe, crew che racchiude rapper non solo baresi ma anche di altre città della Puglia. Il sodalizio darà i suoi frutti nel 2000, con la pubblicazione dell’album omonimo “La Pooglia Tribe”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La scena più “underground” però non resta a guardare. Nel 1999 si segnala un’autoproduzione intitolata “A Stare” del rapper Loop5 (scomparso a soli 26 anni), che pur essendo un esordio solista racchiude gran parte della scena alternativa dell’epoca. E qualche mese dopo il gruppo Sabbie Mobili pubblica il suo demo “Motivi Espliciti”, prodotto da Quadrato e Loop 5.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In seguito, nel 2002, nasceranno altri due progetti storici. Il primo, “BlackSouls”, vede le produzioni di Dj Argento e le rime del rapper Tensione, il secondo, “Demistificazione” è a firma dei Konkordia Milite e conta sulle basi di Dj Danko e le rime del rapper Shagoora.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«All’epoca – afferma con orgoglio dj Argento – scegliemmo di continuare sulla nostra strada. La “leggerezza” e la spensieratezza le vedevamo come un modo per nascondere la realtà. Con un rap più impegnato ci sentivamo liberi: facevamo la musica che più ci somigliava».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il successo – Ma saranno però i Pooglia Tribe a cogliere il vero successo. Nel 2002 l’hip hop barese esce infatti dai propri confini territoriali e sbarca a Milano, grazie alla collaborazione tra i “tribe” e gli allora famosissimi Articolo 31.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«I Pooglia Tribe - ci racconta il 32enne rapper e produttore barese Pietro Fornarelli, in arte “Ufo” - furono invitati a esibirsi sul palco del Battiti live, dove conobbero gli Articolo 31. Nacque così un sodalizio che produsse “Gente che spera”, uno dei pezzi più famosi di tutto il rap italiano, incluso nell’album “Domani Smetto”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Purtroppo i Pooglia Tribe non sapranno reggere il successo: si divideranno di lì a poco per visioni differenti sul modo di fare musica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel frattempo il resto dei rapper baresi continua a lavorare. Nel 2004 dall’unione dei rapper Tensione e Shagoora e dei produttori Dj Argento e Dj Danko, nasce il gruppo Quattro Perfetti Sconosciuti. Nel 2006 invece esce l’album “La Fogna Sotto Il Club” dei Sottotorchio. Il gruppo è composto dai rapper Shagoora e GrannySmith ed è musicato dagli onnipresenti Dj Argento e Danko.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il Demodè e le nuove generazioni – A Bari l’hip hop continua comunque a rimanere un genere di nicchia, prodotto e ascoltato da pochi. Tutto cambia però a partire dal 2008, quando il locale Demodè di Modugno comincia a ospitare sul proprio palco una serie di rapper.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ci sono state diverse persone che hanno aiutato il rap ad affermarsi - sottolinea Ufo - è uno di questi è sicuramente Dario Boriglione, il proprietario del Demodè. Con la collaborazione del gruppo di organizzatori “Bari Hip-Hop Metro” iniziò a portare diversi artisti del panorama rap italiano nel suo locale, organizzando concerti e serate a tema hip-hop e permettendo così anche ai piccoli rapper della zona barese di crearsi un proprio spazio, magari aprendo i live di artisti famosi e affermati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Grazie a queste iniziative e alla rivoluzione operata da Youtube (che permetteva a chiunque di pubblicare un proprio lavoro online), a partire dal 2010 anche nel capoluogo pugliese l’hip hop comincia a “uscire”. Tra i rapper della nuova generazione vanno segnalati proprio Ufo e Max Milano, in arte “Il Nano”. Il primo nel 2010 pubblica l’album “Un colpo in canna”, il secondo si fa valere con il brano “Japr l’ekk” (in italiano “Apri gli occhi”).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Quest’ultimo pezzo spopolò letteralmente sul web – afferma Ufo - e permise al Nano di allacciare rapporti con il rapper milanese Marracash, già affermato sulla scena italiana. Da quel momento io e Max decidemmo di formare i Bari Ultimatum dando vita al nostro primo disco “Senza filo logico”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I Bari Jungle Brothers e Dj Argento– Dall’unione tra i nuovi rapper e i “vecchi” Reverendo, Torto (ex Pooglia Tribe), Tony Ciklone e Walino, nascono poi i Bari Jungle Brothers. Si tratta del supergruppo di maggio successo a Bari, della cui creazione demmo notizia nel luglio del 2014. L’esordio è con l’album “Rime Patate e Cozze”, seguito due anni dopo, nel 2016, dal lavoro intitolato “Moh” e che vede la presenza di due ospiti di eccezione come J-Ax e Clementino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Nel mese di ottobre fonderemo una vera e propria accademia del rap, fornita anche di studi di registrazione – ci informa Ufo -. L’idea è quella di dare una mano ai ragazzi che vogliono muovere i primi passi nell’ambito di questo genere musicale, aiutandoli ad emergere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E la scena alternativa in tutto questo? Seppur con meno visibilità continua a rimanere viva, grazie soprattutto all’opera di Dj Argento, che nel 2017 si è tolto la soddisfazione di firmare il suo primo album: “Argento”, che vede la collaborazione di numerosi artisti italiani. Naturalmente tutti underground.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella foto: Dj Argento, Reverendo, Ufo e i Bari Jungle Brothers
Il video “Gente che spera” frutto della collaborazione tra gli Articolo 31 e i Pooglia Tribe:
Il video “A Stare” di Loop 5:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Simone Lastilla
Simone Lastilla
I commenti
- Luca - Bell'articolo, sempre interessante capire le origini della scena rap barese, mi dispiace solo che non abbiate citato fra i "tanti mancanti" il nostro SGAMO AKA Esse Gi AMO che ha mosso i primi passi nella hip hop prima di diventare più famoso con la tekno.
- Gianvito - Ciao Luca, forse SGAMO non è stato citato perchè non ha contribuito alla scena hip hop barese, ce ne sono sicuramente di più importanti e validi che non sono stati citati
- Luigi - Lady B. (sta per barese) Isabella Martiradonna, prima rapper donna