Il parapendio in Puglia, lanciarsi da un'altura di 300 metri e poi...volare
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giovedģ 13 febbraio 2014
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di Vincenzo Drago
E’ qui che si impara ad usare questo particolare velivolo, inventato negli anni Sessanta con l'obiettivo iniziale di far atterrare "dolcemente" le navicelle spaziali della Nasa. Il pilota si libra in aria seduto su una sella, legata ad una grande ala attraverso dei fasci robusti di funi. La guida avviene attraverso due comandi principali detti "freni", uno per la direzione e uno per la velocità, che danno vita ad un complesso sistema di trazioni. Volendo, ci si può avvalere anche di un motore posizionato sulle spalle del parapendista: in questo caso si ha una variante, detta appunto paramotore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La diversità tra i due tipi influenza la fase di partenza. «Il paramotore permette di spiccare il volo anche in pianura - chiarisce Chiarella - mentre con il parapendio ci si deve per forza lanciare da un pendio: in tal senso la Puglia, essendo molto piatta, non ci dà una grande mano. I nostri punti preferiti, oltre alle alture del Foggiano, si trovano a Cisternino, Minervino Murge, Poggiorsini e soprattutto nella selva di Fasano, precisamente in località Loggia di Pilato, nostra base operativa posta ad un'altitudine di 338 metri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutti luoghi scoscesi, scelti a partire dagli anni Novanta grazie ad alcuni pionieri, tra i quali lo stesso Chiarella. Oggi i praticanti sono circa un centinaio. «Staccare i piedi da terra è una possibilità che allo stesso tempo attrae e impaurisce l'uomo - spiega l'istruttore - ma noi operiamo nella massima sicurezza. In questo senso l'insegnante si comporta anche da psicologo, con l'obiettivo di dominare i timori degli allievi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E le statistiche sono dalla sua parte. «In Italia si contano circa quattro o cinque infortuni gravi all'anno, dovuti esclusivamente a errori gravi dei parapendisti o all'errata valutazione delle condizioni atmosferiche», rassicura il maestro. «In fin dei conti è molto più facile morire andando in moto: questo è il confronto che faccio sempre a chi si avvicina per la prima volta al nostro sport».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il meteo è fondamentale: il parapendio diventa difficilmente governabile con un vento che supera i 30 chilometri all'ora di velocità. Al contrario, in assenza totale di folate, si è costretti a partire da un'altezza di almeno mille metri. In generale è consigliabile lanciarsi in giornate serene, sfruttando le ore più soleggiate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poi ci sono le restrizioni imposte dalla legge. «Innanzitutto per ogni aeroporto c'è una "control zone" - evidenzia l'insegnante - cioè un'area nella quale è vietato volare senza un permesso speciale rilasciato dall'Ente nazionale per l'aviazione civile. Può estendersi per decine di chilometri: basti pensare che quella dell'aeroporto di Palese non ci consente di sorvolare Casamassima, distante circa 25 chilometri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per volare è obbligatorio conseguire il brevetto presso una scuola certificata dall'Aero club d'Italia. I costi si aggirano attorno ai 1200 euro, con una durata media dei corsi di quattro o cinque mesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E le gare? «Quelle più importanti si svolgono nel campionato italiano di parapendio - sottolinea l'allenatore - e consistono soprattutto in percorsi prestabiliti da effettuare nel minor tempo possibile. Ci sono anche competizioni che durano diverse ore: in questo caso ci si porta assieme del cibo e persino un catetere per far pipì. Spesso, una volta atterrati, è richiesto che il pilota fornisca ai giudici il proprio navigatore per verificare la distanza coperta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per ora Chiarella, assieme ad Attilio Addimando e Diego Basile, anche loro istruttori a Castellana Grotte, rimangono i tre atleti principali della Puglia, con ottimi risultati ottenuti a livello nazionale. Chissà che nei prossimi anni qualcun altro possa, in tutti i sensi, spiccare il volo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alcuni voli effettuati in Puglia:
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