Il calcio a 5 per non vedenti, giocare con 3 guide e nel completo silenzio
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martedì 25 marzo 2014
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di Annamaria Lacalamita
«Le competizioni sono suddivise in base al grado visivo dei giocatori – spiega Antonio Potenza, delegato regionale della Federazione italiana sport paraolimpici per ipovedenti e ciechi -. Quello di B1 riguarda i non vedenti assoluti ma c’è anche un campionato di B2/3 per gli ipovedenti, persone cioè che hanno una capacità visiva molto indebolita a un livello molto vicino alla cecità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ogni formazione che scende in campo è formata da 4 non vedenti e da un portiere vedente, che guida la squadra nella fase difensiva. L’allenatore a bordo campo dà invece indicazioni al centrocampo, mentre la fase d’attacco è gestita da una guida vedente che si trova dietro la porta avversaria e che dice ai giocatori in quale direzione calciare il pallone. In più aiuta un dispositivo sonoro che si trova all’interno del pallone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I giocatori (tranne i portieri) indossano una mascherina per far sì che tutti abbiano lo stesso grado di “non visibilità”, perché ci sono non vedenti che possono percepire la luce anche se non sono in grado di identificare i corpi degli avversari. Le partite vengono disputate su un campo a 5 regolamentare ma con una modifica: ci sono delle sponde di legno laterali ideate per avere un gioco più fluido ed evitare le rimesse laterali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Non è uno sport pericoloso perché ci sono le guide che ci danno le indicazioni – sottolinea Massimo D’Attolico, 29enne attaccante dell’Asd Uic Bari –. E comunque quando un giocatore ha il possesso palla l’avversario si “annuncia” prima di cominciare a pressarlo tentando di rubargli il pallone. In questo modo difficilmente qualcuno si fa male».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Massimo gioca a calcio a 5 da tre anni e dal 2013 fa parte della Nazionale, con la quale ha partecipato all’Europeo dove l’Italia è arrivata sesta. «Mi sono avvicinato al calcio quando ho incontrato altri non vedenti che ci giocavano – dice Massimo – così ho iniziato ad allenarmi e non ho più smesso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La sua squadra, il Bari, l’anno scorso ha vinto una Coppa Italia a Trento, battendo in finale il Lecce. Il team del capoluogo salentino vanta però un palmares di tutto rispetto, avendo fatto suoi 7 Campionati, 4 Coppe Italia e 5 Super Coppe.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le gare e gli allenamenti del Bari vengono disputati presso l’Energy System sulla strada di Santa Caterina e durante le partite c’è sempre molto pubblico che non disturba i giocatori. «Durante il match abbiamo bisogno di silenzio – spiega D’Attolico - perché dobbiamo sentire non solo le indicazioni delle guide, ma soprattutto il rumore del pallone».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un video che mostra momenti di una partita dell’Asd Uic Bari:
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Annamaria Lacalamita
Annamaria Lacalamita