Bari, i mercatini dell'usato: in cerca dell'affare tra vintage, "cafonate" e cimeli
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venerdì 16 novembre 2018
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di Marianna Colasanto - foto Antonio Caradonna
A Bari ci sono sei esercizi commerciali di questo genere: il “Mercatino degli affari” (in via Melo), “Mercatopoli” (stradella del Deserto), “I mercanti in fiera” (via Bruno Buozzi), “Secondamanina” (via Brigata Bari), Affare fatto” (via Caduti del Lavoro) e il più grande di tutti: il “Mercatino dell'usato”. Quest’ultimo è uno spazio di mille metri quadri situato in una traversa di via Amendola, quasi di fronte al Campus Universitario. Siamo andati a vistarlo. (Vedi foto galleria)
Varchiamo l'entrata rimanendo subito sorpresi dall'inconsueto assortimento del locale: spiccano un vistosissimo lampadario con decorazioni colorate, la riproduzione di un alce a grandezza naturale e alcune chitarre elettriche, compresa una Fender, poggiate su una foto incorniciata che ritrae la nazionale di calcio campione del mondo nel 1982.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulla sinistra notiamo il bancone adibito alla vendita e al ritiro della mercanzia, dietro il quale ci sono due signore pronte ad accogliere i clienti. Accanto a loro il gestore del negozio, il 40enne Antonio Defeo: fu lui nel 2010 a decidere di aprire l'emporio, ubicato in origine in via Napoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«L'idea nacque visitando più volte il mercato delle pulci che si svolgeva la domenica mattina alle Piscine comunali - racconta -. Ci andavano così tante persone che nelle vicinanze era difficile persino passare con l'auto. Capii che ai baresi sarebbe piaciuto avere a disposizione una rivendita dedicata all'usato, con dei prodotti maggiormente selezionati e sistemati in modo ordinato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Con Antonio cominciamo a girare tra i corridoi dell'attività. Nel marasma di roba distinguiamo sulla destra il reparto dell'abbigliamento, al centro la zona dei quadri e sulla sinistra la variopinta area dell'oggettistica. Scorgiamo altri manufatti insoliti: una carrozzina per bambini d'epoca, bomboniere di dubbio gusto, due statuette di porcellana firmate da Ronzan e un'antica teiera d'argento. «È l'articolo più costoso che abbiamo: vale 2.600 euro», chiosa la nostra guida.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma da dove arrivano questi beni? «Parecchi oggetti da chi ha necessità di svuotare gli appartamenti – spiega il titolare -: un modo come un altro per non gettarli via. Per esempio ci capitarono tra le mani alcuni cimeli provenienti dalla casa di Giuseppe Re David, sindaco di Bari nell'800, portati qui da alcuni suoi eredi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Durante il tour incrociamo la 54enne Mariella, habitué del locale. «In questo posto ho scovato mobili, quadri e opere d'arte - sottolinea la donna -. Ma bisogna essere bravi a sceglierli, in quanto non li puoi cambiare dopo l'acquisto. Ora sto per portar via la base di un lume che io e mio marito avevamo adocchiato un mese fa: il prezzo è sceso da 38 a 20 euro. Un affare». Nel caso del conto vendita infatti la percentuale dovuta al vecchio possessore cala col passare del tempo e con essa anche l'importo che dovrebbe sborsare il nuovo proprietario.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La 29enne Federica è invece entrata per disfarsi di alcuni soprammobili sgraditi. «Mi sto liberando di alcune statue religiose racchiuse in campane trasparenti giganti - evidenzia la ragazza - . Appartenevano a mia nonna che non c'è più: sarebbe inutile lasciarle in un ripostiglio a impolverarsi. Ho portato anche un enorme piatto con rifiniture in stile greco. Lo ha ricevuto mio padre: essendo medico riceve spesso regali del genere ma in molti casi si tratta di autentiche "cafonate"».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Continuiamo la nostra esplorazione, scoprendo qua e là piccoli paradisi del vintage. C'è l'angolo delle macchine per scrivere, lo spazio riservato ai telefoni più datati e il ripiano coperto da vecchi assegni, buoni e banconote. Accanto agli scaffali che accolgono i vinili c'è la zona degli elettrodomestici. «Molti amano comprare televisori, radio e componenti stereo di decenni fa - illustra Defeo -. Funzionano meglio e durano di più dei modelli nuovi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Infine è impossibile non essere colpiti dal rosso intenso di una grande poltrona posta al centro del negozio. Si tratta della "Up", del valore di quattromila euro, qui in vendita a 1.200. «È un pezzo da collezione - afferma il 42enne Francesco che sembra averla messa nel "mirino" -. Mi piacerebbe averla, ma credo sia un po' rovinata. Sarà per una prossima volta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
Foto di
Antonio Caradonna
Antonio Caradonna
I commenti
- Fiorella - I mercatini delle pulci sono sempre un grande richiamo, in qualsiasi città si trovino. Rappresentano una grande attrattiva turistica e per me anche una terapia distensiva. Ogni tanto ci vado anch'io per curiosare e tuffarmi in mondi a volte sconosciuti. A Japigia c'era il mercatino dei polacchi frequentatissimo da gente proveniente anche da città vicine, dove si scoprivano oggetti incredibili appartenenti a culture diverse, oltre che a periodi lontani. Ho sempre pensato che sarebbe stato opportuno rendere quel mercato legale e attrattivo per la nostra città.