Le fornacelle sul mare: «Ci cacciano e poi a San Nicola vengono a cercarci»
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giovedì 10 luglio 2014
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di Alessandra Anaclerio
Accompagnati nella maggior parte dei casi da rivenditori ambulanti di bevande fresche, queste griglie a cielo aperto sono diventate tratto caratteristico del tratto di lungomare di San Cataldo, dove occupano, abusivamente, metri di marciapiede. Qui vendono, a un prezzo che varia dai 2,50 ai 3 euro, panini ripieni di carne.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il mio panino costa 50 centesimi in più rispetto a quello degli altri perchè è speciale: la carne è di qualità», racconta Angioletto, che è nel campo da quattro anni. «Io lo faccio pagare 2,50 perchè mi sembra il prezzo giusto - racconta invece Nicola, che è alle prese con la carne alla brace da una decina di anni-. Il prezzo non può esser alto perchè noi qui non abbiamo spese. E poi quattro pezzi di carne, un panino e un po’ di sale non possono costare di più». «Noi offriamo involtini di carne macinata con zucchine, bombette con pancetta e altre ancora con paprika - svela la signora Lucia-. Però il più gettonato resta e resterà sicuramente il panino con gli "nghmiridd", quello con le interiora di agnello».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quella di munirsi di fornacelle e carboni per metter su un vero e proprio barbecue è un' idea nata tra le famiglie baresi che cercavano un punto di ritrovo sul mare dove trascorrere con amici e parenti le calde sere d'estate. Poi sono arrivati gli affari. «Sono nata a San Cataldo e quando ero piccola mi ricordo che c'erano su questo versante di mare non più di due signori con le fornacelle- ricorda la 40enne Cristina-. Adesso ne troviamo uno ogni 50 metri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sono infatti una decina i “mastri focai” che affollano di sera, da maggio a ottobre, il Lungomare Starita. Qui dalle 20 in poi è tutto un tripudio di fumo e odore di carne. Lo stesso che fino a 3 anni fa si respirava “in centro”, nel tratto di lungomare di fronte alla Muraglia che si estende dal Molo di Sant'Antonio fino al primo ingresso del Porto. Da lì, come detto, gli arrostitori furono mandati via dalle forze dell’ordine, dopo un’ordinanza dell’allora sindaco Michele Emiliano, che decise di dire basta «ai venditori ambulanti messi lì dalla criminalità barese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Durante quel blitz ci sequestrarono tutta la merce e ci multarono con un verbale di 5000 euro - commenta Biagio, che arrostisce da ben 14 anni -. Adesso ci siamo spostati qui, dove lavoriamo ugualmente bene, ma non stiamo mai tranquilli, viviamo con la paura che qualcuno ci cacci nuovamente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cosa che in effetti potrebbe accadere, perché se è sbagliato cucinare la carne in centro lo è anche farlo in periferia. Anche se a parte qualche “invito” da parte delle forze dell’ordine a lasciare libero il suolo pubblico, finora blitz come quello del 2011 non ce ne sono stati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Non vogliono che stiamo qui perchè dicono che i nostri clienti fanno troppo caos e che la nostra merce non viene conservata bene- continua Biagio mentre ci mostra le cassette in polistirolo dove lui conserva la carne-. Però durante la festa di San Nicola gli stessi amministratori di questa città che ci creano problemi ci vengono a cercare, perché hanno bisogno di noi per ravvivare la sagra. Allora in quei giorni tutto diventa igienico. E’ assurdo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Alessandra Anaclerio
Alessandra Anaclerio